MOFETA
. Vanno sotto il nome di mofete le ultime manifestazioni gassose dell'attività postvulcanica costituite essenzialmente da anidride carbonica, qualche volta accompagnata da metano e da altri gas. Sono frequenti nei terreni vulcanici recenti e anche presso i vulcani da lungo tempo spenti. Le sorgenti acidule, le macalube, i vulcani di fango e le salse sono pure mofete accompagnate da acqua, fango o sale. Il più classico esempio di mofeta è dato dalla Grotta del cane a Pozzuoli sul suolo lasciato asciutto dal lago d'Agnano. La temperatura del gas, che si mantiene fermo formando uno strato asfissiante fino all'altezza di circa mezzo metro dal suolo, oscilla tra i 20° e i 29°.
La più grande mofeta d'Europa è quella dei Palici, famosa sino dalla più remota antichità. Essa si trova in Sicilia, 5 km. a SO. di Palagonia in contrada Favarotta e rappresenta l'ultimo residuo dell'attività vulcanica della formazione eruttiva terziaria del Val di Noto. D'inverno appare uno stagno largo circa 50 m. la cui acqua è continuamente rimossa da numerose polle gassose (fig.1) delle quali alcune sollevano l'acqua all'altezza di circa 50 cm., in modo che tutto il bacino appare come una grande pentola in ebollizione.
Il gas che si sprigiona da questa mofeta è costituito da anidride carbonica con una lieve percentuale di metano e di altri idrocarburi. Si calcola che la quantità di anidride carbonica esalante normalmente dalla mofeta dei Palici sia di circa un metro cubo al secondo, quindi di gran lunga superiore alle più importanti mofete d'Europa, molte delle quali sono utilizzate per la preparazione dell'anidride carbonica liquida.
Nelle annate di siccità lo stagno dei Palici giunge a prosciugarsi quasi completamente; allora al posto delle polle gassose si formano piccoli crateri di fango (fig. 2) con uno sfiatatoio centrale dal quale viene fuori sibilando la corrente gassosa.
Gli animali che si avvicinano imprudentemente alla mofeta vi restano asfissiati e non vi è giorno che lo stagno non inghiotta una vittima.
Quando il gas trova le sue vie di sfogo ostruite dall'argilla bagnata allora si ha una eruzione di fango e attorno alla bocca emissiva si forma un vulcanetto in miniatura. Ben formato è il vulcanetto di fango di San Biagio (fig. 3), sul versante meridionale dell'Etna; nel suo piccolo cratere, del diametro di circa 20 cm., s'innalzano delle bolle e il fango si riversa a flutti all'esterno. Non più interessante di questo appare il famoso vulcano di fango Bulganak nella penisola di Kerč.
Le eruzioni fangose accompagnate da acqua salata vengono chiamate salse. Le mofete presso Girgenti, che non sono d'origine vulcanica, si designano con il nome di macalube.