MONTENEGRO.
– Demografia e geografia economica. Condizioni economiche. Storia. Letteratura. Bibliografia
Demografia e geografia economica di Silvia Lilli. – Stato dell’Europa meridionale, nel settore nord-occidentale della penisola balcanica. Confina con la Croazia, la Bosnia ed Erzegovina, la Serbia, il Kosovo e l’Albania. Indipendente dal maggio del 2006, il M. ha registrato al censimento del 2011 una popolazione di 620.029 ab., per il 63,5% risiedenti in aree urbane, specialmente nella capitale, Podgorica (150.977 ab.); nel 2014, secondo una stima UNDESA (United Nations Department of Economic and Social Affairs), la popolazione era di 621.542 abitanti. La composizione etnica del M. è composta per la maggioranza di montenegrini (45%), seguita da serbi (28,7%), bosniaci (8,7%) e albanesi (5%). Composito anche il panorama religioso (72% ortodossi, 20% musulmani, 3,4% cattolici) e linguistico: la maggioranza della popolazione è di madrelingua serba (43%), e soltanto il 37% parla come prima lingua l’ufficiale montenegrino. La dinamica della popolazione risulta piuttosto stazionaria: nel periodo 2005-10 si è calcolato un incremento annuo dello 0,1%, sceso allo 0% nel periodo 2010-15.
Condizioni economiche. – L’economia del Paese ha conosciuto una crescita sostenuta nell’ultimo decennio e una buona ripresa (+3,2% nel 2011), dopo la crisi del 2009 (−5,9%). Il PIL pro capite a parità di poteri d’acquisto (PPA) è piuttosto alto (15.219 $ nel 2014), ma le condizioni della popolazione presentano alcune criticità: un quinto risulta privo di impiego, il 10% non ha accesso ai servizi sanitari e una percentuale di poco superiore risulta sotto la soglia di povertà; alta è anche la percentuale di lavoro minorile (12,9%, secondo stime UNESCO del 2012). Il settore economico trainante risulta essere quello dei servizi (quasi tre quarti del PIL), mentre quello industriale, improntato sulla lavorazione dell’alluminio e del legname, ha subito negli ultimi anni una contrazione consistente, comportando una crisi delle esportazioni, con conseguenze gravi sulla bilancia commerciale (negativa per quasi due miliardi di $ nel 2013). In crescita considerevole sono gli ingressi turistici (1.264.000 nel 2012), attratti soprattutto dall’esteso affaccio sulla costa adriatica (circa 300 km). Nel 2012 sono iniziati i negoziati per l’ingresso del M. nell’Unione Europea, dopo l’adesione alla Banca mondiale e al Fondo monetario internazionale (FMI) nel 2007 e alla WTO (World Trade Organization) nel 2011. Avviate nel 2009 le contrattazioni per l’accesso al Membership action plan della NATO.
Storia di Vincenzo Piglionica. – All’indomani del conseguimento dell’indipendenza dall’Unione di Serbia e Montenegro, sancita dal referendum del maggio 2006 (55,5% dei voti favorevoli) e proclamata nel giugno successivo, la piccola Repubblica balcanica del M. si trovava ad affrontare la sfida del consolidamento del suo nuovo status di Paese indipendente. Dopo la pressoché immediata ammissione all’ONU (giugno), nel mese di settembre si tennero le elezioni legislative: a vincerle, conquistando 41 seggi del Parlamento su 81, fu la Coalizione per un Montenegro europeo, formata dal Partito democratico dei socialisti del Montenegro (DPS) – egemone sin dai tempi dell’Unione con la Serbia – e dal Partito socialdemocratico del Montenegro (SDP). Le forze di opposizione denunciarono indebite pressioni sui loro candidati ed elettori; l’OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) invece – pur evidenziando alcune criticità – giudicò il voto complessivamente in linea con gli standard delle elezioni democratiche. Il nuovo governo, presieduto da Željko Šturanović, indicò nell’integrazione nella UE il suo principale obiettivo, da perseguire attraverso apposite riforme in campo politico ed economico: in tale quadro, un passaggio importante fu rappresentato dalla firma – nell’ottobre 2007 – dell’Accordo di stabilizzazione e associazione con l’Unione Europea. Nello stesso mese inoltre, il Parlamento del Paese adottò la nuova Costituzione.
Nel febbraio 2008, a causa di problemi di salute, Šturanović rassegnò le dimissioni da premier: gli subentrò Milo Đukanović, indiscusso leader del DPS e controverso protagonista della vita politica montenegrina dagli inizi degli anni Novanta. Già premier in quattro precedenti occasioni, nel mese di marzo Đukanović fu interrogato dalla procura di Bari per il suo presunto coinvolgimento in un caso di contrabbando, ma la sua posizione fu poi archiviata per difetto di giurisdizione.
