moltiplicatore
moltiplicatóre [agg. (f. -trice) e s.m. Der. del lat. multiplicator -oris, dal part. pass. multiplicatus di multiplicare (→ moltiplicando)] [LSF] Ciò che moltiplica qualcosa, sia nel signif. della matematica (v. oltre: [ALG] [ANM]), sia in signif. derivati e figurati, riconducibili in genere a quello di fare aumentare il valore di qualche cosa. ◆ [ALG] [ANM] La quantità numerica, l'espressione o la grandezza per cui si moltiplica un'altra nell'operazione di moltiplicazione, della quale costituisce uno dei fattori. ◆ [FTC] [MCC] Meccanismo che trasmette un moto angolare da un organo a un altro in modo che la velocità angolare di questo secondo sia pari a quella del primo moltiplicata per un certo numero maggiore di uno (rapporto di moltiplicazione). ◆ [MTR] [EMG] M. amperometrico: resistore che, posto in parallelo a un amperometro, ne moltiplica la portata, noto comunem. anche come shunt; precis., se (v. fig.) i₀ è la portata dell'amperometro e r è la sua resistenza interna, la portata ottenuta con l'inserzione in parallelo di un resistore con resistenza R vale i=ni₀, dove n=(r+R)/R è detto potere m. del resistore aggiunto, come dire che dev'essere R=r/(n-1): per es., R=r/9 se si vuole decuplicare la portata. ◆ [ELT] M. analogico: dispositivo elettronico che fornisce un segnale d'uscita pari al prodotto di quello d'ingresso per un'assegnata costante: v. misurazioni elettriche: IV 24 d. ◆ [ELT] M. analogico a transconduttanza variabile: v. circuiti non lineari: I 623 b. ◆ [MTR] [EMG] M. di corrente: lo stesso che m. amperometrico. ◆ [OTT] M. di focale: nella tecnica fotografica, sistema ottico a convergenza negativa che, inserito tra il corpo di una macchina fotografica e l'obiettivo, determina un incremento della lunghezza focale di questo; nelle realizzazioni commerc. si hanno i duplicatori e i triplicatori che, rispettiv., raddoppiano e triplicano la lunghezza focale dell'obiettivo. Pur costituendo un sistema economico per trasformare un obiettivo normale in un teleobiettivo, presentano lo svantaggio di dar luogo sia a una perdita di luminosità, sia a uno scadimento della qualità dell'immagine fotografata. ◆ [ELT] M. di frequenza: dispositivo elettronico che fornisce in uscita un segnale periodico la cui frequenza è in un rapporto assegnato, maggiore di 1, con quella del segnale periodico applicato all'ingresso, cioè mediante il quale si attua la moltiplicazione di frequenza di un segnale elettrico periodico; a seconda che il fattore di moltiplicazione è 2, 3, ecc., prende il nome di duplicatore, triplicatore, ecc., di frequenza. Se ne hanno di due tipi principali: (a) m. analogici, il cui principio di funzionamento riposa sull'uso di un dispositivo non lineare, che, distorcendo la forma del segnale dato, fa comparire in esso delle armoniche; un circuito risonante provvede poi a esaltare, tra queste, quella desiderata; sono stati realizzati m. statici, così detti in quanto non facenti uso di tubi termoelettronici o transistori, basati sulla non linearità di bipoli raddrizzatori (m. a raddrizzatore) e di circuiti magnetici quasi in saturazione (m. a saturazione magnetica che, noti anche come trasformatori statici di frequenza o m. di Vallauri, ebbero grande importanza ai primordi della radiotelegrafia per i radiotrasmettitori con alternatore ad alta frequenza) e m. elettronici, costituiti da un amplificatore in classe C il cui circuito d'uscita è costituito da un circuito oscillante accordato sull'armonica desiderata della tensione data, immessa nel circuito d'ingresso; data la forte distorsione di un amplificatore di tal genere, si possono agevolmente realizzare fattori di moltiplicazione molto grandi, sino a parecchie decine; se tuttavia occorre mantenere il rendimento di potenza a valori non troppo bassi (ciò importa soprattutto per i m. usati in apparati radiotrasmittenti) non conviene andare oltre la triplicazione di frequenza in un singolo m.; valori comunque alti del fattore di moltiplicazione potranno allora ottenersi disponendo più duplicatori o triplicatori uno di seguito all'altro (m. a più stadi); (b) m. a sintesi, che sfruttano la medesima tecnica usata per la sintesi di frequenza (→ sintetizzatore: S. di frequenza) e sono ora quelli preferiti. ◆ [ANM] M. di Lagrange: v. variazioni, calcolo delle: VI 470 b. ◆ M. di tensione: (a) [MTR] [EMG] lo stesso che m. voltmetrico (v. oltre); (b) [FTC] [EMG] particolare raddrizzatore di corrente alternata costituito da diodi e condensatori identici (v. fig.) disposti in modo da fornire in uscita una tensione quasi continua di valore pari a poco meno N volte la tensione massima della tensione alternata d'ingresso, essendo N il numero degli stadi (uno stadio è formato da un diodo e dal condensatore associato); è molto usato, per es., per alimentare certi tipi di acceleratori lineari di particelle; il prototipo di tali dispositivi fu il generatore realizzato da O.E. Marx (←) nel 1925, a condensatori e spinterometri (questi ultimi poi sostituiti da diodi); tuttora i m. di tensione hanno cospicue applicazioni per generare le alte tensioni occorrenti per accelerare particelle cariche: v. acceleratore di particelle: I 3 d. ◆ [ELT] M. elettronico: dispositivo presente in alcuni tubi elettronici che, esposto al fascio elettronico primario emesso dal catodo, moltiplica il numero degli elettroni del fascio, aumentando molto l'intensità di corrente corrispondente a esso; è schematicamente costituito da una serie di elettrodi metallici (detti dinodi), di forma opportuna e opportunamente disposti, a potenziale crescente rispetto al catodo, in ognuno dei quali ogni elettrone del fascio proveniente dall'elettrodo precedente e accelerato emette, per emissione secondaria, più di un elettrone, dando luogo verso l'elettrodo seguente a un fascio più intenso di quello ricevuto; un'estesa e importante applicazione se ne fa nei fotorivelatori detti fotomoltiplicatori: v. fotorivelatore: II 737 b. ◆ [OTT] M. ottico: dispositivo ottico non lineare per generare segnali ottici la cui frequenza sia un'armonica, spec. la seconda armonica, del segnale ottico di un laser, anche noto come generatore ottico armonico: v. ottica non lineare: IV 408 e. ◆ [FTC] [FSD] M. plastico: v. plasticità, teoria della: IV 539 d. ◆ [EMG] M. voltmetrico: resistore che, posto in serie a un voltmetro reometrico, ne moltiplica la portata; se (v. fig.) V₀ è la portata intrinseca del voltmetro e r la sua resistenza interna, quella V ottenibile inserendo un m. con resistenza R vale V=nV₀, con n=(R+r)r detto potere m. del resistore aggiunto, come dire che dev'essere R=(n-1)r: per es., R=9r se si vuole decuplicare la portata.