MOSCATELLI
– Famiglia di organari veneziani attivi per tre generazioni, fra Sette e Ottocento, nei territori sotto il dominio veneto e in particolare in Dalmazia, e per un certo periodo anche in Croazia.
Non sono note le date di nascita e morte del capostipite, Nicolò (Nicoletto), che in un documento del 19 dicembre 1760 si dichiarava allievo del celebre Pietro Nacchini (1694-1769) presso il quale aveva lavorato per 16 anni, dal 1738 al 1754: dopodiché, divenuto «professore», aveva deciso d’intraprendere un’attività indipendente. Dallo stesso documento risulta che tra il 1754 e il 1760 aveva fabbricato nove organi «in molte parti di Terra Ferma, ed anche in Venezia» (in Vio, 1976, p. 83); tra questi sopravvive quello in S. Alvise a Venezia (1760). Per l’organo di Zero Branco (Treviso) – l’ottavo dell’elenco – ottenne la commessa dopo una lunga vertenza tra i committenti e l’organaro Antonio Placca, il cui strumento era stato rifiutato a seguito di alcune perizie negative dello stesso Nicolò e di altri; sebbene Placca avesse presentato una controperizia sottoscritta da Baldassarre Galuppi e Giovanni Battista Pescetti, Moscatelli non si lasciò intimidire dall’autorità dei due musicisti veneziani: «mi son portato dal Sig. Maestro Buranello [scilicet Galuppi], e abbiamo discorso assai del suo organo, e sono arrivato a dirgli che de Organi non se ne intende niente quel che sia l’Arte, ma di musica è homo celebre, e lui su queste parole non ha potuto contradire» (in D’Alessi, 1931, p. 37). Costruì poi gli organi tuttora esistenti a Cattaro (Kotor, Dalmazia) in S. Giuseppe (1762), a Venezia in S. Sebastiano (1763), a Lorenzago di Cadore (Belluno) nella chiesa della Madonna della Difesa (1764) e a Vallà di Riese (Treviso) nella parrocchiale (1768); collaudò inoltre gli organi costruiti da Gaetano Callido in S. Marco a Venezia (1767). Da una sua postilla all’iscrizione sull’organo (non più esistente) costruito nel 1771 dal figlio Domenico in S. Maria a Cattaro si apprende che abitava a Venezia in Campo dei Mori, parrocchia di S. Marziale (S. Marcilian, oggi nella parrocchia di S. Cristoforo detta Madonna dell’Orto), nel sestiere di Cannaregio. Nel maggio 1783 subentrò a Gaetano Callido nel collaudo dell’organo costruito da Francesco Antonio Dacci nella basilica di S. Maria della Salute. Nel 1794 era ancora in vita, giacché percepiva regolarmente i compensi semestrali per la manutenzione dell’organo da lui costruito in S. Sebastiano a Venezia (Vio-Stella, 2005-06, p. 188). Oltre a Domenico, è probabile che anche il Paolo Moscatelli, ricordato per un restauro dell’organo di S. Teresa in Venezia nel 1774, fosse suo figlio.
Domenico nacque a Venezia nel 1744 e verso il 1780 si stabilì a Zara (Zadar). Si ritiene che abbia costruito una quarantina di organi in Dalmazia ed effettuato diversi restauri, ma solo gli organi delle parrocchiali di Nona (Nin, 1780) e di Mulla (Muo, alle Bocche di Cattaro, 1784) sono conservati. I suoi primi lavori si collocano con certezza nel periodo 1771-77; a quest’ultimo anno risale l’organo per i Francescani di Lesina (Hvar), non più esistente, che lo stesso Domenico affermò di aver costruito quale opus 17 «anno aetatis meae trigesimo tertio» (in Šaban, 1974, p. 160). Al 1786 risalirebbe invece il suo strumento più grande, costruito per la cattedrale di Lesina e disperso dopo la prima guerra mondiale. Morì tra il 1786 (data dei due ultimi lavori noti) e il 1788; nell’atto di matrimonio del figlio Gaetano, redatto a Zara il 25 novembre di quell’anno, risulta defunto (ignoto il luogo). Dei suoi figli Giuseppe e Gaetano sembra che solo quest’ultimo abbia continuato l’arte paterna.
Gaetano nacque a Venezia verso il 1765. Verso il 1780 giunse a Zara col padre, succedendogli pochi anni dopo. Qui sposò il 25 novembre 1788 la veneziana Maria Fonda; dal matrimonio nacquero tre figli, probabilmente deceduti in tenera età (Šaban, 1974, p. 256, con albero genealogico). Costruì il primo organo a Paludi (Poljud presso Spalato) nel 1786 e il secondo (numerato come op. 2) a Vallo della Brazza (Bol, isola di Brač) nel 1787. Intorno al 1792 lasciò Zara definitivamente. Nel 1793 risiedeva a Pucischie (Pučišća) sulla Brazza, col fratello Giuseppe, del quale nulla sappiamo; nello Status animarum e nel Liber baptizatorum di quella parrocchiale (anni 1792-93, 1795) viene curiosamente designato come «Cajetanus Verminella alias Moscatelli» (ibid., p. 229). Nel 1799 si trasferì a Curzola (Korčula) e pochi anni dopo (1804) a Segna (Senj), prodigandosi anche come organista nelle rispettive cattedrali, ma a causa del deteriorarsi della situazione economica dalmata (specialmente dopo l’occupazione francese del 1806), emigrò nella Croazia settentrionale, a Zagabria, all’epoca ancora sotto il dominio austriaco. Rivolse una domanda al capitolo di quella cattedrale per esservi assunto come cantore, ma nell’agosto 1808 non superò la prova d’ammissione; decise comunque di restare a Zagabria, dove nel 1809 – grazie a lettere di presentazione – ottenne l’incarico di costruire un organo nella parrocchiale di Odra. Anche qui la crisi dilagava a causa della guerra tra Austria e Francia: si dovette dunque contentare perlopiù di lavori di manutenzione e restauro. Nonostante l’esito negativo della richiesta di un prestito bancario per poter riorganizzare l’attività (1811), riuscì a costruire ancora qualche strumento: per quello di Ivanić (1813) fu accusato di frode per aver costruito i registri di concerto solo nei soprani, secondo una consuetudine dell’organaria veneta che doveva essere sconosciuta in quei luoghi. Tali difficoltà, unite a quelle provocate dalla guerra, lo indussero a lasciare la Croazia nel giugno 1815; si presume che sia rientrato a Venezia. Nel 1818, di nuovo in Dalmazia, costruì un organo di 16 piedi (op. 52) per i domenicani di Sebenico (Šibenik). Nel 1821 Agostino e Antonio Callido gli affidarono il montaggio d’un loro organo a Milona (Milna della Brazza), dov’era residente almeno da quell’anno, e dove morì il 18 dicembre 1822.
