mono-
[da μονο-, già usato come primo elemento compositivo di sostantivi e aggettivi, a sua volta derivato dall’agg. μόνος «uno», «unico»]. – Confisso di origine greca ancora oggi impiegato in parole di origine dotta e nella formazione di termini tecnico-scientifici e di parole nuove, con il valore semantico di «uno», «unico», «costituito da uno solo», «relativo a uno solo». Quando il confisso è usato in combinazione con sostantivi può formare composti usati anche con funzione aggettivale, che abitualmente non sono soggetti a variazione di genere o di numero (monoblocco, monorotaia, monocommittente); in qualche caso si registrano, tuttavia, le consuete variazioni del plurale maschile (monoreattore, monoreattori) o modificazioni nella desinenza del sostantivo (monocorde dal s. f. corda, monolingue dal s. f. lingua). In chimica, il confisso segnala la presenza di un atomo, di un radicale o di un gruppo reattivo o sostituibile o distinguibile dagli altri o caratterizzante il comportamento della sostanza (monoacido, monosolfuro, monovalente). Tra le formazioni neologiche, il s. f. monocommittenza «rapporto di collaborazione, perlopiù temporanea, con un unico datore di lavoro» e gli agg. monogenitore e monogenitoriale, che fanno riferimento a nuclei familiari nei quali è presente un solo genitore.