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WINDESHEIM, Monastero di

di Luigi Giambene - Enciclopedia Italiana (1937)
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WINDESHEIM, Monastero di

Luigi Giambene

Presso Zwolle nell'Olanda. Fu prima un semplice aggruppamento di chierici, che si sostentavano copiando libri; fatti segno ad attacchi, specialmente dagli ordini mendicanti, essi furono indotti (1384) dal loro direttore Gerhard Groote ad abbracciare una regola, e a tale scopo uno di essi, Tommaso da Kempis (v.), che fu poi anche cronista del monastero, si recò al convento di Eymsteyn a studiare la regola di S. Agostino. Così, sotto questa regola, nel 1386, con la licenza del vescovo di Utrecht e di Guglielmo duca di Gheldria, fu fondato il monastero di Windesheim, che sul principio constò solo di capanne. La costruzione del grande edificio fu intrapresa da Johan Vos, priore dal 1391 al 1424, considerato come il vero fondatore. Presto i religiosi crebbero di numero ed eressero o si aggregarono altri monasteri, che in breve tempo ascesero a 32; tra essi fu famoso quello di Val Verde nelle Fiandre, aggregato nel 1412. Questi canonici regolari avevano inoltre alla loro dipendenza anche 14 monasteri di canonichesse regolari. Tutte queste case erano riccamente dotate. In tal modo Windesheim divenne la casa madre di una congregazione o capitolo, la cui istituzione aveva avuto l'approvazione di Bonifacio IX nel 1395. Durante lo scisma di Utrecht (1419) i canonici all'inosservanza dell'interdetto pronunciato da Martino V preferirono abbandonare il loro monastero e andare in esilio. Ma vi tornarono nel 1432 e lo ingrandirono. Non solamente fioriva in esso la disciplina regolare, ma di là si diffondeva la vita religiosa nelle popolazioni circostanti: notevole per quei tempi fu lo zelo dei religiosi nel propagare l'uso della comunione quotidiana. Di più Windesheim fu un centro attivo di cultura: molti scrittori, copisti, alluminatori vissero tra le sue mura. Tuttavia i tempi non trascorsero sempre felici: più volte il monastero fu fatto segno a persecuzioni, soprattutto da parte dei seguaci della riforma: nel 1572 il popolo di Zwolle invase la chiesa e ne distrusse tutti gli altari. Nel 1600 i canonici da questo monastero quasi distrutto si trasferirono in Francia nell'abbazia di S. Severino presso Château-Landon (Fontainebleau).

Vedi anche
Bonifàcio IX papa Bonifàcio IX papa. - Pietro Tomacelli (Napoli 1350 circa - Roma 1404); creato cardinale nel 1381, successe a Urbano VI il 2 novembre 1389. A causa dei torbidi politici si poté insediare a Roma soltanto dal giubileo del 1400. Appoggiandosi su Ladislao di Durazzo, da lui incoronato re di Napoli, tentò ... abbazia Comunità di religiosi (canonici regolari o monaci; ordinariamente secondo la regola benedettina), governata da un abate e autonoma (sui iuris), e il complesso degli edifici di tale comunità. Nel Medioevo monasteri e abbazia di campagna costituirono spesso il nucleo intorno al quale si formò un centro ... canonico Ecclesiastico che fa parte di un capitolo cattedrale o collegiale. ● I canonico secolari, secondo l’attuale ordinamento, sono sacerdoti che formano un collegio cui spetta celebrare le funzioni liturgiche più solenni della propria chiesa. ● I canonico regolari sono sacerdoti che costituiscono diversi ... amanuense Copista che, prima della diffusione della stampa, copiava manoscritti, a servizio di privati o del pubblico. Nel mondo classico tale mestiere era esercitato in genere dagli schiavi; dopo le invasioni barbariche fu svolto specialmente in centri religiosi; con il sec. 13°, in particolare nei grandi centri ...
Vocabolario
monastèro
monastero monastèro (ant. monastèrio, monistèro o monistèrio, munistèro o munistèrio) s. m. [dal lat. tardo monasterium, der. di μοναστής «monaco», da μονάζω «vivere solitario», che a sua volta è der. di μόνος «solo, solitario»]. – In origine,...
monàster
monaster monàster s. m. [voce lat. scient., comp. di mono- e aster]. – In citologia, nella mitosi monocentrica, aster unico che non si sdoppia e che di regola non dà luogo al doppio aster o anfiaster della divisione mitotica.
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