MOLDAVIA.
– Demografia e geografia economica. Condizioni economiche. Storia. Letteratura. Bibliografia
Demografia e geografia economica di Silvia Lilli. – Stato interno dell’Europa sud-orientale. L’ultimo censimento della popolazione risale al 2004 (3.383.332 abitanti) e la stima UNDESA (United Nations Department of Economic and Social Affairs) per il 2014 ha segnato una relativa stagnazione (3.461.380 ab.), dovuta a un incremento naturale pari quasi allo 0‰, che, sommato al tasso emigratorio, comporta una tendenza costante al decremento (−1,1% nel periodo 2005-10, e −0,8% nel periodo 2010-15). Solo il 48,4% della popolazione risiede in aree urbane (787.900 nell’agglomerato della capitale, Chişinău).
Condizioni economiche. – L’economia moldava è incentrata sulla produzione e sull’esportazione di prodotti agricoli, con il settore primario che copre quasi il 15% del PIL e assorbe il 30% della forza lavoro (2013); del fertile suolo moldavo, più del 64% è destinato alla coltivazione. Negli ultimi anni il Paese ha conosciuto anche una crescita del settore industriale (+6,8% della produzione nel 2013), sebbene la maggior parte delle industrie sia concentrata nella regione indipendentista della Transnistria. Il PIL, dopo una contrazione registrata nel 2012 (−0,7%), ha ripreso a crescere in maniera sostenuta nel 2013 (8,9%), sebbene rimanga notevolmente basso a confronto con i Paesi circostanti: il PIL pro capite a parità di poteri d’acquisto (PPA) è di 4830 $ (2014); molto contenuto è il tasso di disoccupazione (6% nel 2014).
L’economia dipende ancora in larga misura dalle rimesse degli emigrati e dagli aiuti internazionali (6,5% nel 2012), mentre la bilancia commerciale è costantemente negativa (−3 miliardi di $ nel 2013) a causa delle scarse risorse energetiche del Paese, per le quali dipende totalmente dalle importazioni dalla Russia. Nell’agosto del 2013, tuttavia, la M. ha dato avvio alla costruzione di un gasdotto che collegherà la rete moldava a quella europea, attraverso la Romania; si è trattato di una decisione che ha comportato reazioni negative da parte di Mosca, con l’innalzamento dei prezzi del gas e una conseguente contrazione della buona crescita registrata nel 2013. Malgrado ciò, l’avvicinamento al mercato e alla politica europea è proseguito con la firma, il 27 giugno 2014, del Deep andcomprehensive free trade area.
Storia di Ilenia Rossini. – L’instabilità politica e istituzionale e le tensioni tra filorussi, filorumeni e filoccidentali che avevano caratterizzato la M. fin dal crollo dell’Unione Sovietica continuarono a contraddistinguere il Paese. Nonostante le tensioni con le opposizioni, il Partidul Comuniștilor din Republica Moldova (Partito dei comunisti della Repubblica moldava, PCRM) continuò a essere il partito più votato: esso cercò di arginare le pressioni autonomiste, mentre in politica estera passò da posizioni filorusse a un’apertura all’Unione Europea. Il governo del PCRM, in carica dal 2001, diventò, comunque, sempre più impopolare: il primo ministro Vasile Tarlev si dimise nel marzo 2008 e fu sostituito dalla compagna di partito Zinaida Greceanîi, prima donna premier della Moldavia.
Alle elezioni dell’aprile 2009, il PCRM (49,5%) si confermò come primo partito del Paese, ma, nonostante il parere dell’OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa), i risultati furono giudicati dalle opposizioni viziati da brogli: ciò originò manifestazioni e scontri di piazza. Le elezioni del luglio 2009 videro la vittoria della coalizione filoccidentale Alleanza per l’integrazione europea (AIE), che comprendeva il liberaldemocratico Partidul Liberal Democrat din Moldova (PLDM; 16,6%), il liberale Partidul Liberal (PL; 14,7%), il socialdemocratico Partidul Democrat din Moldova (PDM; 12,5%), e il socioliberale Alianţa Moldova Noastră (AMN; 7,35%). Nel settembre 2009 entrò in carica il nuovo primo ministro, Vlad Filat (PLDM), mentre l’elezione del nuovo presidente della Repubblica fu sospesa perché l’AIE non aveva ottenuto i 61 seggi (su 101) necessari.
Dopo il fallimento del referendum per introdurre l’elezione diretta del capo dello Stato (sett. 2010), furono convocate nuove elezioni: anche se il PCRM (39,2%) rimaneva il primo partito, prevalse nuovamente l’AIE (PLDM 29,4%, PD 12,7%, PL 10%; l’AMN non ottenne seggi e si sciolse nel 2011), che si fermò tuttavia a 59 seggi. L’impassesull’elezione del presidente della Repubblica continuò fino al marzo 2012, quando fu eletto il magistrato filoeuropeista Nicolae Timofti.
Tra il 2010 e il 2011, il sistema politico moldavo fu scosso dagli attriti tra i partiti dell’AIE, che produssero una crisi di governo (marzo 2011) e dall’adesione di una parte dei deputati del PCRM al piccolo partito filorusso Partidul Socialiştilor din Republica Moldova (PSRM). Alle elezioni del novembre 2014, il PSRM (20,5%) si affermò come primo partito, seguito da PLDM (20,2%), PCRM (17,5%), PDM (15,8%) e PL (9,7%). Negata la fiducia al premier uscente Iurie Leancă, il Parlamento la accordò (febbr. 2015) al governo presieduto da Chiril Gaburici, che si dimise tuttavia a giugno. Dopo un breve interim di Natalia Gherman, l’incarico fu assunto da Valeriu Streleț, del PLDM.
