MORETUS (fiammingo Moerentorf)
Nome d'una famiglia di stampatori, il primo dei quali, Jean, genero di Chr. Plantin, succedette al celebre tipografo di Anversa; i suoi discendenti seguitarono a dirigere la stamperia del Plantin sinché questa fu trasformata in pubblico museo (1876). I principali rappresentanti della casata, e gli anni in cui essi diressero l'officina di Anversa, vengono qui dati in ordine cronologico:
Dal 1589 al 1597 Jean M. (nato nel 1543) diresse la stamperia con la vedova del Plantin; in seguito rimase solo alla direzione sino alla morte (1610). Sotto la sua guida l'importanza delle edizioni fu inferiore a quella avuta al tempo del Plantin. J. M. si occupò di letteratura fiamminga e tradusse in questa lingua il De Constantia di Giusto Lipsio e alcuni canti della Semaine del Du Bartas.
Dal 1610 al 1616 le edizioni della casa recano la soscrizione: "vedova e figlio di J. M.". Dal 1616 al 1618 i capi sono Balthazar I e Jean II, figli di Jean I. Nel 1618, alla morte di Jean II, il fratello assume da solo la direzione, ma nello stesso anno si associa con J. Meursius. Questa unione si scinde nel 1628, e Balthazar resta solo sino alla morte (1641). Umanista di eccellente cultura, allievo e amico del Lipsio, Balthazar ha lasciato versi latini di rara eleganza; egli diede alla stamperia un nuovo fulgore. Col suo amico P. P. Rubens creò il tipo del bell'in-folio di Anversa del sec. XVII, illustrato da molte incisioni su rame, progettate dallo stesso Rubens ed eseguite dai Galle e da altri maestri incisori. Ingrandì gli edifizî della stamperia, dando loro il carattere imponente e grazioso insieme che anche oggi si ammira.
Balthazar I morì celibe e a lui successe il nipote Balthazar II, figlio di Jean II. Dopo di questi la casa passò a Balthazar III, suo figlio maggiore. Balthazar III ebbe un titolo di nobiltà da Carlo II di Spagna, nel 1692, per i servizî resi alla monarchia da lui e dai suoi antenati, e ottenne, insieme con il titolo nobiliare, il privilegio di poter continuare nel suo mestiere senza che ciò costituisse deroga alla sua condizione di nobile. Morì nel 1696 e la sua vedova continuò nella direzione sino al 1714, anno della sua morte. Le successe suo figlio Balthazar IV, che resse la casa sino al 1730.
Da quest'epoca l'importanza dell'officina Plantin-Moretus diminuì di molto e il lavoro si limitò più che altro alla ristampa di opere previamente edite; raramente furono prese iniziative nuove. Il più gran merito degli ultimi M. fu quello di conservare rispettosamente tutto ciò che i maggiori avevano loro trasmesso. Grazie ad essi il materiale della stamperia e della fonderia, la biblioteca, le collezioni di legni e di rami incisi, le collezioni artistiche, i preziosi archivî della famiglia e della ditta si trovano ancora nell'antico edifizio, occupato dal Plantin e dai suoi discendenti per oltre tre secoli e oggi divenuto museo.
Gli ultimi proprietarî della stamperia furono: Jean-Jacques (1730-1757); François-Jean (1757-1768); Marie de Borrekens, vedova di questi (1768-1797); Jacques, Louis e François, figli di Jean-Jacques, sino al 1808; Louis, François, Xavier, dal 1808 al 1820; Albert, François, Hyacinthe (1820-1865); Édouard, Joseph, Hyacinthe (1865-1876).
Bibl.: v. plantin e inoltre: M. Sabbe, Un imprimeur au seuil de la noblesse, Anversa 1928; id., De Moretussen en hun Kring., ivi 1928; id., Demêlés des Moretus avec les R. P. Jéromites de l'Escurial au XVIIIe siècle, ivi 1929; id., in Gutenberg Jahrb., 1930, pp. 246-68.