Famiglia di Orvieto; appartenente dapprima alla nobiltà minore, assunse grande importanza dopo che, coi Filippeschi, poté abbattere i magnati; poi, dichiaratasi per il partito guelfo, contro i Filippeschi proclamatisi ghibellini, riuscì (1313) a cacciare i rivali. Parve allora giunto il momento per i M. di salire alla signoria della città, senonché sopravvennero discordie in seno alla famiglia stessa, divisasi nei quattro rami della Cervara, della Vipera, del Cane, dell'Aquila (così dal nome degli stemmi). Tuttavia, dopo l'uccisione di Napoleuccio del Cane (1334), Ermanno (m. 1337) conseguì la signoria e gli eredi di lui la mantennero, pur fra interruzioni e lotte continue che ridussero alla rovina la città. Con Gentile e Arrigo M. della Vipera (1449) finì la signoria della famiglia. Una certa notorietà, ma per tutt'altra ragione, ebbe nel sec. 17º Gian Rinaldo M., amante di Cristina di Svezia, che per punirlo di aver cercato di tradire intimi segreti lo fece uccidere a Fontainebleau.