MOSCO (dal gr. μόσχος "vitello, muschio"; lat. scient. Moschus L., 1758; fr. port-musc; ted. Moschustier; ingl. musk-deer)
Genere affine ai Cervi (v. cervo), rappresentante unico di una ben distinta famiglia, quella dei Moschidae (Gray, 1821). Misura tra 50 e 60 cm. d'altezza alla spalla: è di forme assai robuste, con arti posteriori sensibilmente più alti degli anteriori. Gli zoccoli, piccoli e stretti, sono ampiamente divaricabili e gli zoccoletti accessorî, molto sviluppati, sono capaci di movimenti proprî. La coda è brevissima, le corna mancano, ma i denti canini superiori del maschio sono lunghi, acuminati e costituiscono valide armi di difesa e di offesa. Mancano le ghiandole preorbitali e pedali, ma nel maschio esiste una cospicua ghiandola post-ombelicale secernente il muschio, che si accumula nell'apposita borsa in una massa di circa 30 grammi. Il mosco è un abitatore dell'alta montagna; corre, si arrampica, salta e si muove sulla neve con sicurezza estrema. Ha sensi acutissimi, ma intelligenza limitata. Si nutre di erbe aromatiche, muschi e licheni. Vive, rappresentato da 6 specie e sottospecie (fra cui ricordiamo il Moschus moschiferus L.) nell'Asia centrale e settentrionale-orientale dal Gilgit alla Cocincina, Cina, Amur, Corea, Siberia settentrionale-orientale, isola Sachalin. È cacciato per il muschio e la carne.