MORANDI, Antonio, detto Terribilia
Architetto bolognese, morto nel 1568. Si conforma agli esempî del Vignola e di G. Alessi nell'uso del bugnato, nel disegno delle finestre doriche a lesene scanalate e nei cornicioni retti da mensole. Nelle sue fabbriche predominano le orizzontali, ed il complicato sistema decorativo, che deroga ai precetti classici, è monotono e privo di armoniosi risalti. Il M. lavorò costantemente a Bologna, e vi restaurò, insieme con Andrea da Formigine, S. Procolo (1536); ricostruì i chiostri di S. Giovanni in Monte (1543-48), il palazzo Marconi, la casa Montanari-Bianchini e lo scalone del convento dei Servi; rifece il tiburio caduto di S. Giacomo Maggiore (1562). Gli vengono attribuiti un chiostro degli Esposti (1547) e la facciata del palazzo Zerbini-Bonasoni. Nipote, o più verosimihnente figlio di lui, Francesco, detto del pari Terribilia, morto nel 1603, fu architetto più per consuetudine domestica che per vocazione. Alla bella cisterna - ora nel cortile della R. Accademia di belle arti - eseguita nel 1587, tennero dietro tre lavori la cui attribuzione non è sicura: la casa Pallotti (1583 c.), il campanile dei Celestini (1595) e il solido ed ampio palazzo del Govermo (1603). Il M., come ingegnere di S. Petronio, preparò un progetto, lodato dal Palladio, per la facciata di questa basilica, e nel 1589 ne alzò la prima vòlta, ma il lavoro fu presto interrotto da aspre critiche. Fuori di Bologna, egli fabbricò la chiesa di S. Mattia del Monte presso Cesena.
Bibl.: Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXV, Lipsia 1931. Inoltre: Oretti, Notizie de' professori del disegno (Bibl. com. di Bologna, mss. n. B. 123, cc. 402-404); A. Foratti, Aspetti dell'arch. bol. dalla seconda metà del sec. XVI alla fine del Seicento, in Il comune di Bologna, 1931, fasc. 12.