MORELLINI, Moroello
MORELLINI, Moroello. – Nacque a Cesena l’8 settembre 1906, da Domenico, professore di lettere al liceo classico e cultore di studi danteschi, e da Lina Montanari.
Laureatosi il 13 luglio del 1931 in medicina e chirurgia presso l’Università di Bologna, con una tesi dal titolo «La bartonellosi sperimentale», conseguì, nell’autunno dello stesso anno, l’abilitazione all’esercizio della professione presso l’Università di Napoli. Dopo un periodo di servizio all’ospedale civile di Cesena, nel 1933 si trasferì a Roma, dove frequentò la scuola di specializzazione in tisiologia dell’Università di Roma e operò come medico interno nella clinica universitaria, allora ospitata presso il sanatorio di Porta Furba, conseguendo la specializzazione in tisiologia nel 1934. Nel 1935 divenne prima assistente incaricato, poi, dopo pubblico concorso, assistente effettivo dell’Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS), svolgendo le sue ricerche presso i reparti clinici e il laboratorio batteriologico dell’Istituto Carlo Forlanini di Roma, inaugurato il 1° dicembre 1934 come ospedale sanatoriale dell’INPS e clinica della tubercolosi dell’Università di Roma e costruito seguendo le direttive scientifiche di Eugenio Morelli, che ne era il direttore ed era stato allievo di Forlanini. Dopo un breve periodo (aprile-settembre del 1936), in cui venne richiamato alle armi e prestò servizio come sottotenente medico di complemento in Africa settentrionale, Morellini divenne, nel 1937, assistente volontario della clinica tisiologica e, dopo pubblico concorso, nel 1938, assistente effettivo della cattedra di tisiologia di cui Morelli era titolare.
Nel 1939 gli venne assegnata una borsa di studio dalla direzione generale della Sanità pubblica, grazie alla quale poté recarsi presso l’Istituto Paul Ehrlich di Francoforte sul Meno, per perfezionare le sue conoscenze delle tubercoline e delle tecniche di coltura dei tessuti. Sempre nel 1939, ricevette dall’INPS la qualifica di medico primario fuori ruolo dell’Istituto Carlo Forlanini, dove svolgeva la sua attività di ricerca presso il laboratorio di sierologia. Nel 1940 venne di nuovo chiamato alle armi col grado di tenente medico e prestò servizio in Piemonte, in Albania e in Grecia. Nel 1942, rientrato in patria, conseguì la libera docenza in tisiologia, confermatagli in seguito nel 1948, e assunse la direzione del laboratorio di sierologia del Forlanini. Iniziò, inoltre, a insegnare presso la scuola di specializzazione in tisiologia dell’Università di Roma, nei corsi riservati all’aggiornamento scientifico dei direttori di sanatorio, e a collaborare alla didattica della cattedra di tisiologia.
Nel 1945 venne inviato dall’alto commissariato per l’Igiene e la Sanità e dall’INPS all’Istituto Pasteur di Parigi per apprendere le tecniche di trattamento della tubercolosi con ammide nicotinica. Nel 1952 fu nominato primario del centro studi dell’INPS Carlo Forlanini e, a conferma dell’estensione dei suoi interessi di ricerca, nel 1953 divenne collaboratore del laboratorio di microbiologia dell’Istituto superiore di Sanità, diretto da Giuseppe Penso, occupandosi di immunologia sperimentale, e conseguendo nel 1954 la libera docenza in microbiologia, che gli venne poi confermata nel 1961.
Nel 1956 partecipò alla prima delegazione medica italiana che si recò nella Cina maoista, documentando in un articolo la situazione relativa alla tubercolosi in quel Paese (La situazione generale dell’igiene sociale con particolare riguardo alla tubercolosi, in Minerva medica, numero speciale intitolato Medicina e assistenza sociale in Cina, 1957, vol. 48, pp. 2049-2054). Nel 1960, svolse per il Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) una missione nell’allora Congo Belga volta al reperimento di materiale micobatterico.
Sperimentatore e clinico di altissimo livello, i suoi interessi spaziavano dalla ricerca clinica alla microbiologia, all’immunologia, alla chimica biologica e, oltre i confini stessi della medicina, alla zoologia e alla botanica.
Nell’ambito delle sue ricerche presso il Forlanini, concentrò i suoi studi sull’influenza di sostanze riducenti sullo svolgimento dei processi immunitari, instaurando una collaborazione, che sarà pluridecennale e feconda, con i biochimici dell’istituto. Sempre in campo immunologico, sono da ricordare gli studi suoi e dei suoi collaboratori sulle proprietà antigeniche degli estratti di membrana cistica di Echinococcus granulosus, che hanno condotto all’elaborazione della reazione che porta i loro nomi per l’indagine sierologica per l’idatidosi umana.
