MODULAZIONE
. Si chiama così, in armonia, il passaggio da un tono all'altro e l'insieme dei mezzi diretti a ottenerlo. La modulazione può essere stabile, se l'ingresso nel nuovo tono è operato in modo da far dimenticare del tutto l'antico; passeggera, se i passaggi modulativi servono a disperdere solo momentaneamente il senso fondamentale di una tonalità, per tornare tosto ad esso. Come le tonalità si distinguono per uno o più suoni differenti nelle loro scale, così vario sarà il grado di parentela fra le tonalità stesse. Sotto questo aspetto la modulazione sarà vicina, se fatta ai toni detti vicini (quelli che hanno sei suoni comuni e solo uno differente) e sempre più lontana, a mano a mano che i vincoli di affinità si dilungano dalla base di partenza.
Per ciò che concerne i mezzi della modulazione, essa si può operare: con l'immediata introduzione di accordi che contengono i suoni caratteristici della nuova tonalità; ovvero con una graduale ed equilibrata successione di accordi, che preparino la comparsa di detti suoni e soprattutto dei più decisamente risolutivi; o infine con mezzi di sorpresa. Tra questi ultimi, il più potente ed efficace si fonda sull'enarmonia (v.), per cui si riesce a passare con la maggiore spontaneità a tonalità lontanissime tra loro.