MONTEPULCIANO (A. T., 24-25-26 bis)
Città della Toscana, nella provincia di Siena, già capoluogo di circondario e sede vescovile, che si distende sulle creste di un'altura che domina da 205 m. il sottostante piano della Chiana, a 605 m. s. m. La città ha un'importanza superiore a quella che le deriverebbe dalla sua popolazione, la quale tocca appena i 3000 abitanti, mentre il vasto comune (166,4 kmq.) ne conta 16.590.
La ricchezza delle sue campagne, ricoperte di vigne e di uliveti (di grande rinomanza i suoi vini celebrati dal Redi) ne fanno un notevole centro agricolo. Nel piano sottostante al piede della città, da cui dista circa 11 km., si apre il laghetto di Montepulciano (kmq. 1,88), che insieme con quello prossimo di Chiusi rappresenta il residuo dell'espandimento lacustre che ricopriva già la prosciugata Valdichiana.
Storia. - Appare col nome di Castello Policiano in un documento del 715; è contrastata fra Siena e Arezzo, appartenendo a quella diocesi e a questo comitato; sotto il Barbarossa è sede di un conte tedesco, ma è già comune autonomo, alleato ora a Firenze ora a Siena. Contro Siena, che vuole rendersi padrona del contado, si appoggia a Firenze e vede riconosciuta la sua indipendenza (1208): è conquistata nel 1232 dai Senesi, che ne abbattono le torri e le mura, ma nel 1235 devono promettere di ricostruirle: dopo la battaglia dell'Arbia, capitola innanzi a quelli (1260), e di nuovo è ribelle e protetta da Carlo d'Angiò (1267); si sottomette ancora a Siena nel 1294. È tiranneggiata nella seconda metà del sec. XIV dalla famiglia del Pecora; nel 1390 si dà ai Fiorentini e rimane fedele, fuorché negli anni dell'esilio dei Medici, nei quali stette con questi e con Siena (1495-1511). Fu eretta in diocesi nel 1561 ed ebbe per alcun tempo proprio governo e moneta sotto Cristina di Lorena, vedova di Ferdinando I (1609-36).
A Montepulciano ebbero i natali, fra altri illustri, S. Agnese domenicana (morta nell'anno 1317), il Poliziano, papa Marcello II, il Bellarmino.
Bibl.: S. Benci, Storia della città di M., Firenze 1641; E. Repetti, Dizionario geografico, fisico, storico, della Toscana, Firenze 1839, III, p. 464 segg.; F. Bargagli Petrucci, Montepulciano, Bergamo 1917.
Monumenti. - Ben poco vi rimane di architettura medievale: qualche cosa della cinta muraria del '200 e '300 (fortificata e bastionata poi da Antonio da Sangallo il Giovane o più facilmente da G. Francesco nipote di Giuliano), la fortezza, al vertice del paese, quasi interamente e di recente ricostruita; qualche raro palazzotto gotico, tra cui mirabile quello Neri-Orselli, a mattoni, con le bifore e il sesto acuto che sovrasta l'arco a sbarra. Nei pressi della fortezza la chiesa di S. Maria dei Servi ci parla ancora di Medioevo come la casa di A. Poliziano e la porta di Cagnano. In una piazzetta appartata la dugentesca chiesa di S. Margherita in Sasso (oggi di S. Francesco) conserva nell'angolo della facciata i resti del pulpito di S. Bernardino.
Al gotico ci richiama la costruzione solitaria di S. Agnese, fuori Porta al Prato e vicino al passeggio pubblico di Poggiofanti, dal purissimo trecentesco portale.
Il Palazzo comunale - sebbene del 1400 - deriva dal Palazzo della Signoria di Firenze, con la torre, il bugnato in basso, il coronamento delle arcate col ballatoio e i merli. Appartengono ad Antonio da Sangallo il Vecchio, il palazzo Contucci già del Monte, il palazzo Paolini (erroneamente detto del Pecora), il palazzo Cervini (che potrebbe ascriversi anche ad Antonio il Giovane), il Pozzo dei grifi e dei leoni che ha sovrapposizioni settecentesche. Si possono con maggiore probabilità dire del Vignola il palazzo Tarugi, imponente con il loggiato solido a colonne in basso e l'altana a tetto, le Logge del grano (per altri disegnate dallo Scalza), il portale del palazzo Gagnoni-Grugni e il progetto di S. Maria delle Grazie. Semplice e nudo in confronto ai precedenti è il palazzo Ricci di Baldassarre Peruzzi che segue (secondo l'usanza senese) con le linee architettoniche la linea del colle e la curva della strada.
La cattedrale creduta dell'Ammannati è invece opera dell'orvietano Ippolito Scalza e fu costruita fra il 1532 e il 1617. Ricorda all'esterno (la facciata non fu eseguita) il S. Lorenzo di Firenze. L'interno ha, sull'altare maggiore, il magnifico trittico a fondo oro dell'Assunta di Taddeo di Bartolo (1401); e, sparsi per la chiesa, gradini, statue, cornici, un tempo facenti parte del grande mausoleo che Michelozzo scolpì per Bartolommeo Aragazzi: il sarcofago con monsignor Aragazzi giacente, unisce squisitamente sensibilità mistica, profondità di espressione, armonia e compostezza classica.
La chiesa di S. Agostino rifatta nel Quattrocento associa nella facciata di Michelozzo le forme del Rinascimento al tardo gotico fiorentino ed è mirabile per la decorazione architettonica, specie del portale. L'interno ha nei suoi altari un S. Bernardino (guasto da ritocchi) di Giovanni di Paolo, una Crocifissione di Lorenzo di Credi e un Crocifisso del Pollaiolo.
Più famoso d'ogni altra costruzione di Montepulciano è il S. Biagio, capolavoro di Antonio da Sangallo il Vecchio che lo iniziò nel 1518: a croce greca sormontata da cupola, è sobrio e armonioso, curato in tutti i particolari, decorato all'interno a fasce, a rosoni che figurano e risaltano per varie tonalità di grigio e per chiaroscuri.
Snella ed agile, vero gioiello di grazia e d'eleganza; la canonica di S. Biagio, aperta al terreno con un loggiato a pilastri, al primo piano con arcate ristrette su colonnette ioniche.
Al Museo civico si trovano raccolte varie terrecotte robbiane, alcune delle quali di Andrea, e un grande altare di Luca; tavole di Spinello Aretino, di Girolamo di Benvenuto (il Presepio), una Sacra Famiglia del Sodoma, una Crocifissione del Barna, un S. Francesco di Margaritone; dipinti della maniera del Lippi, del Pinturicchio, del Cigoli, del Bronzino e di tanti altri non secondarî.
Nella chiesa di S. Lucia si trova una Madonna di Luca Signorelli. (V. tavv. CXLV-CXLVII).