Gli studi sulla biologia, la morfologia, la sistematica dei micobatteri senza dubbio costituirono il centro degli interessi di Morellini come sperimentatore. L’indagine della composizione antigenica dei micobatteri e le ricerche volte a saggiare le capacità antimicobatteriche dei nuovi prodotti lo condussero ai risultati sugli inibitori della streptomicina e dell’isoniazide e alla messa a punto di un metodo originale, a metà strada fra le prove in vitro e quelle in vivo, centrato sul microlepidottero notturno Galleria mellonella, per lo studio dell’attività antimicobatterica.
Affrontò, inoltre, problemi batteriologici nel campo della clinica e dell’epidemiologia della tubercolosi, studiando, per esempio, l’importanza delle mosche dei sanatori quale veicolo di diffusione dell’infezione tubercolare e modificando le concezioni in proposito dell’epoca. Le ricerche di Morellini in pneumologia si concentrarono sulla tubercolosi aviaria dell’uomo, sulla sindrome di Kartagener, sulla neoplasia polmonare nota come adenomatosi polmonare e sulle frequenti localizzazioni polmonari del granuloma di Hodgkin.
Un contributo scientifico duraturo e fondamentale, per l’ampiezza e per il rigore con cui fu condotto, fu quello pubblicato insieme con i suoi collaboratori nelle due note: Contributo alla soluzione dei problemi relativi alla tipizzazione dei micobatteri I, in Annali dell’Istituto Carlo Forlanini, 1964, vol. 24, n. 1, pp. 33-153, e Contributo alla soluzione dei problemi relativi alla tipizzazione dei micobatteri II, ibid., n. 2, pp. 165-194, lavoro che consentiva una sistematizzazione dell’argomento mai riuscita prima.
Non vanno dimenticate, in un’epoca in cui viene spesso lamentata la separazione tra la cultura scientifica e la cultura umanistica, la partecipazione attiva di Morellini alla vita culturale e artistica di Roma e la sua attività di promozione della conoscenza e della diffusione delle arti. Amico di pittori e scultori e scultore egli stesso, partecipò a diverse mostre collettive e alla VII Quadriennale di Roma del 1955, che ebbe come segretario generale il critico d’arte Fortunato Bellonzi e come presidente lo scrittore Antonio Baldini. Frequentava abitualmente i cenacoli culturali della capitale, come casa Mazzullo, dove la domenica si riunivano artisti e letterati tra cui Giuseppe Ungaretti, Cesare Zavattini, Renato Guttuso, Marcello Venturoli, Antonio Corpora e Antonio Vangelli.
I suoi giudizi critici erano ricercati e apprezzati dagli artisti dell’epoca come Corrado Cagli, Guttuso, Mario Mafai, Giovanni Omiccioli, Giulio Turcato, Emilio Greco, Giuseppe Mazzullo, Mirko e molti altri. Ha scritto di lui Cagli: «La tela di Moroello ha una trama greca, l’estro, e un ordito latino, l’assillo. Su quella tela, come su uno schermo, ho visto passare, per anni, la biologia come favola, la botanica come rituali religiosi, l’archeologia come giorni di caccia e di pesca, la preistoria come ritorni ai luoghi della prima infanzia, la scultura come sogni onirici, la poesia, infine, come umanità» (in Fondazione Morellini. Catalogo delle opere donate, Cesena 1967, p. n.n.). Un amore per l’arte che trasmetteva anche ai suoi colleghi impegnati nella ricerca scientifica e medica e che si coniugava a una dirittura morale e a una disponibilità verso il prossimo che traspare dai ricordi che di lui hanno lasciato gli amici, i colleghi del Forlanini e i familiari, la moglie Gabriella Corvo e i due figli, Marina, genetista, e Maurizio, architetto.
Le sue doti di medico e scienziato nella direzione dei suoi gruppi clinici e di ricerca furono associate a una straordinaria generosità, calore umano e impegno di insegnamento nei riguardi dei suoi numerosi collaboratori e allievi dell’Istituto Forlanini e dell’Istituto superiore di Sanità (tra cui Luciano Vella, Giuseppe Vicari, Alfredo Zampieri), che una volta ultimata la loro collaborazione rimasero tutti devoti alla sua figura e legati di profonda amicizia alla sua persona.
Morì a Roma l’8 novembre 1964.
Gli è stata conferita, postuma, la medaglia d’oro al merito della Sanità pubblica dal presidente della Repubblica, con decreto del 21 luglio 1965. Dopo la morte, i suoi amici hanno costituito, con le donazioni di pittori e scultori, una fondazione a suo nome, che ha rappresentato il primo nucleo della pinacoteca comunale di Cesena.
