MONTPELLIER (A. T., 35-36)
Città della Francia meridionale, capoluogo del dipartimento del Hérault, sorta a 10 km. dal Mediterraneo su un'altura poco elevata (27 m.), ma facilmente difendibile, nel punto in cui i garrigues più si avvicinano al mare, lungo la via romana che da Nîmes porta a Tolosa. Il centro primitivo constava di due nuclei, Montpellier presso il Peyrou e Montpelliéret verso l'Esplanade, che vennero racchiusi in un'unica cinta nel 1150. Il Lez navigabile univa al Mediterraneo la città, che in breve tempo si sviluppò, fino a divenire, nel periodo delle crociate, un centro commerciale di tale importanza da rivaleggiare con Marsiglia nei traffici col Levante. In seguito, il lento colmamento del Lez e delle lagune litoranee, che ostacolava la navigazione, insieme con le vicende storiche causò la diminuzione dei traffici e la conseguente decadenza della città, cosicché a partire dalla fine del secolo XV la potenza commerciale di Montpellier si può dire finita e la città, da capitale della Bassa Linguadoca, diviene un modesto centro di provincia, sede, peraltro, di gloriose istituzioni culturali (v. sotto). Nei secoli XVII e XVIII si ha un rinnovamento edilizio, per il quale Montpellier si abbellisce di giardini e palazzi signorili che le dànno oggi l'impronta caratteristica, essendo rimasti pochi edifici delle epoche precedenti. Nel sec. XIX un piano regolatore, rimasto incompiuto, apre nel cuore dell'antico centro la Rue Nationale, principale arteria di Montpellier che, risorta come grande mercato agricolo, si estende in nuovi quartieri. Nel centro attuale si notano due parti ben distinte: l'antica città, dalle vie strette e tortuose, dove sorgono la cattedrale di Saint-Pierre e, unita a questa, l'abbazia di Saint-Germain, sede della facoltà di medicina, la Tour des Pins del sec. XII, l'Hôtel Saint-Come (sec. XVIII); ampî viali sul luogo delle antiche mura cingono la parte antica separandola dai moderni quartieri con ampie vie che si tagliano ad angolo retto; lo sviluppo edilizio è stato maggiore a SE. e a SO. dove i fianchi della collina sono in lieve pendio, minore a N.; Montpellier è ricca di bei giardini, quali il Peyrou, ornato da gruppi di statue e fontane, con l'arco di trionfo eretto in onore di Luigi XIV, l'Esplanade con la vicina Place de la Comédie, in cui si concentra la vita elegante della città, il parco del Campo di Marte e il bell'orto botanico. Montpellier, che nel 1931 aveva 86.914 ab. (82.820 nel 1926), è divenuta, per la sua posizione al centro di una fertile regione vinicola, uno dei maggiori mercati agricoli del Mezzogiorno della Francia: specialmente importante è il commercio dei vini e ad esso è dovuto il recente sviluppo della città; segue il commercio dei cereali, della seta, del bestiame, ecc. Di minore importanza sono le industrie, che comprendono la fabbricazione di candele e di saponi, di prodotti chimici e di cioccolato.
È stazione della ferrovia Nîmes-Tolosa; linee secondarie che da essa si diramano la uniscono a Sète, Arles e Palavas.
Monumenti. - La Tour des Pins (secoli XII-XIV), avanzo delle antiche fortificazioni, contiene l'archivio. La cattedrale di Saint-Pierre, antica cappella dell'abbazia benedettina fondata nel 1364 da Urbano V e distrutta in parte dalle guerre di religione, conserva una navata del sec. XIV e un atrio a torri massicce del sec. XV. Il suo coro fu costruito nel sec. XIX da Revoil. Gli edifici dell'abbazia, divenuti palazzo vescovile, sono occupati dalla celebre facoltà di medicina.
L'università occupa l'antico ospedale principale. L'ammirevole passeggiata del Peyrou, disegnata nel sec. XVII dal d'Aviler, terminata nel sec. XVIII, si stende fuori della porta del Peyrou (formata da un arco di trionfo del sec. XVII) all'estremità occidentale d'una strada che divide la città in due parti. La passeggiata è dominata dal "castello d'acqua", nel quale sbocca un acquedotto del sec. XVIII; al centro della passeggiata è la statua equestre di Luigi XIV. Non lontano si trova il giardino botanico che è il più antico della Francia (1593) e contiene un gran numero di piante rare. All'altra estremità della città, la Place de la Comédie (con la fontana delle Tre Grazie) s'apre sui giardini dell'Esplanade.
