MONTMORENCY
. Una delle più antiche famiglie della Francia. I suoi membri incominciarono a unirsi sotto il nome di M. (una cittadina nei dintorni di Parigi) verso la metà del sec. X. Il capostipite è un guerriero, Burcardo. I suoi successori furono feudatarî turbolenti: Burcardo IV fu in lite con l'abate di Saint-Denis e combatté contro lo stesso re di Francia Luigi VI il Grosso. Col matrimonio di Matteo I, figlio di Burcardo IV, nominato contestabile nel 1130, con Alice, figlia naturale di Enrico I d'Inghilterra, la famiglia strinse per la prima volta relazioni di parentela con sovrani. Rimasta vedova di Luigi il Grosso la madre di Luigi VII, Adelaide di Savoia, gli stati generali vollero che sposasse Matteo I, a sua volta vedovo, per assicurare al re minorenne l'appoggio dei M. Quando Luigi VII andò alla seconda crociata, Matteo, a differenza di suo fratello Tibaldo che accompagnò il re, rimase in Francia, dove condivise il potere con Sugero e col conte di Vermandois. Matteo morì nel 1160. I M., ormai, a fianco dei re di Francia, costruiscono la propria potenza: un figlio di Matteo I, signore di Marly, accompagnò Filippo Augusto alla terza crociata e prese pure parte alla quarta: morì alla presa di Costantinopoli nel 1204; Burcardo V, figlio del signore di Marly, prese parte alla crociata contro gli Albigesi.
Matteo II, figlio di Burcardo V e nipote di Matteo I, detto il gran contestabile, nato nel 1174, accompagnò Filippo Augusto nell'invasione della Normandia e dopo avere partecipato alla riconquista della regione (1203), si segnalò specialmente nella battaglia di Bouvines (1214); nel 1215 partecipò alla crociata contro gli Albigesi e contro il conte di Tolosa; nel 1218 fu nominato contestabile. Desideroso di cacciare gl'Inglesi dalla Francia, a capo di un esercito, prese Niort e Saint-Jean, s'impadronì del Limosino, del Périgord, dell'Aunis e della Rochelle; ma per seguire Luigi VIII contro gli Albigesi, abbandonò l'impresa contro l'Inghilterra. Alla morte di Luigi VIII, sostenne i diritti del re minorenne e della reggente Bianca di Castiglia contro i grandi feudatarî che, dopo due anni di guerra, ridusse all'obbedienza. Morì nel 1230, compianto dal suo re e dopo avere imparentato la famiglia con sovrani d'Europa. Sposando in terze nozze Emma, erede della casa dei Laval, diede origine al ramo di M.-Laval. Dal figlio di primo letto, Burcardo VI, morto nel 1243, nacque Matteo III che accompagnò San Luigi in Africa. Suo figlio, Matteo IV, ammiraglio, dopo aver preso parte alla spedizione di Puglia, ebbe da Filippo IV il titolo di gran ciambellano e la terra di Damville; nel 1295, comandò la flotta che saccheggiò le coste inglesi; morì nel 1305. Da suo figlio Giovanni I nacque Carlo, altro ammiraglio che si batté contro gl'Inglesi nella Guienna, prese parte alla battaglia di Crécy e accompagnò Filippo VI nella fuga. Nel 1348, sconfisse i Fiamminghi a Quesnoy; nel 1360, negoziò la pace di Brétigny, Carlo V lo chiamò nel suo consiglio e lo volle padrino del delfino. Morì nel 1387.
