MONDINO o Raimondino dei Liucci o Liuzzi
Medico, di famiglia oriunda fiorentina, nato in Bologna circa il 1270, ivi morto nel 1326. Nulla si sa della sua giovinezza, ma con probabilità ebbe il primo insegnamento della medicina dallo zio Leuccio, medico, che lo lasciò suo erede. In appresso fu allievo di Taddeo degli Alderotti. Conseguì a Bologna la laurea nel 1290. Fece parte (1316) di un'ambasceria bolognese a Giovanni, figlio di Roberto d'Angiò, re di Napoli. Ascritto ai collegi di medicina e di filosofia, lo troviamo fra i lettori dello Studio nel 1321 e nel 1324, ma certo deve aver insegnato, forse privatamente, molto prima. Il suo merito maggiore innanzi al mondo medico fu quello di avere stabilito la necessità della dissezione cadaverica nell'insegnamento universitario dell'anatomia e l'ateneo bolognese deve a lui il primato di quest'insegnamento, che costituì una pietra miliare nel progresso della medicina.
Praticata da Erofilo e da Erasistrato nell'antica scuola alessandrina, la dissezione del cadavere a scopo di studio anatomico era stata abbandonata in tutta l'epoca romana e nell'alto Medioevo. La prima dissezione mondiniana si fa risalire al 1315 (due cadaveri di donne), ma con molta probabilità M. s'era dato a questa pratica già da tempo. Egli riunì le sue conoscenze anatomiche in un trattato (Anothomia), finito di scrivere nel 1316 e che ha costituito il libro di testo fino alla seconda metà del sec. XVI. Il canovaccio sul quale vengono tessute le sue descrizioni, più che da osservazioni proprie, è fatto dall'anatomia galenico-arabica. L'anatomia di M., che ha avuto l'onore di 40 edizioni, è stata commentata da Berengario da Carpi e figura nella maggior parte delle edizioni del Fasciculus Medicinae del Ketham. Le edizioni dell'Anothomia del sec. XV sono quelle di Pavia (1478), Bologna (1482), Padova (1484), Venezia (1493-94-98), Lipsia (1493).
M. faceva tutta l'anatomia del cadavere in quattro lezioni, come si rileva dai suoi riferimenti e anche da ciò che Guy de Chauliac racconta a proposito di Bertuccio suo maestro e allievo di Mondino. Nel primo giorno, aperto l'addome, faceva l'esame di tutti i visceri contenutivi (membra nutritionis), perché i più putrescibili; nel secondo l'esame dei visceri della cavità toracica (membra spiritualia) e del collo; nel terzo l'apertura della scatola cranica ed esame del cervello e dei nervi cranici (membra animata); nel quarto l'esame degli arti e del sistema osteo-sindesmologico. Oltre l'Anothomia, S. De Renzi (St. della medicina italiana, vol. 5) attribuisce a M. i seguenti mss.: Tractatus ad inveniandam dosim cuiuscumque medicinae (Bibl. Malatestiana di Cesena); De arboribus communibus et aromaticis (Bibl. Nat. di Parigi) e il commento ai Canoni universali di Mesue intorno ai purganti.
Bibl.: L. Cchulant, Geschichte und Bibliographie der anatomischen Abbildung nach ihrer Beziehung auf anatomische Wissenschaft und bildende Kusnt, Lipsia 1852, nell'edizione inglese di Mortimer Frank, 1917; R. R. v. Töply, Studien zur Geschichte der Anatomie im Mittelalter, Vienna 1898; G. Martinotti, L'insegnamento dell'anatomia in Bologna prima del sec. XIX, Bologna 1911; E. Wickersheimer, Anatomie de Mondino et de Guido de Vigevano, Parigi 1926; G. I. Fischer, Ann. of Anat. and Surgery, II (1882), pp. 35-71; L. Sighinolfi, M. de' L. Anatomia riprodotta da un codice bolognese del sec. XIV e volgarizzata nel sec. XV, Bologna 1930.