Morandini, Morando
Critico cinematografico, nato a Milano il 21 luglio 1924. Uno dei pochi studiosi che ha saputo attraversare le diverse fasi del cinema, italiano e mondiale, elaborando una visione della critica come risultato di una percezione emotiva e non semplicemente intellettuale.
Dopo aver vissuto a Como ed essersi laureato in lettere all'Università statale di Milano, nel 1947 diventò giornalista professionista e dal 1949 tornò nella sua città natale. Appassionato di cinema, iniziò a collaborare come critico cinematografico per vari quotidiani come "La notte" (dal 1952 al 1961), "Stasera" (dal 1961 al 1962) e infine "Il giorno" (dal 1965 al 1998), e come critico televisivo dal 1966 al 1974. Collaborò inoltre con moltissime altre testate ‒ fu anche direttore del mensile "Schermi" dal 1958 al 1960 ‒, occupandosi non solo di cinema ma anche di altre forme di spettacolo, come televisione e teatro (ha dedicato al teatro di rivista degli anni Cinquanta anche una monografia, Sessappiglio: gli anni d'oro del teatro di rivista, uscita nel 1978).
Autore di numerose monografie su celebri registi come Sergej M. Ejzenštejn, Marco Ferreri, Bernardo Bertolucci, John Huston, M. è stato coautore (con G. Fofi e G. Volpi) della Storia del cinema. Dalle origini ai giorni nostri (1988), uno dei long sellers della pubblicistica sul cinema in Italia, in quattro volumi, articolata in saggi di ampio respiro volti ad analizzare puntualmente tematiche e correnti, poetiche e svolte linguistiche al fine di mostrare la complessità di una storia eterogenea che non si è sviluppata semplicemente in senso cronologico ma si è diramata secondo percorsi paralleli o incrociati, rimandi e collegamenti che hanno superato spesso le barriere nazionali. Ha curato tra l'altro il volume Matrimonio in bianco e nero (1963), dedicato al film Una storia moderna: l'ape regina (1963) di Ferreri, sequestrato a causa della presenza di un fotogramma del film che era stato censurato, unico caso tra i libri di cinema pubblicati in Italia. È stato attore in Prima della rivoluzione (1964) di B. Bertolucci e ha recitato in Remake (1987) di Ansano Giannarelli nella parte di sé stesso. Ha collaborato alla sceneggiatura di Italia: ultimo atto? (1977) ed Eroina (1980), entrambi di Massimo Pirri. Tra i vari incarichi, ha ricoperto quello di direttore (dal 1984 al 1997, e di nuovo nel 2003 insieme ad Antonio Costa e Daniele Segre) di Anteprima, rassegna del cinema indipendente italiano di Bellaria. Dal 1992 ha tenuto regolarmente corsi di cinema all'Università statale di Milano. Nel 1995 ha pubblicato Non sono che un critico, testo autobiografico di riflessioni sulla critica cinematografica, in cui M. mette in evidenza l'idea che la critica sia una forma di scrittura in cui il soggetto che scrive scopre, attraverso la visione del film e le emozioni che esso suscita, innanzitutto sé stesso, la propria sensibilità di spettatore e di essere umano. Nel 1998 ha ricevuto il premio Ennio Flaiano per la critica cinematografica. Con la moglie Laura e la figlia Luisa ha pubblicato il Morandini ‒ Dizionario dei film, giunto nel 2003 alla sesta edizione.
C. Bragaglia, Critica e critiche, Milano 1987, passim; L. Pellizzari, Contributi ad una storia delle critica cinematografica italiana, Roma 1999, passim.