MONTE ROMANO (Viterbo)
Antiquarium Comunale. - Istituito nel 1982, è ospitato nei locali delle settecentesche Carceri Pontificie.
Il nucleo principale della raccolta è costituito da materiale recuperato dalla «Grotta delle Statue», una tomba a camera in località Rio Secco-Prato Piscino, già devastata da scavi clandestini, con sepolture databili tra il III e il I sec. a.C., caratterizzata da un pilastro centrale con figura femminile in guisa di cariatide e altri elementi ornamentali realizzati in bassorilievo. La presenza di iscrizioni su alcuni sarcofagi in nenfro ha permesso di attribuire la tomba alla famiglia Ceisu, già attestata a Tuscania.
Dalle spoliazioni susseguitesi per secoli (come testimoniano monete del XVII e XIX sec. rinvenute all'interno della sepoltura), si sono salvati solo frammenti di oggetti metallici e alcuni contenitori ceramici, tra cui un'olla stamnoide a colletto con funzione di urna cineraria, che sembra indicare l'uso contemporaneo del rito inumatorio e crematorio. Nell'ambito del materiale ceramico si segnala una maschera fittile di satiro coronato da foglie di vite e grappoli d'uva da riferirsi probabilmente al culto di Dioniso, ampiamente diffuso in Etruria, ma osteggiato da Roma.
Nella sezione topografica dell’Antiquarium sono esposti materiali provenienti dalle numerose villae rusticae romane destinate allo sfruttamento agricolo del territorio durante tutta l'età imperiale (località Doganelle, Prataccio, Poggio Barone, Poggio Cisterna, La Rotonda, I Monumenti, I Puntoni, ecc.). Oltre a lacerti di pavimenti in mosaico o in opus spicatum, si è rinvenuto numeroso materiale sia ceramico sia relativo all'attività produttiva, tra cui un peso semicilindrico a base ellittica in marmo bianco, proveniente da una villa in località Selvarella, che reca inciso, oltre al suo valore ponderale - 50 libbre - anche la sigla map, probabile abbreviazione del nome del proprietario del fondo. È importante sottolineare come la maggior parte dei siti occupati dalle ville di età romana abbiano restituito anche ceramica etrusca di VI-V sec. a.C., segno che lo sfruttamento agricolo intensivo del territorio era già in atto in età preromana. La zona faceva infatti parte dell'aver Tarquiniensis ricordato dalle fonti antiche per la florida e ricca agricoltura (grano, lino, allevamento di lumache). La sua frequentazione è documentata fino all'età tardo-imperiale; particolarmente interessante risulta, al riguardo, un'iscrizione onoraria ricordante l'imperatore Magnenzio (350-353 d.C.). Nell’Antiquarium sono esposti anche alcuni strumenti litici rinvenuti sporadicamente (località Querciabella, Mecarosa), inquadrabili cronologicamente tra il Paleolitico Medio e l'Eneolitico, nonché la documentazione grafica di una tomba eneolitica, già saccheggiata, ascrivibile alla cultura di Rinaldone e rinvenuta in località Grotta Fichina. Frammenti ceramici testimoniano l'esistenza di abitati protostorici in località Le Grotte e La Rocca-Rocca Vecchia. Il primo si trova nelle vicinanze dall'abitato protovillanoviano di Torrionaccio; il secondo è dislocato su una altura tra due torrenti (che sarà poi racchiusa in età etrusca da una muratura in opera quadrata), con un castello di età medievale. Biconici e frammenti di ciotole documentano una necropoli villanoviana in località Poggio Vallicelle.
Un settore notevole dell'Antiquarium è costituito da materiale sporadico, ma di notevole interesse storico-artistico. Si segnalano in particolare il vasellame in bucchero proveniente da un probabile sepolcreto di VII-V sec. a.C. in località Vallicelle, e quello a vernice nera di IV-III sec. a.C. attribuibile a un sepolcreto in località Valle Cupa. Un'anfora e un'olpe etrusco-corinzie appartengono al Gruppo degli Archetti Intrecciati (fine Vii-metà VI sec. a.C.), mentre una coppetta etrusco-corinzia è ascrivibile al Gruppo del Pittore senza Graffito operante a Tarquinia tra il 590 e il 570/565 a.C.
Bibl.: L. Ricciardi, in StEtr, LVI, 1986, pp. 225-227, nn. 14-17; ead., Respampani (comune di Monte Romano, Viterbo), ibid., pp. 370-372; P. Fortini (ed.), Monte Romano. Indagine di un territorio e materiali dell'Antiquarium, Roma 1987 (con bibl. prec.); ead., in StEtr, LV, 1987-88, pp. 319-321, nn. 88-90; P. Fortini, L. De Camillis, Monte Romano (VT). Località Poggio Vallicelle (I. G.M., j.o 142, I, N. E.): ritrovamenti villanoviani, in Preistoria e protostoria in Etruria. Atti del 2° Incontro di Studi, Farnese (Viterbo) 1993, in corso di stampa.