MONTPENSIER, Louis II di Borbone, conte, poi duca di
Nato a Chantilly nel 1513, dapprima conte, fu elevato alla dignità di duca-pari nel 1539 da Francesco I. Rimase però in ombra come tutti gli altri Borboni, durante i regni di Francesco I e d'Enrico II, che non dimenticavano il tradimento del contestabile Carlo; riuscì invece a ottenere il favore di Caterina de' Medici. Scatenatasi la guerra di religione, adottò provvedimenti radicali contro i protestanti: ad Angers uccise gli uomini, ribattezzò i fanciulli, costrinse le donne a recarsi per forza alla messa. Dopo la morte del Montmorency, insieme col duca di Nemours e del Cossé fu il capo effettivo dell'esercito, perché il duca d'Angiò, a cui era stato conferito il comando supremo delle forze, era sotto la tutela dei tre capitani. Nella campagna del '68, mentre l'esercito reale col grosso delle forze si concentrava sulla Loira, il M. con poche migliaia di uomini sorprese due reggimenti dell'esercito protestante del Mezzogiorno e ne uccise il capo; dopo, si congiunse con l'esercito reale. Ebbe parte altissima anche nella campagna del '74 e del '75; ma poi lo spettacolo di miseria dei contadini, imploranti in ginocchio misericordia, indusse l'intransigente cattolico su cui pesava l'ombra del massacro di S. Bartolomeo a lanciare un appello alla moderazione davanti ai tre stati ('77). Così, portò un gran contributo alla pace di Bergerac (17 settembre '77) e all'editto di Poitiers. Condusse negli ultimi anni vita serena; morì nel 1582.
Bibl.: J. H. Mariéjol, La Réforme et la Ligue. L'Édit de Nantes, in Histoire de France del Lavisse, VI, i, Parigi 1904, passim.