Il museo Fabre, creato nel 1825 dal pittore Fabre, l'amico della contessa d'Albany, con le sue raccolte formate a Firenze e arricchito da successive donazioni (Valedeau, Bruyas), contiene pitture antiche fiamminghe, italiane e spagnole. La scuola francese del sec. XIX vi è rappresentata, tra altro, da tele importantissime del David, Géricault, Delacroix e soprattutto Courbet. Il museo contiene anche opere del Bazille, una sala di opere del Cabanel e mirabili collezioni di disegni. Una preziosa collezione di disegni (Atger) è nella facoltà di medicina; vi è pure un museo di calchi (antichità e Medioevo) all'università.
Vita culturale. - Vanta uno dei centri universitarî piìi celebri durante il Medioevo, specialmente per l'insegnamento della medicina e, in seguito, del diritto civile e canonico.
Fino dal sec. XI s'iniziò l'attività della scuola di medicina, a cui la maggior parte dei maestri fu allora fornita dall'importante colonia ebraica stabilita nella città; e dal 1160 vi esisteva certamente la scuola di diritto, che costituì, con quella di medicina, il primo nucleo dell'università, la quale, dopo un primo statuto del 1220, concesso dal papa Onorio III, ebbe una nuova organizzazione nel 1289 con Niccolò IV. Durante il periodo del papato avignonese, la sua importanza ebbe nuovo incremento (v. F. Fabrège, Les écoles et l'université de Montpellier, nel vol. III della sua Histoire de Maguelone, Parigi e Montpellier 1911). Nell'epoca moderna la sua università è completa e possiede una ricca biblioteca. L'Académie des sciences et lettres di Montpellier, fondata nel 1706 e riformata nel 1847, ha pubblicato dei Mémoires (1847-1908) e un Bulletin mensuel (dal 1909); importante è la Société des langues romanes, costituita nel 1870, dal quale anno ha pubblicato la Revue des langues romanes, organo di prim'ordine per lo studio della linguistica romanza; dalla società s'è staccato il Félibrige latin per assumere un carattere più popolare, specie con l'Armana Mountpelerienc. Tra le altre società meritano particolare menzione la Société archéologique (1833), che ha pubblicato importanti Mémoires e un Bulletin, intesi a lumeggiare la storia nazionale; la Société languedocienne de géographie (1875), la Société d'histoire naturelle (1866), ecc., con le relative biblioteche speciali. Tra i musei e le biblioteche va specialmente rilevata la Bibliothèque de la Ville et du Musée Fabre, con un fondo prezioso per la storia della Linguadoca.
Storia. - Conosciuta nel Medioevo col nome di Mons Pessulanus, Montpellier comincia ad acquistare qualche importanza dopo la distruzione di Maguelone compiuta da Carlo Martello: anzi, secondo una tradizione che non può essere confermata con documenti, essa sarebbe stata appunto fondata da alcuni fuggiaschi da quella città. Alla fine del sec. X è ancora un villaggio appartenente alla famiglia dei Guglielmi, i quali un secolo più tardi appaiono come vassalli del vescovo di Maguelone. Il carattere di città e le tendenze all'autonomia si affermano al principio del sec. XII, quando Montpellier si rivolta contro Guglielmo VI, che riesce a ottenere contro la città ribelle una bolla di scomunica da papa Innocenzo II, e vi rientra dopo un lungo assedio col soccorso del conte di Barcellona. Ma se in tale modo si consolida la giurisdizione degli antichi signori sulla città, questa ottiene nel 1141 una prima carta di franchigia che riconosce il suo diritto a una limitata autonomia. Da questo periodo appunto s'inizia lo sviluppo di Montpellier come centro commerciale e culturale, per cui essa occupa per un periodo di più di due secoli un posto di prim'ordine tra le città della Francia meridionale.
Lo sviluppo commerciale di Montpellier trasse più vantaggio che danno dal passaggio della città sotto la giurisdizione dei re di Aragona, avvenuto nel 1204 in seguito al matrimonio di Maria, unica figlia dell'ultimo dei Guglielmi, con Pietro II d'Aragona. Questi infatti, mentre concede subito nell'agosto 1204 alla città la sua grande carta, che le assicura una larga autonomia e da cui trae origine lo statuto comunale del 1229, accorda ai suoi mercanti piena esenzione da imposte per il loro commercio in tutti i suoi dominî; e il suo successore, in riconoscenza dell'aiuto prestato dai cittadini di Montpellier nell'occupazione di Maiorca, fece loro ampie donazioni nel suo nuovo possesso, per incoraggiarli a immigrarvi in grande numero.
