MOROZZO DELLA ROCCA
. Famiglia, divisa in parecchi rami, come Brusaporcelli, Puliselli e Morozzo, unico superstite. Prese il nome da uno dei numerosi feudi posseduti nell'antico contado di Bredulo (Mondovì). Si riattacca alla casa Robaldina e conta tra i più lontani antenati un Eremperto, figlio di Gezone da Stolezano che è ricordato vivente alla fine del sec. X. Per difendersi contro i comuni di Cuneo e di Mondovì i M. fecero omaggio al vescovo d'Asti, ma nel 1240 dovettero rassegnarsi a fare omaggio ai due comuni, finché Mondovì nel 1250 distrusse i due castelli di Morozzo. Durante la dominazione angioina furono dichiarati ribelli dal re Roberto, che nel 1319 donò il luogo di Morozzo al marchese di Ceva. Le loro sorti si rialzarono alquanto in Mondovì dopo la caduta definitiva della dominazione angioina, ma riebbero Morozzo, con titolo comitale, solo nel 1628 con Carlo Filippo gran cancelliere di Savoia. Degni di memoria sono anche Rolando, o Robaldo, che nel 1222 in Alba era a capo della Società popolare; Gerolamo, professore nell'università fondata in Mondovì da Emanuele Filiberto; Lodovico, suo figlio, primo presidente del senato di Piemonte; Carlo Giuseppe vescovo di Bobbio alla fine del sec. XVII; un suo omonimo vescovo di Saluzzo, storico di Mondovì, del principio del secolo seguente; Emanuele, il principale fra gli storici moderni di Mondovì.
Bibl.: P.V. Angius, Sulle famiglie nobili della Monarchia di Savoia, IV, Torino 1857; P. Litta, Famiglie nobili italiane, s. v.; E. Gabotto, Origine delle grandi famiglie dell'Italia Subalpina, in Riv. Collegio Araldico, 1911.