I Moscatelli furono i continuatori – assieme ai Dacci (o Dazzi), ai Callido e ai loro successori – degli indirizzi costruttivi introdotti da Pietro Nacchini (Lunelli, 1973, pp. 22 s.). L’elenco degli organi dei Moscatelli in Šaban 1974, pp. 254-256, va integrato con gli aggiornamenti in Radole, 1975, e con l’aggiunta dell’organo di Spercenigo di San Biagio di Callalta (Treviso), riformato nel 1893 da Carlo Aletti e restaurato nel 1992.
Fonti e Bibl.: Zagreb (Zagabria), Hrvatska akademija znanosti i umjetnosti (Academia scientiarum et artium croatica), Odsjek za povijest hrvatske glazbe (sezione di storia musica croata), fondo Ladislav Šaban (1918-1985): appunti e ricerche su organi e organari (Orgulje i orguljari), sub M. (consultabili da http://info.hazu.hr/home); E.A. Cicogna, Delle inscrizioni veneziane, IV, Venezia 1834, p. 154; F. Bulić, Orgulje glasovitih umjetnika po crkvama u Dalmaciji (Organi di celebri costruttori nelle chiese della Dalmazia), in Bullettino di archeologia e storia dalmata, XXXVIII (1915), pp. 1-8; A. Zaninović, Graditelj orgulja u župskoj crkvi u Bolu na Braču (L’organo nella chiesa parrocchiale di Vallo della Brazza), in Sveta Cecilija, XV (1921), 5, pp. 121 s.; Id., Još nešto o orguljarima i orguljama u Bolu (Ulteriori notizie su organisti e organi a Vallo), ibid., XVII (1923), 4, p. 108; G. D’Alessi, Un interessante questione d’arte organaria veneta del 1759, inBollettino bibliografico musicale, VI (1931), pp. 27-45; I. Babarović, Orgulje i orguljaši u Sutivanu (Organi e organisti in San Giovanni della Brazza), in Sveta Cecilija, XXXII (1938), 3, pp. 87 s.; R. Lunelli, Contributi dalmatini e sloveni alla rinascita e alla diffusione dell’arte organaria veneziana settecentesca, in Archivio veneto, LXXII (1942), p. 198; Notizie d’arte tratte dai notatori e dagli annali del n.h. Pietro Gradenigo, a cura di L. Livan, Venezia 1942, pp. 48 s.; S. Dalla Libera, Saggio di un regesto degli organi della città di Venezia, in L’Organo, II (1961), p. 26; Id., L’arte degli organi a Venezia, Venezia 1962, pp. 179 s., 214 s., 218; V. Giacobbi - O. Mischiati, Gli antichi organi del Cadore, in L’Organo, III (1962), pp. 26 s.; R. Lunelli, Studi e documenti di storia organaria veneta, Firenze 1973, pp. 204 s.; C. Fišković, Iz glazbene prošlosti Dalmacije. Orgulje (Della storia musicale della Dalmazia. L’organo), in Časopis Mogućnosti, XXI (1974), pp. 6 s., 711-764; L. Šaban, Doprinos trojice Moscatella orguljarstvu Dalmacije (Contributo dei tre M. all’organaria in Dalmazia), in Radovi centra Jugoslavenske akademije znanosti i umjetnosti u Zadru / Acta centri Academiae scientiarum et artium slavorum meridionalium Iaderae constituti XXI (1974), pp. 217-260 (abstract in inglese, pp. 258-260), e recensione con integrazioni di G. Radole in L’Organo, XIII (1975), pp. 158-165; G. Vio, Documenti di storia organaria veneziana, in L’Organo, XIV (1976), pp. 83-85; XV (1977), pp. 72, 74 s.; G. Zanatta, Gli organi della città e diocesi di Treviso, Treviso 1976, pp. 454 s.; O. Mischiati, Repertorio toponomastico dei cataloghi degli organari italiani 1587-1930, Bologna 1995, p. XIV; Id., Elenco delle pubblicazioni e delle consulenze di restauro organario, in L’Organo, XXXVII (2004), p. 62; G. Vio - L. Stella, Documenti di storia organaria veneziana, ibidem XXXVI (2003), p. 256; XXXVIII (2005-06), pp. 173, 184-189; E. Armano, Gaetano M. i njegove orgulje u Sjevernoj Hrvatskoij (G.M. e i suoi organi nella Croazia settentrionale), in Bašćinski glasi: južnohrvatski etnomuzikološki godišnjak, VIII (2004), 1, pp. 199-205; G. Vio - L. Stella, Documenti di storia organaria veneziana - VIII, in L’Organo, XLI (2009), pp. 67, 70, 90 s., 174-176.