APPALACHIANI, MONTI
(III, p. 721)
Il sistema montuoso a. dal punto di vista fisico costituisce uno dei rilievi meglio conosciuti. La sua evoluzione si è verificata in un periodo che copre all'incirca gli ultimi 600 milioni di anni ed è passata attraverso varie fasi: a) l'accumulo, durante il Paleozoico, di migliaia di metri di sedimenti in un mare poco profondo; b) il ripiegamento, la fratturazione con sovrascorrimento degli strati sedimentari e la conseguente emersione di una catena montuosa alla fine del Paleozoico; c) la formazione di un penepiano a seguito del modellamento operato dall'erosione durante milioni di anni; d) lo smembramento del penepiano in blocchi soggetti a movimenti di inclinazione gli uni rispetto agli altri nel Triassico; e) di nuovo la formazione di un penepiano; f) un sollevamento epirogenetico con successivo modellamento del rilievo nelle forme attuali, espressione dell'erosione differenziale nei diversi tipi di roccia.
Dal punto di vista antropico tale sistema montuoso, per la portata dell'intervento, rappresenta un caso significativo di territorio divenuto oggetto, da oltre un ventennio, di politiche di sviluppo regionale. Ciò si collega alla situazione economica e sociale maturata in larga parte nell'immediato secondo dopoguerra. Allora la concorrenza esterna e la diminuzione della domanda determinarono il declino di attività fondamentali, quali l'agricoltura, l'industria tessile e soprattutto l'industria estrattiva, imperniata sul carbone (soppiantato dal petrolio nel primato delle fonti energetiche), e quella siderurgica, connessa con i giacimenti di ferro e di carbone da coke (entrata in una fase di declino a causa della progressiva caduta della domanda interna).
Ne derivarono elevati livelli di disoccupazione e cospicue correnti emigratorie, che andarono ad aggiungersi al già basso tenore di vita della popolazione e alla carenza di servizi sociali. In relazione allo stato di crisi, nel 1965, nell'ambito del programma nazionale statunitense finalizzato ad affrontare sul piano legislativo il problema degli squilibri territoriali, fu istituita la Regione degli Appalachi, organismo che opera su un territorio corrispondente (tenuto conto dei limiti amministrativi) ai settori delle Blue Ridge e Valley degli altipiani a. e parzialmente del pedemonte. La regione comprende 397 contee appartenenti a 13 stati.
L'attività di questo organismo si è indirizzata e si indirizza in alcuni principali campi di intervento: la viabilità (ritenuta essenziale per promuovere i collegamenti all'interno della regione e verso le aree esterne e favorire l'insediamento delle attività produttive), i servizi sociali e di supporto per l'economia, le risorse naturali, l'ambiente e l'energia. A tale attività sono, almeno in parte, da ricondurre le più recenti trasformazioni socio-economiche della montagna appalachiana. Fra le più significative sono da annoverare: l'incremento della popolazione residente e, soprattutto, la netta inversione di tendenza dei fenomeni migratori (ora caratterizzati da un flusso positivo) a partire dagli anni Sessanta e, in misura più accentuata, dagli anni Settanta; l'aumento dell'occupazione manifatturiera, dovuto all'insediamento di nuove attività; l'innalzamento del livello di reddito pro capite.
Bibl.: W.D. Thornbury, Regional geomorphology of the United States, New York 1965; F. Fuga, La regione di sviluppo economico degli Appalachi, in Bollettino della Società Geografica Italiana, 1968; D. R. Rothblatt, Regional planning: the Appalachian experience, Lexington (Mass.) 1971; Appalachian Regional Commission, Appalachia. A reference book, Washington 1979; Id., Settlement patterns study. Preliminary results, ivi 1980; G.A. Leithauser, Population settlements in the Appalachian region, ivi 1981; R. Estall, Planning in Appalachia: an examination of the Appalachian regional development programme and its implications for the future of the American Regional Planning Commission, in Transactions Institute British Geographers, 1982; F. Pagetti, Un'unità territoriale di intervento: la Regione degli Appalachi, in Bollettino della Società Geografica Italiana, 1982; M. I. Bradshaw, Public policy in Appalachia: the application of a neglected geographical factor?, in Transactions Institute British Geographers, 1985.