Nelle successive tornate elettorali, il DPS e i suoi alleati furono confermati al potere: nelle presidenziali dell’aprile 2008, il capo dello Stato uscente ed esponente del DPS Filip Vujanović si aggiudicò la vittoria con quasi il 53% dei voti, mentre nelle elezioni legislative anticipate del gennaio 2009 la coalizione governativa conquistò 48 seggi. Đukanovic, che per la sesta volta aveva assunto l’incarico di premier, rassegnò tuttavia le dimissioni nel dicembre del 2010, dopo che al M. era stato riconosciuto ufficialmente lo status di Paese candidato all’ammissione alla UE. I negoziati per l’adesione iniziarono nel giugno del 2012 e furono seguiti nel mese di ottobre da nuove elezioni anticipate, motivate dal DPS con l’esigenza di un Parlamento e di un esecutivo che godessero di un mandato pieno per condurre le trattative con l’Unione. La Coalizione per un Montenegro europeo, ancora vincitrice, non riuscì tuttavia a conquistare la maggioranza assoluta dei seggi, fermandosi a 39, mentre la neonata forza di opposizione del Fronte democratico si aggiudicò 20 seggi. Per la formazione del nuovo governo, guidato per la settima volta da Đukanovic, la Coalizione dovette fare affidamento sull’appoggio dei partiti rappresentativi delle minoranze etniche albanese, croata e bosgnacca.
Nel febbraio 2013, il DPS fu colpito da uno scandalo politico legato alla diffusione di alcune intercettazioni in cui suoi importanti esponenti discutevano di come garantire posti di lavoro ai sostenitori del partito e dell’utilizzo di risorse pubbliche per ottenere vantaggi elettorali: i contenuti delle conversazioni mettevano in luce problemi tradizionalmente associati al M. come l’endemica corruzione e il clientelismo, contro i quali le misure adottate – anche nella prospettiva dell’integrazione europea – si erano rivelate insufficienti. Nelle successive elezioni presidenziali (apr. 2013), i cui esiti furono contestati dalle opposizioni e dal candidato Miodrag Lekić che rivendicò la vittoria, Vujanović fu confermato capo dello Stato con il 51,2% dei voti. Positivi per il DPS furono inoltre i risultati delle elezioni municipali tenutesi nel 2014.
In politica estera, oltre all’ingresso nella UE, il M. mirò anche all’adesione alla NATO, obiettivo su cui tuttavia l’opinione pubblica appariva più divisa rispetto al tema dell’integrazione europea. Nel 2008 si registrarono invece tensioni con la Serbia, a seguito della decisione montenegrina di riconoscere lo Stato del Kosovo.
Letteratura di Vesna Kilibarda. – La letteratura del popolo meno numeroso della ex Iugoslavia, quello montenegrino, che dai suoi inizi ha avuto uno sviluppo storico discontinuo e piuttosto specifico, è giunta a una svolta radicale negli anni Novanta del Novecento quando, dinanzi alla minaccia di diventare irriconoscibili nell’ambito della vicina area culturale serba, gli intellettuali montenegrini hanno definito con chiarezza la propria identità culturale riferendosi criticamente sia al proprio passato sia alla modernità. Sull’alquanto frastagliata mappa letteraria dall’inizio del nuovo millennio scrivono poesia e prosa sia alcuni dei letterati della vecchia generazione (Sreten Asanović, n. 1931, Novak Kilibarda, n. 1934, Jevrem Brković, n. 1933) e di quella di mezzo (Zuvdija Hodžić, n. 1943, Mladen Lompar, n. 1944) sia i più giovani che, inizialmente raccolti intorno alle riviste letterarie montenegrine «Ars» e «Plima» («Alta marea»), sono apparsi sulla scena letteraria e pubblica in primo luogo con saggi su vari argomenti sociali e vigorose polemiche, per presentarsi poi con successo non solo in ambito locale e regionale, ma anche in quello europeo (lo testimoniano i prestigiosi premi letterari Meša Selimović ed European union prize).
Tra i più letti vi sono i narratori Ognjen Spahić (n. 1977), l’autore del pluripremiato romanzo Hansenova djeca, (2004; trad. it. I figli di Hansen, 2012), Andrej Nikolaidis (n. 1974), il più prolifico (Mimezis, 2003, Mimesis; Sin, 2006, trad. it. Nel nome del figlio, 2014; Dolazak, 2009, Arrivo; Devet, 2014, Il Nove), Dragan Radulović (n. 1969) con Aušvic kafe (2003, Caffè Auschwitz), Balša Brković (n. 1966) con Privatna galerija (2002, La galleria privata), Vladimir Vojinović (n. 1978) con Portret Igora Đukića (2005, Ritratto di Igor Đukić), Milovan Radojević (n. 1960) con un romanzo ambientato nel Medioevo Dominik (2001), Milorad Popović (n. 1957), saggista e poeta, con il suo primo romanzo Karnera (2012, Carnera); i poeti Aleksandar Bečanović (n. 1971), Pavle Goranović (n. 1973) e Danilo Lompar (n. 1978) e le poetesse Jovanka Uljarević (n. 1979) e Dragana Tripković (n. 1984). È un fatto forse insolito che sulla scena letteraria attuale non sono presenti autori della letteratura di consumo, nonostante l’interesse del pubblico, e neanche quelli di testi drammatici recenti di un certo rilievo.
Bibliografia: Najnoviji glasovi crnogorske proze (Le voci più recenti della prosa montenegrina), a cura di M. Nikčević, J. Sabljić, Osijek 2007; T. Bečanović, Naratološki i poetički ogledi (Saggi di narratologia e di poetica), Podgorica 2009; Dalla montagna nera. Scrittori e poeti montenegrini contemporanei, a cura di P. Goranović, Nardò 2010 (in partic. l’introduzione di P. Goranović, pp. 7-13); V. Vojinović, Montenegrinske teme (Temi montenegrini), Ulcinj 2012; Poetika montenegrina, a cura di B. Rakočević, Cetinje 2012.