La politica moldava seguitò a essere condizionata anche dalla questione della Transnistria, la regione filorussa resasi di fatto indipendente nel 1990. Le richieste della M. di ripristinare l’integrità territoriale continuarono a costituire un motivo di tensione con la Russia, aggravata dall’adesione moldava all’Accordo di associazione con l’UE, (siglato nel giugno 2014), che creava un’area di libero scambio. Problematiche rimanevano anche le relazioni con la Romania, con cui una parte dei moldavi avrebbe voluto l’unificazione, fortemente avversata invece dal PCRM.
Letteratura di Roberto Merlo. – Parte orientale del principato romeno di Moldavia annessa dall’impero zarista nel 1812 con il nome di Bessarabia e reintegrata nel Regno di Romania nel 1918, il territorio dell’attuale Repubblica di M. fu occupato dalle truppe sovietiche nel 1940 e convertito in Repubblica socialista sovietica moldava (RSSM) fino alla dissoluzione dell’URSS nel 1991. La politica di ‘snazionalizzazione’ dei romeni di Bessarabia iniziata in epoca zarista e ripresa dalle autorità sovietiche, che imposero loro un’identità ‘moldava’ inventata ad hoc in opposizione a quella ‘romena’, è all’origine della controversia identitaria tra romenismo e moldavismo che ha segnato profondamente la vita politica e culturale della Repubblica di M. postsovietica.
Ufficialmente ridenominata lingua moldava nel 1994 tra l’indignazione generale degli intellettuali, la lingua materna dalla maggioranza della popolazione della Repubblica di M. è, da un punto di vista strutturale, la lingua romena. Oltre i confini rigorosi, ma angusti, della grammatica le cose sono più complesse: nell’idea di ‘moldavo’ si intrecciano e si confondono a vari livelli (pubblico e privato, sociale e psicologico, sincronico e diacronico ecc.) concetti di natura extralinguistica quali la cittadinanza e la nazionalità.
In ambito letterario si tende oggi a dire moldava la letteratura in lingua romena di epoca sovietica, mentre quella dell’odierna Repubblica di M., per distinguerla da quella attuale di Romania, cioè dalla letteratura romena tout court, è detta bessaraba. Riallacciati dopo la caduta dei rispettivi regimi, i rapporti tra le due letterature di lingua romena sono stati (e in parte continuano a essere) oggetto di discussione in entrambi i Paesi, ma nell’ultimo decennio il ritardo estetico e tematico della letteratura bessaraba degli anni Novanta è stato colmato, e il moltiplicarsi di contatti e scambi prefigura il consolidarsi di una letteratura romena ‘policentrica’ dai confini interni fluidi e permeabili, nel bene e nel male ormai pienamente raccordata ai movimenti del mondo globale. Autori bessarabi di prosa attuale sono, per es., Vasile Ernu (Născut în URSS, 2006, trad. it. Nato in URSS, 2010; Ultimii eretici ai imperiului, 2009, trad. it. Gli ultimi eretici dell’Impero, 2012), Dumitru Crudu (Un american la Chișinău, 2013, Un americano a Chişinău), anche poeta e drammaturgo, Constantin Cheianu (Sex & Perestroika, 2009), anche drammaturgo, Liliana Corobca (Kinderland, 2013, o Un an în paradis, 2005, trad. it. Un anno all’inferno, 2009), i fratelli Alexandru e Mihail Vakulovski, entrambi anche poeti, o Anatol Moraru; poeti e prosatori – Emilian Galaicu-Păun, Leo Butnaru, Nicolae Popa, Nicolae Leahu, Teo Chiriac, Arcadie Suceveanu, Grigore Chiper, Ștefan Baștovoi, Aura Christi (Sfera frigului, 2011; trad. it. La sfera del freddo. Dall’inferno, con amore, 2015), Vasile Gârneţ o Vitalie Ciobanu (alcuni anche critici e storici letterari), poeti – Călina Trifan, Irina Nechit o Iulian Fruntaşu, Steliana Grama e altri (v. Nouă poezie basarabeană, 2009), o i più giovani Anatol Grosu e Ion Buzu.
Bibliografia: Letteratura moldava. Ritratto di gruppo: poeti della Bessarabia, a cura di M. Cugno, «Si scrive. Rivista di letteratura», 1996, pp. 234-85; K. Heitmann, Limbă şi politică în Republica Moldova (Lingua e politica nella Repubblica di Moldavia), Chişinău 1998, nuova ed. a cura di G. Chiper, M. Gabinschi, O. Balaş, Iaşi 2014; M. Şleahtiţchi, Cerc deschis. Literatura română din Basarabia în postcomunism (Cerchio aperto. La letteratura romena della Bessarabia in epoca postcomunista), Iaşi 2007; Nouă poezie basarabeană (Nuova poesia bessaraba), ed. D. Crudu, Bucureşti 2009; Arhipelag. Almanah de literatură română din Republica Moldova (Arcipelago. Almanacco della letteratura romena della Repubblica di Moldavia), ed. V. Ciobanu, Chişinău 2010. Per gli estremi bibliografici dei titoli tradotti in italiano si vedano R. Merlo, Una grande fioritura, ma ancora tante lacune. Le traduzioni di narrativa romena in italiano, 1990-2014, «tradurre. pratiche teorie strumenti», 2014, 7, http://rivistatradurre.it/2014/ 11/una-grande-fioritura-ma-ancora-tante-lacune (16 luglio 2015), e l’aggiornata base di dati Scrittori romeni in italiano, a cura di A.C. Cionchin, M. Barindi, «Orizzonti culturali italo-romeni», http://www.orizzonticulturali.it/it_database1_ Scrittori-romeniin-italiano.html (16 luglio 2015).