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Morubaldini (Mori-Ubaldini)

di Arnaldo D'addario - Enciclopedia Dantesca (1970)
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Morubaldini (Mori-Ubaldini)

Arnaldo D'addario

Famiglia ancora fiorente in Firenze, discendente dall'antica casata degli Aldobrandinelli, che fu potentissima in Signa, ove possedeva case e torri cintate di mura.

Fra i primi esponenti di questa casata - che fu costantemente guelfa - si ricorda con precisione di particolari un messer Bandinello di Ubaldino, cavaliere ‛ a spron d'oro ', che fu uno dei capitani dell'‛ oste ' fiorentina a Montaperti; da suo figlio Ubaldino nacquero, fra gli altri, Morando, vescovo di Fano e di Cagli (1259) e poi (1274) vicario pontificio nella Marca; Guido, detto ‛ Corazza ', gonfaloniere di giustizia di Firenze nel 1300; More, dal cui nome i discendenti presero la ‛ cognazione ' che ancora li distingue, distaccandosi dal ceppo degli Aldobrandinelli, e che fu membro della signoria (1313, 1326, 1332 e 1335). Uno dei molti figli di More, il giureconsulto Giovanni, fu inviato dal comune come ambasciatore dapprima (1333) presso il re di Boemia e quindi (1336) presso il pontefice, il quale gli conferì la dignità equestre; suo fratello Bartolo fu nominato castellano di Arezzo nel 1340 e fu (1357, 1369) gonfaloniere di giustizia oltre che priore (1360, 1365, 1371); da lui nacque un altro Giovanni, anch'egli gonfaloniere (1407) e più volte (1394, 1398, 1400, 1411) priore, oltre che podestà di Città di Castello (1410).

A un altro ramo della famiglia appartenne messer Bonifazio di ser Rinaldo, il legista che D. qualifica (Pd XVI 56-57) come quel da Signa, / che già per barattare ha l'occhio aguzzo, e che, principale esponente quale fu della Parte nera, contribuì all'esilio del poeta, attirandosi il giudizio infamante che lo distingue nella Commedia. Questo Bonifazio fu priore quattro volte (1302, 1307, 1309, 1311), e gonfaloniere nel 1316.

Oltre i tempi di D., i M. continuarono a far parte della classe dirigente della repubblica (alla quale dettero, fra il 1282 e il 1532, ventidue priori e sei gonfalonieri di giustizia) e di quella del principato mediceo e lorenese.

Il cognome di questa famiglia ha tratto in errore molti genealogisti, i quali (come G.B. Ubaldini, lo storico della consorteria toscana) la fecero derivare dagli Ubaldini di Mugello; ma esso è solo la conseguenza della trasformazione in cognome del patronimico Mori Ubaldini portato dai discendenti di More di Ubaldino di Bandinello.

Bibl. - L'albero genealogico dei M. è stato ricostruito sulla base di un'ampia documentazione da L. Passerini (biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, Carte Passerini 189/73) aggiornato fino ai nostri tempi dal genealogista C. Sebregondi (Archivio di Stato di Firenze, Carte Sebregondi 3689). Una concisa rassegna della vicenda genealogica degli Aldobrandinelli e dei M. si trova nel commento fatto da L. Passerini al romanzo storico di A. Ademollo, Marietta de' Ricci, ecc., V, Firenze 1845², 1641-1642, oltre che nelle opere di G.G. Warren Lord Vernon, L'Inferno di D.A. disposto in ordine grammaticale e corredato di brevi dichiarazioni, Il (Documenti), Londra 1862, 551; e Scartazzini, Enciclopedia 1285-1286. Più recente e aggiornata fino ai membri attualmente viventi della casata è la genealogia ricostruita da F. Sartini nell'Enciclopedia storico nobiliare italiana, a c. di V. Spreti, IV, Milano 1931, 703-705.

Vocabolario
dulce et decorum est pro patria mori
dulce et decorum est pro patria mori (lat. «è dolce e bello morire per la patria»). – Noto verso delle Odi di Orazio (III, 2, 13), spesso citato per risvegliare l’amor di patria o per esaltare il sacrificio di chi per la patria ha dato...
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