MONTE BIBELE
Massiccio montuoso dell'appennino tosco-emiliano, c.a 30 km a SE di Bologna, sulla cui sommità sono stati individuati, in aree diverse, due abitati, un sepolcreto e due aree sacre, in uso tra la metà del V e la fine del IlI-inizî del II sec. a.C.
M. B. ha restituito testimonianze di frequentazioni o insediamenti preistorici, inserendosi nel più vasto quadro demografico che dal Mesolitico in poi è documentato nelle vallate dell'Idice e dello Zena, i due torrenti che a E e a O delimitano la base della montagna. L'abitato, in corso di scavo, è situato in Pianella di Monte Savino, un declivio in quota, esposto a E, di circa 7000 m2 di superficie. La fase di impianto è caratterizzata da una generale regolarizzazione del pendio mediante terrazzamenti artificiali che spezzano il dislivello di una cinquantina di metri esistente tra il punto più basso e quello più alto dell'area. Su tali terrazzamenti fu costruito un reticolo di muri a secco che delimitano ambienti quadrangolari di 30-40 m2, raggruppati in piccoli isolati intorno ai quali, corrono aree stradali larghe 3 m che tagliano o seguono il pendio intersecandosi ortogonalmente tra loro. La struttura dei muri è formata da un doppio paramento di lastre di arenaria, cavate direttamente da M. B., legate con terreno argilloso; nella parte in cui gli ambienti si incassano nel pendio tali muri sono conservati ancora per un'altezza di 1,80-2 m a partire dall'originario piano pavimentale.
Nei vani con destinazione abitativa si hanno uno o due focolari appoggiati o scavati nel pavimento in terra battuta. Sulla superficie di quest'ultimo ancora affiorano numerose buche per palo allineate lungo gli assi dei vani o inglobate nei muri perimetrali; esse indicano l'originaria presenza di pilastri lignei all'interno delle case, una parte dei quali sosteneva la copertura interamente vegetale.
Le classi di materiale rinvenuto sui pavimenti chiarisce la diversa destinazione d'uso degli ambienti: case d'abitazione (vasellame, pesi da telaio, instrumenta metallici, resti di pasto, ecc.) e magazzini per cereali o legumi (strati di semi e frutti carbonizzati).
Mancano per ora indizî di lavorazioni artigianali di una certa entità. Alla base dell'area esplorata si trova una cisterna con murature a secco e vano a falsa cupola, esternamente foderata da uno strato di argilla, destinata a contenere 40 m3 di acqua potabile, per l'intero abitato.
I materiali più antichi assegnabili alla fase di «fondazione» del centro abitato risalgono alla prima metà del IV sec. a.C., mentre il definitivo abbandono è databile alla fine del ΙΙΙ-inizî II sec. a.C., segnato da uno strato di incendio messo in relazione con le campagne dei Romani contro i Boi.
Il sepolcreto è situato 200 m a SO dell'abitato e si sviluppa su un ampio versante rivolto verso O (Monte Tamburino). Nel 1992 erano state esplorate 152 tombe, parte a inumazione in fossa semplice o in cassa lignea, parte a incinerazione. I corredi recuperati sono assai simili a quelli di altri centri dell'Etruria tirrenica (Volterra, Populonia, ecc.) e dell'Italia centrale (Todi, Montefortino, ecc.): ceramiche a vernice nera, sovradipinte, a figure rosse, vasellame bronzeo, strigili, specchi incisi. Alcune iscrizioni etrusche graffite su ceramiche dei corredi indicano che una parte della popolazione era sicuramente etrusca, con solide radici in area padana. Anche sotto questo aspetto sono strettissime le consonanze tra i corredi di M. B. e quelli coevi di Bologna o di Spina.
Molto particolare è invece l'entità delle tombe con armi (49 su 152) che compaiono in una fase avanzata della vita del sepolcreto. Le armi sono costituite da spade e foderi di produzione celtica, da lance e giavellotti a lunga asta massiccia, associati a cinturoni con anelli metallici e corregge di cuoio o con catene di ferro. Eccezionale è la presenza di cinque elmi di ferro con appliques di lamina bronzea che connotano tombe di capi guerrieri deposte tra fine IV e metà III sec. a.C.
Il brusco inserimento di tombe con armi nel tessuto della popolazione etrusca di M. B. segna l'affermarsi nel rituale funerario padano di un'ideologia guerriera che, nell'aspetto generalizzato e percentualmente forte con cui si presenta, non ha precedenti né nel mondo tardovillanoviano bolognese né in quello di fase felsinea (VIIIV sec. a.C.). Tale fenomeno corrisponde in cronologia al momento di sedentarizzazione dei Celti di provenienza transalpina, ai cui territori d'origine peraltro rimandano le decorazioni delle armi e oggetti minori dell'abbigliamento (fibule, braccialetti, anelli).
Sono stati effettuati sondaggi presso lo splateamento artificiale (50 x 20 m) sulla sommità di M. B., che hanno permesso il rinvenimento di un'area rettangolare, con asse maggiore diretto EO, circondata da un fossato profondo 1,50 m circa. Resti di focolari, strati di carboni, semi e frutti carbonizzati, alcune ossa animali trovati nel riempimento del fossato e, per contro, l'assenza di strutture di abitato, rendono verosimile l'ipotesi di un'area deputata a funzioni cultuali, un témenos isolato per mezzo del fossato. In un avvallamento situato tra la sommità di M. B. e la necropoli, è stata infine individuata una stipe votiva costituita da circa 200 bronzetti a figura umana, rappresentanti devoti e devote, ma anche offerenti e guerrieri. Ai bronzetti sono associate migliaia di vasi ceramici miniaturizzati e frammenti di ceramica attica a figure nere. La stipe, legata a sorgenti d'acqua, si data a partire dalla metà del V sec. a.C.
Bibl.: C. A. Accorsi, M. Bandirli Mazzanti, L. Forlani, Prime notizie su macro e microreperti vegetali (legni, frutti e semi, pollini e spore) nell'abitato preromano di Monte Bibele (Monterenzio, Bologna), in Emilia preromana, IX-X, 19811982 (1984), pp. 291-299; G. Giusberti, Note preliminari sulle faune dell'abitato di Monte Bibele, in Monterenzio e la valle dett'Idice. Archeologia e storia di un territorio, Casalecchio di Reno 1983, pp. 135-137; D. Vitali, Nuovi dati per la pre-protostoria della Valle dett'Idice, in P. Delbianco (ed.), Culture figurative e materiali tra Emilia e Marche. Studi in memoria di Mario Zuffa, Rimini 1983, pp. 33-50; id., Un fodero celtico con decorazione a lira zoomorfa da Monte Bibele (Monterenzio, Bologna), in EtCelt, XXI, 1984, pp. 35-49; id., Monte Bibele (Monterenzio) und andere Fundstetten der keltischen Epoche im Gebiet von Bologna, Marburgo 1985; id., L'armement du type celtique dans la région de Bologne (Italie), in A. Duval (ed.), Actes du VIIIe colloque sur les âges du fer en France non méditerranéenne, Angoulême 1984 (Aquitania, Suppl. 1), Bordeaux 1986, pp. 309-316; id., Monte Bibele tra Etruschi e Celti: dati archeologici e interpretazione storica, in D. Vitali (ed.), Celti ed Etruschi nell'Italia centro-settentrionale dal V sec. a.C. alla romanizzazione. Atti del colloquio internazionale, Bologna 1985, Bologna 1987, pp. 309-380.