Moldavia
Uno Stato giovanissimo dal nome antico
In una regione in cui spostamenti e sovrapposizioni di popoli sono un dato antichissimo, la nuova Moldavia cerca di ritagliarsi una sua difficile identità. Racchiuso fra vicini molto più grandi, con una popolazione dalle molte etnie e un’economia che fatica a trovare la sua strada, il paese conta sulla cooperazione internazionale.
L’area che costituisce la Repubblica di Moldavia (o Moldova) è quasi tutta pianeggiante, compresa tra i fiumi Prut e Dnestr e la riva del Mar Nero, che la Moldavia non raggiunge. Il clima è continentale temperato. La popolazione è in maggioranza rurale: la capitale Chişinău (779.400 abitanti) e qualche altra città ospitano meno della metà dei Moldavi. Per la forte emigrazione e le non buone condizioni di vita gli abitanti stanno lentamente diminuendo. I Moldavi (circa due terzi della popolazione) sono affini ai Romeni per origini, lingua e religione, ma nel paese vivono molti Ucraini e Russi (insieme sono un quarto del totale), specie lungo il confine orientale, e poi Rom, Bulgari, Turchi gagauzi (cristiani) e altre minoranze.
L’economia non è certo florida e si basa sull’agricoltura, molto migliorata nell’epoca sovietica (cereali, frutta, ortaggi), mentre l’industria soffre dell’assoluta mancanza di materie prime. Il paese dipende dalle importazioni, dagli aiuti internazionali e dai soldi mandati a casa dagli emigrati.
Dopo il ritiro dei Romani dalla Dacia, nel 274 a.C., la Moldavia fu teatro, per quasi un millennio, di ripetute invasioni (Goti, Unni, Slavi, Avari, Bulgari, Magiari, Tatari e Peceneghi). Nel 1365 si costituì in principato autonomo e nel secolo successivo, sebbene avesse raggiunto la sua massima estensione e floridezza, finì sotto il controllo dei Turchi. Tra la fine del 18° e l’inizio del 19° secolo, attirò le mire dei Polacchi, degli Austriaci e dei Russi, i quali dal 1828 al 1834 ne fecero un loro protettorato; ma nel 1856, in seguito alla pace di Parigi, tornò sotto la sovranità turca. Nel 1859 fu unita alla Valacchia, dando luogo ai Principati uniti di Valacchia e Moldavia, dai quali nel 1862 sarebbe sorta la Romania. Nel 1924 fu costituita la Repubblica autonoma di Moldavia, che entrò a far parte dell’Unione Sovietica. Annessa di nuovo alla Romania dal 1941 al 1944, dopo la guerra la Moldavia tornò a far parte dell’Unione Sovietica, che la sottopose a un’intensa politica di russificazione (l’alfabeto latino, per esempio, fu sostituito con quello cirillico).
Nel 1990 la Moldavia proclamò la propria secessione dall’Unione Sovietica e dal 1991 prese il nome di Repubblica di Moldavia. Il nuovo Stato si trovò a fronteggiare una situazione economica molto difficile, aggravata dai contrasti tra le diverse etnie. Dopo una prima fase di avvicinamento alla Romania – avvicinamento che portò le minoranze gagauze (di lingua turca) e slave a proclamare due repubbliche indipendenti (la Gaugazia e la Transnistria, cioè la regione a est del Dnestr) – la Moldavia tornò a intensificare le relazioni con la Russia. Quanto all’ipotesi dell’unificazione con la Romania, essa uscì sconfitta dal referendum del 1994.
Nel 1994 si tennero anche le prime elezioni multipartitiche e venne varata la nuova costituzione, che contribuì a smorzare i contrasti interetnici. Nel 1995 la Gagauzia, dopo aver ricevuto ampia autonomia, ha moderato le proprie posizioni, mentre il problema della Transnistria è rimasto irrisolto.