Nello stesso tempo il commercio di Montpellier assume un notevole sviluppo, superato soltanto, fra le città della Francia meridionale, da quello di Marsiglia, sui mercati di Siria e in particolare ad Acri, e nei paesi arabi di Barberia, Marocco e Spagna meridionale. Per il commercio nei territori soggetti al re di Francia, i suoi cittadini ottengono da Filippo II Augusto un salvacondotto, che li parifica ai suoi sudditi, ed essi si organizzano in una Societas et communitas mercatorum in Francia utentium diretta da un capitaneus et consul in nundinis Campaniae et Franciae, nominato d'accordo fra i mercanti stessi, il re d'Aragona, come signore del paese, e i consoli cittadini di Marsiglia.
Ceduta nel 1349 la sovranità su Montpellier dal re aragonese di Maiorca Giacomo III al re di Francia Filippo VI, non si modifica sostanzialmente per questo la condizione della città, la quale anzi tocca appunto in quell'epoca l'apogeo della sua potenza economica, dell'attività edilizia, culturale e artistica. Riunita definitivamente ai dominî regi da Carlo VI nel 1382, essa risente, almeno in parte, la ripercussione dei gravi colpi che subisce la Francia per la guerra dei Cent'anni e delle difficoltà sempre più gravi che incontra il commercio francese nel Mediterraneo orientale.
Segno evidente della grave decadenza di Montpellier è la fortissima diminuzione della popolazione, che da 1520 famiglie nel 1367 sarebbe discesa a 334 nel 1412, per risalire poi a circa 800 nel 1495. Contro questa decadenza, che in quel secolo non doveva ancora essere completa, se Jacques Coeur scelse appunto Montpellier come porto d'imbarco delle sue 7 galere destinate al commercio di Levante, tentò di reagire Luigi XI con varî provvedimenti intesi a risollevare il commercio di Montpellier dalla depressione in cui era caduto; ma egli non ottenne che risultati assai scarsi.
Dal sec. XVI in poi Montpellier seguita ad avere importanza come centro di studî, come sede della diocesi, che nel 1536 vi è trasferita da Maguelone, come mercato di una fiorente regione agricola, ricca di vini, di frutta, di gelsi; ma come porto essa perde a poco a poco ogni importanza, finché è soppiantata completamente dal nuovo porto di Cette (Sette).
Nella storia politica di Francia essa esercita ancora, forse per l'ultima volta, una parte importante durante le guerre di religione, quando sotto il regno di Enrico III un forte gruppo di ugonotti s'impossessa della città, vi si fortifica e vi costituisce una specie di repubblica. Ripresa poi la lotta, dopo la morte di Enrico IV, la città aiuta il duca di Rohan nella sua rivolta contro la corona, e soltanto nel 1622 è costretta ad arrendersi a Luigi XIII, dopo un assedio di otto mesi. Dopo d'allora si può dire che essa non abbia più storia, conducendo la vita di una tranquilla città di provincia, capoluogo di una delle généralités della Linguadoca.
Bibl.: Ch. D'Aigrefeuille, Histoire de la ville de Montpellier, Montpellier 1739, voll. 2; 2ª edizione, ivi 1875-1883; voll. 4; A. Ch. Germain, Histoire du commerce de Montpellier, ivi 1861, voll. 2; A. Fabre, Histoire de Montpellier, ivi 1897; A. Schaube, Storia del commercio dei popoli latini del Mediterraneo fino al tempo delle crociate (dal tedesco, in Bibl. dell'economista, serie 5ª). - Per i monumenti v. inoltre: E. Bonnet e A. Joubin, Montpellier aus XVIIe et XVIIIe siècles, Architecture et décoration, Parigi 1912; A. Chagny, Montepellier (visions de France), Lione 1930; P. Delmas, La Faculté de médecine de Montpellier, Montpellier 1926; A. Fabre, Montepellier: Monuments, scènes historiques, portraits, øuvres d'art, ivi 1897; A.-Ch. Germain, Études archéologiques sur Montpellier, 1866; L. Malavialle, Le Peyrou, Montpellier 1889; A. Joubin, Catalogue du Musée de Montpellier, Parigi 1929; F. de Marhave, Montpellier, Nîmes, Toulon, 1907; Ch. Martins, Le jardin des plantes de Montpellier, Montpellier 1864; L. Gillet, Le musée de Montpellier, in Revue des deux Mondes, 1934.