EVEREST, Monte (A. T., 93-94)
Situato nel Himālaya centrale, quasi esattamente sull'intersezione del 28° lat. N., con l'87° long. E., è il monte più alto della terra fino ad ora misurato. Ne fu determinata l'altezza da Sir Andrew Waugh nel 1852 in 8840 m. s. m. (8882, secondo le ultime correzioni per la rifrazione).
Non avendo rintracciato per esso alcun nome indigeno, Sir A. Waugh propose quello di sir George Everest (1790-1866), fondatore dell'Ufficio trigonometrico e geodetico dell'India. Nessuno degli altri nomi proposti di poi venne adottato, né è probabile che abbia miglior fortuna il nome di Chomo Lungma raccolto dalla spedizione inglese del 1921 alle falde settentrionali del monte.
A causa della gelosa ritrosia del Nepal, nessun europeo ha potuto avvicinarsi ai versanti meridionali dell'Everest; onde non sappiamo nulla delle valli e dei ghiacciai che scendono da questa parte del monte. Invece a settentrione, dalla parte del Tibet, le spedizioni inglesi hanno esplorato e rilevato ghiacciai di dimensioni considerevoli. Il massimo tronco del sistema dei ghiacciai Rongbuk è lungo circa 20 km.; e la sua fronte si arresta quasi esattamente a 5000 m. d'altitudine. A. M. Heron e N. E. Odell hanno constatato che il massiccio dell'Everest è formato alla base da rocce metamorfiche di gneiss biotitico disposte in banchi alternati con rocce granitoidi intrusive. Al di sopra dei 7000 m. compaiono rocce calcari. Tutti gli strati sono inclinati di 29°-31° verso N. L'ultima piramide risulta composta d'uno scuro scisto calcare quarzoso a grana fine e compatta.
Esplorazione. - Nel 1920 si formò a Londra un comitato sotto gli auspici della Royal Geographical Society che organizzò tre successive spedizioni all'Everest nel 1921,1922 e 1924. La prima di queste, affidata al col. C. K. Bury, studiò la via di approccio, per il Sikkim, la valle Chumbi, Shekar Dzong e Tingri, e riconobbe come miglior itinerario di salita la cresta NE. del monte, raggiungibile da una sella posta a N. di esso, chiamata poi Chang-La (sella settentrionale). La seconda spedizione era diretta da C. G. Bruce. Da un campo sul Chang-La a 7000 m. G. L. Mallory e T. H. Somervell riuscirono a salire fino a un'altezza di 8225 m. In un secondo tentativo, G. I. Finch e C. G. Bruce da un campo a 7800 metri raggiunsero gli 8300 m. La terza spedizione era comandata dal maggiore Norton. Nel giugno Mallory e Bruce misero un campo sulla cresta a 7600 m. dal quale E. F. Norton e Somervell riuscirono a salire fino a 8572 m. Un secondo tentativo fu fatto subito dopo da Mallory e A. C. Irvine. N. E. Odell, salendo l'8 giugno al campo più alto (8168 m.) ebbe l'ultima visione dei due compagni tuttora in salita, in un punto della cresta alto 8604 m.; l'altezza raggiunta e i particolari della morte dei due valorosi non saranno forse mai conosciuti. Dopo il 1924 il Tibet non ha permesso ad altre spedizioni di entrare nel suo territorio.
Bibl.: C. K. Howard-Bury, Mount Everest, the Reconnaissance, 1921, Londra 1922; C. G. Bruce e altri, The Assault on Mount Everest, 1922; Londra 1923; E. F. Norton e altri, The Fight for Everest, 1924, Londra 1925; Sir F. E. Younghusband, The Epic of Mount Everest, Londra 1926.