Suo figlio Giacomo ebbe il titolo di primo barone di Francia, fu ciambellano di Carlo VI e del duca di Borgogna, Filippo l'Ardito. Anche suo figlio Giovanni II (1402-1477) fu gran ciambellano; egli diseredò i figli maggiori, perché seguivano il partito di Carlo il Temerario. Uno dei figli, Guglielmo, fu capostipite dei duchi di M., mentre Luigi, figlio di primo letto, fu signore di Fosseux, ciambellano di Carlo VIII. Da Luigi venne Rolando, il cui figlio Claudio fu maître d'hôtel di Francesco I e luogotenente generale per la marina. Da costui nacquero Francesco di M. capostipite del ramo di Luxe, da cui discesero i M.-Luxembourg, e Pietro, marchese di Thury, che fra gli altri figli ebbe Francesco di M., il giovane paggio di Enrico IV, governatore di Metz; Anne, che si distinse all'assedio di Rouen nel 1592 e che ebbe un figlio, Pietro II, padre di Francesco di M. Da costui discese Léon che ebbe un unico figlio, Anne-Léon, morto nel 1785, padre di Anne-Léon II di M., detto il marchese di Fosseux. Costui visse al tempo di Luigi XV, fu nominato maresciallo di campo nel 1763. Sposatosi in seconde nozze con Anna Carlotta, duchessa di M.-Luxembourg, prese il titolo di duca di M. Morì nel 1799: coi suoi nipoti si estinse il ramo.
Guglielmo, avendo ereditato i beni di cui erano stati diseredati i suoi fratelli maggiori, divenne potentissimo: cavaliere d'onore della regina Luisa di Savoia, madre di Francesco I, governatore d'Orléans, morì nel 1531, lasciando i figli Anne (v.) e Francesco, che nella battaglia di Pavia fu fatto prigioniero con Francesco I. Da Anne nacquero Enrico I (v. montmorency, henri 1) e Francesco, duca di M. Il secondo (1530-1579), dopo avere combattuto in Piemonte (1551), fu fatto prigioniero dagl'imperiali nel 1556; ebbe il governo di Parigi e, in sposa, Diana, figlia naturale del re; nel 1559, ottenne la carica di maresciallo di Francia, prese parte all'assedio di Le Havre e alla battaglia di Saint-Denis. Con suo fratello Enrico I seguì il partito del duca d'Alençon; imprigionato nella Bastiglia, sotto l'accusa di avere partecipato alla congiura di Saint-Germain-en-Laye, fu liberato da Caterina de' Medici. Da Enrico I nacque fra gli altri Enrico II (1595-1632): già ben voluto da Enrico IV, che gli assicurò la successione nel governo di Linguadoca, ebbe prova della benevolenza di Luigi XIII, che nel 1612 lo nominò ammiraglio e nel 1619 cavaliere dello Spirito Santo. Durante la reggenza di Maria de' Medici, si mantenne fedele alla corona, combattendo contro i protestanti e illustrandosi all'assedio di Montauban e di Montpellier. Quando Soubise chiamò alla ribellione gli ugonotti (1625), Enrico II di M., ammiraglio di Francia, al comando di alcuni vascelli e con la flotta olandese dell'ammiraglio Haultain riportò un successo decisivo sul ribelle nella rada dell'isola di Ré; nel 1627, mentre La Rochelle era stretta d'assedio, egli combatté contro Rohan nella Linguadoca. Prese parte alla campagna del Piemonte del 1629-30: alla testa dell'avanguardia, passò il Cenisio, batté il duca di Savoia ad Avigliano (10 luglio 1630); dieci giorni dopo, unitosi con La Force, sorprese Saluzzo. Si conquistò, così, la nomina a maresciallo di Francia. La sua mancata nomina a contestabile alienò il suo animo dal Richelieu. Accolse l'invito di Gastone d'Orléans, che dall'estero organizzava la ribellione. Alla notizia che l'11 giugno 1632 Gastone aveva passato la frontiera, ma che era inseguito da due eserciti del re, chiamò alla rivolta la Linguadoca. Gli stati lo appoggiarono, ma la provincia non si mosse e il parlamento di Tolosa condannò la rivolta. Enrico di M. puntò con Gastone su Castelnaudary e, venuto a battaglia con le truppe dello Schombergh, fu fatto prigioniero. Per volere del Richelieu, fu giustiziato. Con lui si spense il duplice ramo, cadetto e ducale, dei M. Nel 1633, Luigi XIII eresse le terre di M. in ducato e lo conferì a Enrico di Borbone, principe di Condé, marito di Carlotta Margherita di M. Per ordine di Luigi XIV, nel 1689, il ducato di M. si chiamò d'Enghien.