Opere: l’attività scientifica di Morellini è testimoniata da oltre un centinaio di pubblicazioni, per la maggior parte costituite da articoli scientifici o da voci di enciclopedie scientifiche. Si ricordano qui solo le principali, divise in base al settore disciplinare cui la ricerca si riferisce: 1) immunologia: Reazioni immunitarie e sostanze riducenti, con C. Cattaneo, in Boll. dell’Ist. sieroterapico Milanese, 1939, vol. 18, pp. 52-56, dove si determina l’influenza di sostanze come l’iposolfito di sodio, l’acido ascorbico o l’adrenalina, ovvero sostanze riducenti, sui processi immunitari e se ne dimostra la capacità di apportare un aumento nella formazione di anticorpi nel coniglio; in una serie di articoli collegati (con L. Ferri - V. Romeo, Proposta di un nuovo antigene per la deviazione del complemento nella diagnosi sierologica della echinococcosi, in Il Policlinico, sez. pratica, 1957, vol. 64, n. 34, pp. 1117-1124; con L. Ferri, La diagnosi immunologica della idatidosi umana con l’antigene contenuto nell’estratto acquoso della membrana cistica, in Minerva Medica, 1960, vol. 51, pp. 2433-2443; con L. Ferri, Ulteriori risultati sulla diagnosi sierologica della idatidosi umana con l’antigene contenuto nell’estratto acquoso della membrana cistica, in Parassitologia, 1960, vol. 2, pp. 241- 245) Morellini propone un diverso modo di diagnosticare la idatidosi, basato sull’utilizzo dell’estratto acquoso delle membrane cistiche invece che sul liquido cistico, metodo che raggiunse la una capacità di rilevamento del 91,55% con una percentuale di falsi positivi dell’1,13%, rappresentando un miglioramento notevole delle capacità diagnostiche dell’epoca. 2) sistematica, morfologia e biologia dei micobatteri: il lascito scientifico principale di Morellini in questo settore è il sopra ricordato Contributo alla soluzione dei problemi relativi alla tipizzazione dei micobatteri, pubblicato in due note del 1964, dove, utilizzando tecniche diverse su ogni ceppo batterico, se ne evidenziano le diverse caratteristiche, riuscendo così a pervenire a una classificazione sistematica delle specie batteriche descritte. 3) epidemiologia: la ricerca di Morellini si concentrò particolarmente nello studio delle mosche all’interno dei sanatori, arrivando a confutare due opinioni consolidate in ambito scientifico con gli articoli: Micobatteri tubercolari e paratubercolari nella mosca domestica adulta, in Nuovi Annali d’igiene e microbiologia, 1952, vol. 3, p. 305; con G. Saccà, Alcuni aspetti del meccanismo di diffusione del b. tubercolare da parte di mosca domestica, in Rend. dell’Ist. superiore di Sanità, 1953, vol. 16, nn. 4-6, pp. 267-285, e con il testo Rapporti fra mosca domestica e infezione tubercolare, in Contributi alla pneumotisiologia, Roma 1956, dove si confuta la tesi secondo cui la mosca che si nutre di cibi contaminati da bacilli tubercolari contrae una forma di diarrea che aumenta la diffusione della tubercolosi e si dimostra l’impossibilità per la mosca di diffondere i bacilli tubercolari attraverso il rigurgito della ingluvie, poiché tale rigurgito non viene mai depositato dove la mosca si posa. 4) ricerca antitubercolare: il contributo più rimarchevole è senza dubbio la già ricordata messa appunto del test della Galleria mellonella, per saggiare l’attività antimicobatterica di prodotti e farmaci, di cui si ha testimonianza in una lunga serie di articoli, che negli anni ha convalidato le iniziali ricerche esposte in: Studi sulla tubercolosi degli animali refrattari e sull’antibiosi tubercolare. Il comportamento della Galleria mellonella e di alcune mosche di fronte al b. di Koch, in Annali dell’Ist. Carlo Forlanini, 1947, vol. 10, n. 2, pp. 157- 175 (con C. Cattaneo).
Fonti e Bibl.: Testimonianza della carriera studentesca universitaria di Morellini si trova in Arch. storico dell’Università di Bologna, Fascicoli degli studenti, f. 8570, M. M. un’importante fonte di notizie è un curriculum vitae, fatto stampare in Roma nel 1962 da Morellini stesso, sul cui frontespizio si legge: Dott. Prof. Moroello Morellini|Curriculum vitae|attività scientifica|e pubblicazioni|Roma - 1962, che consta di 24 pagine non numerate e presenta una coperta in cartoncino conforme al frontespizio, sulla cui ultima pagina, in fondo, si legge: Tipografia Carlo Corvo | Roma V. Cernaia, 1, conservato in Roma presso l’archivio privato della famiglia Morellini; un ricordo della personalità di Morellini e della sua opera scientifica si legge in: A. Omodei Zorini, Necrologio, in Annali dell’Ist. Carlo Forlanini, 1964, vol. 24, n. 3, pp. 287-292; per la parteci-pazione alla Quadriennale di Roma del 1955 si veda il Catalogo della VII Quadriennale nazionale d’Arte di Roma, Roma 1956.