MONERE (dal gr. μονήρης "semplice")
Nome attribuito nel 1866 da E. Haeckel a presunte forme primitive di esseri viventi (Protamoeba, Protogenes), rappresentate da masserelle di plasma ialino, prive di qualsiasi traccia di organizzazione e di nucleo. Come le amebe, le monere hanno la capacità di emettere pseudopodî e quindi di mutare continuamente di forma. Il Haeckel, su questa base, fondò la distinzione delle monere in Rhizomonere e Lobomonere a seconda che i pseudopodî erano esili e lunghi o corti e massicci, e in Fitomonere e Zoomonere considerando le prime come Protofiti anucleati, le altre come Protozoi anucleati. L'esistenza delle monere o di altre forme interpretate dal Haeckel come precellulari (citodi) è oggi completamente negata, essendo dimostrato che la maggior parte delle forme descritte e figurate dal Haeckel come anucleate sono invece provviste di nucleo, che era sfuggito all'osservazione fatta sul vivo.
Bibl.: E. Haeckel, Die Moneren. Organismen ohne Organe, Berlino 1866; id., Monographie der Moneren (Biol. Studien), Jena 1870.