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CERVINO, Monte

di Renato CHABOD - Enciclopedia Italiana - I Appendice (1938)
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CERVINO, Monte

Renato CHABOD

CERVINO, Monte (IX, p. 860).

Storia alpinistica. - Oltre alle due vie di Whymper e di Carrel, vi sono al Cervino altre vie di cresta (due fondamentali, quelle di Zmutt e di Furggen, una secondaria, lungo la cresta sud del Picco Tyndall); e negli ultimi anni sono state anche aperte vie sulle pareti della montagna.

La prima ascensione per la vita di Zmutt, seguendo la cresta NO. o di Zmutt, fu compiuta da A. F. Mummery con A. Burgener, J. Petrus, A. Gentinetta il 3 settembre 1879.

Lo stesso giorno, alcune ore più tardi, W. Penhall, con F. Imseng e L. Zurbrücken, raggiunse la vetta per altra via, lungo il canalone ("Canalone Penhall") che dal ghiacciaio di Tiefenmatten conduce ai Denti di Zmutt e poi per la parete O. del picco, raggiungendo la cresta di Zmutt solo nella sua parte terminale. La via Penhall non venne più ripetuta (nel 1887 Guido Lammer e A. Lorria vennero travolti da una lavina nel Canalone Penhall) mentre la via Mummery divenne poi la via abituale di Zmutt (il 27 agosto 1895 Luigi di Savoia, duca degli Abruzzi, la percorse con lo stesso Mummery).

Per la via di Furggen, per la cresta SE. o di Furggen, la prima ascensione fu compiuta il 9 settembre 1911 da M. Piacenza con G. Carrel e G. Gaspard. Però la cresta era già stata percorsa, sino alla cosiddetta Spalla di Furggen, dal Mummery con A. Burgener e B. Venetz il 19 luglio 1880, indi da Guido Rey e dai Maquignaz di Valtournanche, i quali in un tentativo famoso (24 agosto 1899) si fecero lanciare dall'alto una corda di oltre 80 m. per superare lo strapiombo dell'ultimo balzo della cresta, senza però riuscire a superare l'ostacolo: questo fu disceso con una scala di corda dal Rey - salito in vetta per la cresta del Leone - il 28 agosto 1899. La via seguita dal Piacenza gira lo strapiombo sul versante italiano, quindi raggiunge la vetta per cresta; essa fu ripetuta sinora una sola volta da E. Benedetti con L. Carrel e M. Bich.

La via per la cresta sud del Picco Tyndall, esplorata fino alla "Cravatta" nel 1906 da U. De Amicis e A. Frusta, poi dai fratelli Gugliermina, fu percorsa interamente il 6 luglio 1933 da A. Crétier, B. Ollietti e A. Gaspard, che poi precipitarono durante la discesa dalla cresta del Leone.

Sulla parete Ovest, che si può considerare come già percorsa dalla cordata Penhall nel 1879 (v. sopra), una via più diretta venne aperta il 12 luglio 1929 da Fritz Herrmann, il quale compì la salita da solo. Nel 1931, A. Crétier e L. Pession, dopo avere iniziato l'ascensione del Canalone Penhall, attraversarono diagonalmente la parete da sinistra a destra, raggiungendo la cresta del Leone poco sotto il rifugio Luigi Amedeo di Savoia.

La parete Nord fu salita interamente, fra il 31 luglio e il 1° agosto 1931, dai fratelli Toni e Frantz Schmid.

La parete Sud fu salita da E. Benedetti, con L. Carrel e M. Bich, il 15 ottobre 1931, raggiungendo nella notte la capanna Solvay sulla cresta del Hörnli.

La parete Est fu superata da E. Benedetti e G. Mazzotti, con Luigi e Luciano Carrel, M. Bich e A. Gaspard, in due cordate, il 18 e 19 settembre 1932.

È difficile dare un giudizio comparativo sulle difficoltà delle quattro pareti. La Nord è forse più paurosa per esposizione continua e susseguirsi ininterrotto di passaggi ardui e delicati; ma, quanto a difficoltà, l'ultimo tratto della parete Est (nel tratto inferiore e medio, invece, non molto difficile ma pericolosa per le cadute di sassi) non teme confronti, e anche la parete Sud rappresenta un'ascensione formidabile.

Bibl.: A. F. Mummery, My climbs in the Alps and Caucasus, Londra 1895 (traduzione italiana di A. Balliano, Torino 1930); M. Kurz, Guide des Alpes Valaisannes, Losanna 1930 (2ª edizione di quella di H. Dübi, II, 1922); Rivista mensile del Club Alpino Italiano 1931, pp. 531-33 (parete Nord); E. Benedetti, ibid., 1932, pp. 6-13 (parete Sud); G. Mazzotti, ibid., 1933, pp. 11-21 (parete Est).

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