Parcitadi, Montagna dei
Ghibellino di Rimini, nato, forse verso la metà del sec. XIII, da Parcitade IV de' P. - una delle maggiori famiglie riminesi - e da una Pulcherrima, la cui origine è rimasta sconosciuta. Fu nella Rimini del secondo Duecento la figura più rappresentativa del ghibellinismo cittadino, che aveva trovato, appunto, nella potente famiglia dei P. un ideale punto di convergenza per contrastare il guelfismo emergente della fazione malatestiana.
Montagna nonostante fosse legato da vincoli di parentela coi Malatesti (Costanza, infatti, nata da una P., era andata sposa a Malatesta da Verucchio) fu il più tenace oppositore de 'l mastin vecchio e 'l nuovo da Verrucchio (If XXVII 46), protesi, proprio negli ultimi anni del sec. XIII, verso il dominio signorile su Rimini. Ma svolse pure in questa città una proficua opera di moderazione nei riguardi dei populares, talora coprendoli dall'aggressività dei magnates (fra i quali, appunto, in primo piano i Malatesti), talaltra dalla repressione delle autorità papali della provincia di Romagna. La fazione guidata da Montagna poté reggere il confronto coi potenti rivali solo fino al 1295, quando i Malatesti con un'improvvisa sortita s'impadronirono di Rimini, sterminandovi o cacciando in esilio i P. e facendo prigioniero Montagna.
D. rievoca Montagna assieme ai suoi rivali e feroci uccisori, nell'ottava bolgia infernale: E 'il mastin vecchio e 'l nuovo da Verrucchio, / che fecer di Montagna il mal governo, / là dove soglion fan d'i denti succhio (If XXVII 46-48), alludendo proprio alla soppressione di Montagna premeditata dai due Malatesti e attuata nel carcere riminese, forse poco dopo la sua cattura avvenuta nel dicembre 1295.
Bibl. - P. Cantinelli, Chronicon, a c. di F. Torraca, in Rer. Ital. Script.² XXVIII, Città di Castello 1902, 61,82 n. 176; L. Tonini, Della storia civile e sacra riminese, III, Rimini 1862, 174-176, 694-695; P. Zama, I Malatesti, Faenza 1956, 30, 35-37; A. Vasina, I Romagnoli fra autonomie cittadine e accentramento papale nell'età di D., Firenze 1964, 207, 436; J. Larner, The Lords of Romagna, Londra 1965, 52-56; E. Bonora, Il canto XXVII dell'Inferno, in Lect. Scaligera I, Firenze 1967, 965-996.