MOLITERNO, Girolamo Pignatelli, principe di
Generale, nato a Napoli nel 1774, morto ivi il 14 ottobre 1848. Studiò a Torino, dove il padre, principe di M. e di Marsiconovo, era ambasciatore, e si arruolò nell'esercito piemontese. Dal 1792 al 1796 prese parte, con il grado di capitano di cavalleria, alle campagne contro i Francesi. Ferito e fatto prigioniero alla Giletta (ottobre 1793) fu scambiato con il generale francese Casablanca. Fu nuovamente ferito al Fombio (8 maggio 1796), perdendo l'occhio destro. A sue spese mobilitò due reggimenti di cavalleria e nel 1798, davanti a Capua, si oppose alle truppe francesi del generaleJ.-É. Championnet. Dopo la fuga del re Ferdinando in Sicilia, fu acclamato generale in capo del popolo napoletano, ma, incapace di dominare la folla scatenata, preferì abbandonarla e chiudersi in Castel Sant'Elmo con i patrioti. Trattò allora con lo Championnet, ma solo allo scopo di evitare stragi e di allontanare la possibilità di una repubblica giacobina. Il Direttorio non ratificò il trattato e sospettò sempre del M., che, inviato a Parigi con una deputazione napoletana (febbraio 1799) fu sottoposto a confino e a stretta sorveglianza. A Parigi difese l'onore dell'esercito napoletano contro le accuse del Mack. Sebbene partigiano dei Borboni, fu escluso dall'amnistia seguita alla pace di Firenze.
Implicato a Parigi in oscure e ambigue trame, fu per qualche tempo a Berlino (1805) e più tardi (settembre 1806) presso re Ferdinando in Sicilia. Da allora esplicò apertamente la sua attività in favore dei Borboni. Nel 1808, in Calabria, organizzò delle bande armate e nel 1813 intraprese tentativi nelle Marche e negli Abruzzi contro Gioacchino Murat. Vinto, si ritirò a Roma, donde venne espulso (1814) per istanza del Murat stesso. Il M. rientrò in patria solo nel 1820 e visse in continue ristrettezze economiche.