MONTMORENCY, Mathieu-Jean-Félicité, duca di
Uomo politico francese, nato a Parigi il 10 luglio 1767, morto ivi il 24 marzo 1826. Discendente da famiglia di soldati, seguì la carriera delle armi: la convocazione degli stati generali lo portò sulla scena politica. Rappresentante della nobiltà moderatamente liberaleggiante fu tra i primi a unirsi al terzo stato, a proporre l'abolizione dei diritti feudali (4 agosto) e più tardi dei titoli di nobiltà (17 giugno 1790). Nominato aiutante di campo del generale N. Löckner, gli avvenimenti del 10 agosto 1792 lo impressionarono e lo indussero a dimettersi. Di qui all'emigrazione fu anche per lui breve il passo. Si rifugiò presso M. me de Staël, che gli fu intima amica, in Svizzera, e solo nel 1795 tornò in Francia, ove fu tra gli adoratori della bellissima Juliette Récamier. Fuori d'ogni ingerenza politica nel ventennio napoleonico (si limitò a occuparsi di opere ospitaliere), sotto la Restaurazione, quasi a far dimenticare l'antico suo liberalismo, si mostrò realista fervente. Aiutante di campo del conte d'Artois, pari di Francia, votò per la morte di M. Ney, difese i gesuiti, fu ministro degli Esteri e presidente del consiglio (1821) dopo la morte del duca di Berry. A lui fu dovuto l'intervento contro i liberali spagnoli. Duca e ministro di stato dal 1822, rivestì cariche e onori; fu scelto a precettore del duca di Bordeaux e, non senza commenti ironici, membro dell'Académie française. Buono e onesto come uomo, fu politicamente una figura secondaria, senza alcuna qualità d'uomo di governo.