VALBELLA, Monte
Sull'altipiano dei Sette Comuni; insieme con Cima Echar, il Monte Valbella, Col del Rosso e Col d'Echele formavano come un ridotto ellittico attorno alla depressione di Val Melago, anzi il Valbella ne era come la sentinella avanzata. Di qui la sua importanza nella guerra mondiale, quale appiglio tattico, durante tutta la lotta che si svolse in quel settore tra il novembre 1917 e il giugno 1918.
Caduto una prima volta nelle mani degli Austriaci il 23 dicembre 1917, fu riconquistato, con una brillante e tenace azione della 4ª brigata bersaglieri, il 29 gennaio successivo. E questa operazione (detta anche "battaglia dei tre monti" perché, insieme con il possesso del Valbella, fruttò quello di Col del Rosso e Col d'Echele) fu il primo segno del risollevamento dell'esercito italiano, dopo la crisi del novembre 1917.
Nella battaglia del giugno 1918 (v. piave) gli Austriaci riuscirono nuovamente, il giorno 15, a rimettere piede sia sul Valbella, sia sui due colli, dopo averne sommerso le trincee sotto una valanga di artiglieria; ma, il 29 dello stesso mese, le truppe dell'armata degli Altipiani tornavano alla riscossa, decise a riconquistare l'intero ridotto di Val Melago. Il Valbella, infatti, fu raggiunto di slancio da fanti della brigata Regina e da bersaglieri, e mantenuto; su Col Del Rosso e Col d'Echele, invece, il nemico si difese col massimo accanimento, ma il giorno dopo anche lì dovette cedere al valore delle brigate Teramo e Lecce. All'attacco del Valbella concorsero anche alcuni elementi di volontarî cecoslovacchi. La controffensiva fruttò la cattura di oltre 2000 prigionieri e di otto cannoni.