ATANAGI, Monaldo (ser Atanagìo)
Nacque a Cagli, da famiglia ragguardevole un tempo, poi decaduta.,Nulla sappiamo dei primi anni della sua vita. La prima menzione del suo nome è del 1539, allorché, divenuto buffone alla corte di Guidubaldo II della Rovere, duca di Urbino, prese a descrivere giorno per giorno quanto accadeva alla corte, componendo quei Diari che se, molto spesso, non rappresentano altro che la cronaca mondana dell'ambiente roveresco, assumono a volte valore di documento, laddove registrano l'arrivo alla corte di Guidubaldo della Rovere di personaggi celebri (Bernardo Tasso, per esempio, o Annibale Caro), ovvero descrivono gli usi e i costumi delle corti cinquecentesche.
L'A. fa precedere i suoi Diari anno per anno da un motto rimato. Vi ricorda spesse volte suo fratello Dionigi, il letterato ramingo e avventuroso, che egli, per affetto fraterno, non esita a chiamare primo fra i letterati viventi. Dall'epistolario intercorso fra i due possiamo conoscere come Dionigi esortasse l'A. a essere paziente, a tollerare la bassezza della sua condizione, pur di poter conservare un ufficio umile, ma ricompensato. In realtà, le lagnanze dell'A. non erano senza fondamento: egli stesso ci parla degli scherzi crudeli, cui veniva sottoposto dai personaggi della corte, ricompensati però da scudí sonanti. Ugualmente condizionata a un compenso pecuniario era la lettura dei Diari composti dall'A., che dame e cavalieri ricercavano con molta avidità, soprattutto per conoscere i vari intrighi che si andavano svolgendo nella corte.Intorno alla metà dei secolo l'A. compì un viaggio in Francia; si trattenne a Parigi alcuni anni, ottenendo il favore di Francesco I e di Enrico II. Tornato in Italia, nel febbraio del 1552 si recò alla corte estense, dove i suoi Diari suscitarono viva curiosità. Di nuovo alla corte di Urbino, dominata da intrighi e sospetti, la sua opera si fa monotona e meno interessante.
Nel 1559, per dissapori con Francesco Maria II, l'A. passò a Fossombrone, al servizio del cardinale Giulio, fratello del duca. Nuovamente a Urbino, nel 1564 accompagnò il duca a Venezia, e i suoi Diari ci offrono il resoconto del soggiorno del duca, presso la Serenissima.
Anche la vita familiare dell'A. non fu certo felice; sposò prima una bizzarra donna di nome Contessa, con cui visse in continuo disaccordo. Morta costei nel 1556, sposò, su invito del duca Francesco Maria II, Comelia di Girolamo Viva da Cagli, da cui ebbe un figlio, Guidantonio e forse altri, la cui paternità rimase incerta. Misero e privo di affetti domestici, morì nell'ottobre del 1564.
Anche dopo la morte dell'autore i Diari continuarono a essere letti e trovarono anche un imitatore: tale Giovannaccio, buffone, che prese a scrivere le sue memorie a partire dal isgi (esse sono contenute, autografe, nel codice Urb. Lat.1001 della Biblioteca Vaticana). Anche i Diari dell'A. sono conservati, autografi, nella Biblioteca Vaticana; il cod. Urb. Lat.810 ne contiene la parte relativa al 1539; l'Urb. Lat.927 contiene i Diari scritti dal 1° marzo 1563 al 5 ott. 1564; l'Urb. Lat.1002 le memorie dal 1552 al 1553 e il 1003 quelle dei 1559. Inoltre una copia dei Diari dal 1555 al 1557 è nella Biblioteca Passionei di Fossombrone nel codice CCXXV, trascritta dagli originali relativi a quegli anni conservati nella Biblioteca comunale di Urbino.
Fonti e Bibl.: C. Stornajolo, Codices Urbinates Latini, II, Città del Vaticano 1912, pp. 386 s., 637 s.; III, ibid. 1921, pp. 1 s.; G. Morici, Un buffone del sec. XVI, in La Nuova Rassegna,I(1894). pp. 267-270; A. Solerti, Vita di T. Tasso, I. Torino 1895. pp. 33 nota. 42 nota, 81 nota, 88 nota; A. Vernarecci, Lavinia Feltria della Rovere, marchesa del Vasto, Fossombrone 1896, pp. 22, 30; G. Zannoni, Ser Atanasio buffone,in Nuova Antologia, s.4, LXXXII (1899), pp. 27-57; A. Tarducci, L'A. da Cagli, Cagli 1904, p. 76; Id., Dizionarietto biografico cagliese, Cagli 1909, pp. 22-27; E. Rossi. Memorie ecclesiastiche di Urbania, Urbania 1936, p.81.