MONACO (München)
Collezioni di antichità. - Le collezioni d'antichità di Monaco di Baviera sono creazione di due principi della casa Wittelsbach, Alberto V e Ludwig I.
1. L'Antiquario antico. - Alberto V (1550-74), la cui sala d'arte conteneva già delle antichità, fece erigere nel 1569, nei pressi della sua residenza, secondo il progetto di i. Strada, un antiquario, uno dei primi musei d'antichità d'Europa. Era inizialmente una costruzione indipendente il cui pianterreno, una lunga sala a vòlta, conteneva la collezione delle antichità, mentre il primo piano era destinato alla preziosa biblioteca. Sotto Guglielmo V (1579-97), successore di Alberto, questo Antiquario venne trasformato in sala da ricevimento, nella quale le antichità acquistate a Venezia e a Roma da Alberto, vennero esposte, per consiglio di J. J. Fugger, in una nuova splendida cornice. Il complesso principale era costituito da busti, che, allineati su zoccoli nei vani delle finestre, dovevano costituire con arbitrarie designazioni, la serie delle Imagines Illustrium. L'Antiquario conservò l'antica fisionomia con poche aggiunte (nel 1803 ebbe da Mannheim la Vecchia ebbra) fino alla seconda guerra mondiale. Nel 1943 subì ingenti danni; ora con le sculture salvate, è ripristinato nella condizione antica.
2. Gliptoteca. - Già come principe ereditario Ludwig cominciò ad acquistare opere antiche in occasione del suo primo viaggio in Italia del 1804-5. Negli anni tra il 1810 e il 1815 raggiunse l'apice della sua attività di collezionista. Con l'aiuto del suo ottimo agente M. von Wagner acquistò in quel periodo la maggior parte delle opere che danno valore alla collezione di sculture: nel 1809 l'Atleta che versa l'olio, nel 1811 1-12 la Medusa Rondanini e il Bambino che strozza l'oca, nel 1813 le sculture del frontone di Egina ed il Fauno Barberini, nel 1814 l'Apollo Barberini, l'Ilioneo e l'Alessandro Rondanini, nel 1815 l'Eirene, il Diomede, la testa di fanciullo e quella di satiro in bronzo.
Per i suoi tesori artistici il principe fece erigere dall'architetto Leo von Klenze nel 1816-30 la Gliptoteca, la cui sontuosa fuga di sale iniziava con la sala dedicata alle sculture egiziane, dominava con le due sale da ricevimento (con gli affreschi di P. Cornelius distrutti nel 1943) e terminava con una sala per le sculture moderne. Fino alla sua distruzione, avvenuta nel 1943, la Gliptoteca era il miglior esempio di museo d'antichità di stile neoclassico.
Negli anni successivi al suo completamento, la Gliptoteca aumentò i suoi tesori di ben poco, perché ben altri interessi vennero in primo piano per il sovrano. Appena nel 1853 si ebbe un nuovo importante acquisto: l'Apollo di Tenea. Ma anche in seguito il contenuto della Gliptoteca si arricchì in misura ben limitata. Gli anni più fortunati furono quelli del 1906-10, in cui fu acquistato un buon numero di importanti originali greci come un Koùros attico, la stele funeraria di Mnesarete, e del cacciatore e la lèkythos con la coppia che prende congedo.
La maggior parte delle sculture della Gliptoteca fu salvata dalla seconda guerra mondiale. L'edificio sarà di nuovo ricostruito rinunciando al ricco arredamento di un tempo.
3. La collezione di vasi. - Con l'acquisto delle Collezioni Canino, Candelori, Lipona e Panettieri, L. v. Wittelsbach giunse in possesso di una collezione di vasi greci che ancor oggi è una delle più importanti d'Europa. Vi figurano notevoli vasi a figure nere o rosse come la coppa di Exekias, l'anfora del Pittore di Andokides, anfore di Euthymides, del Pittore di Kleophrades, la coppa con Gerione di Euphronios, il cratere di Saffo, la coppa di Pentesilea. Il sovrano destinò alla loro esposizione due grandi stanze, affrescate nello stile degli ipogei etruschi, al pianterreno dell'antica Pinacoteca, dove dovevano rappresentare gli inizi della pittura europea. Negli ultimi decennî la collezione fu continuamente completata ed arricchita: tra l'altro da una serie di vasi attici di stile geometrico e da due lèkythoi del Pittore della Phiale.
4. L'Antiquario nuovo. - Oltre ai vasi erano stati acquistati con le Collezioni Canino, Dodwell, Ferlini, Vogelberg, preziosi bronzi, terrecotte, gioielli d'oro (bronzi ritrovati a Perugia, gioielli d'oro della regina di Meroe, una corona d'oro di Armentum).
Essi costituirono una parte delle "Vereinigte Königlichen Sammlungen" (Collezioni reali riunite) la quale, dopo la morte del re (1868) fu inizialmente trasferita nell'edificio dell'Esposizione d'arte sulla Königsplatz (più tardi Nuova Galleria Nazionale) e da qui al pianterreno della Nuova Pinacoteca. Questo Antiquario, che fu notevolmente arricchito dalla donazione della Collezione Arndt e da altri acquisti di valore (lo specchio di bronzo di Ermione, la Fanciulla di Beroia) fu aggiunto alla collezione di vasi della Pinacoteca antica. Da allora le due collezioni riunite portarono il nome di Museum Antiker Kleinkunst (Museo di Arte Antica Minore). Un lascito del 1933 arricchì questo museo della Collezione J. Loeb, costituita di bronzi preziosi (tripodi etruschi, statuetta di Posidone), terrecotte e scelti ornamenti aurei. Nel 1943 il Museurn Antiker Kleinkunst perse la sua sede a causa della distruzione dell'antica Pinacoteca. Inoltre il materiale in deposito subì ingenti danni (i vasi etruschi e dell'Italia meridionale).
La collezione è sistemata provvisoriamente con l'esposizione dei pezzi migliori nel Prinz Carì Palais (Königinstrasse) e verrà esposta in seguito nell'ex Neue Staatsgalerie sulla Kònigsplatz, di fronte alla Gliptoteca.
Bibl.: Antiquario antico: Münchner Jahrbuch der bildenden Kunst, N. F. X, 1933, p. 211 ss.; 3. F. 19 IX-X, 1958-59, p. 128 ss.; Arndt-Amelung, Einzelaufnahmen, 907-1035. Gliptoteca: A. Furtwängler - P. Wolters, Beschreibung der Glyptothek König Ludwig's I, Monaco 1910; J. Sieveking - C. Weickert, Fünfzig Meisterwerke der Glyptothek König Ludwigs I, Monaco 1928; P. Wolters, Führer durch die Glyptothek König Ludwig's I, Monaco 1935; W. von Pölnitz, Ludwig I von Bayern und Johann Martin von Wagner, Monaco 1935. Collezione di vasi: O. Jahn, Beschreibung der Vasensammlung König Ludwigs in der Pinakothek zu München, Monaco 1854; J. Sieveking - R. Hackl, Die königliche Vasensammlung zu München I, Monaco 1912; Corpus Vasorum Antiquorum, München, I-5, Monaco 1939-61. Nuovo Antiquario e Museum Antiker Kleinkunst: W. Christ e altri, Führer durch das K. Antiquarium zu München, Monaco 1901; J. Sieveking, Die Bronzen der Sammlung Loeb, Monaco 1913, id., Die Terrakotten der Sammlung Loeb, I-II, Monaco 1916: id., Bronzen, Terrakotten, Vasen der Sammlung Loeb, Monaco 1930.