MODERNIZZAZIONE
Con il termine m. si indica un insieme di processi di cambiamento che si svolgono nelle sfere economica, sociale e politica. Nonostante che, storicamente, i concetti di moderno, modernità siono stati correlati con i processi di sviluppo tecnico, economico e sociale dei paesi occidentali (il cosiddetto progresso), i processi di m. non possono essere identificati con i processi di occidentalizzazione (vale a dire di pedissequa imitazione dello sviluppo dei paesi occidentali, già di per sé alquanto diversi fra di loro) né di americanizzazione (vale a dire di conformità ai processi svoltisi negli Stati Uniti d'America). Errata è altresì qualsiasi concezione unilineare del processo di m. e con esiti predefiniti. Abitualmente, l'analisi prende le mosse dall'ambito economico, senza che questo comporti necessariamente l'assegnazione di una preminenza storica, logica o causale ai processi di mutamento economico. E dall'analisi della sfera economica, la m. mutua una delle concezioni più influenti, ma non per questo meno controverse, del mutamento: la concezione degli stadi del mutamento o dello sviluppo.
Ampiamente diffusa (e facilmente riscontrabile anche nel pensiero marxista occidentale), la teoria degli stadi dello sviluppo trova una sua sistemazione significativa a opera di W. Rostow, secondo il quale vi sono almeno tre stadi cruciali attraverso i quali deve passare qualsiasi processo di sviluppo economico: la creazione delle condizioni preliminari, il decollo industriale (il take-off) e il passaggio alla maturità. Comunque, l'elemento caratterizzante il processo di m. è rappresentato dal processo industriale, dalla fase che si apre con il decollo. La prospettiva di Rostow, che in alcuni seguaci è stata eccessivamente irrigidita, mira fondamentalmente a sottolineare la necessità di concentrare energie e risorse su problemi specifici e attira l'attenzione sulle modalità con le quali la sfera politica, cioè i governi, possono, debbono, riescono a soddisfare i requisiti dei vari stadi.
Più complessi e non adeguatamente sistematizzati appaiono i processi concernenti la m. della sfera sociale. In generale, la maggior parte degli autori sottolinea l'importanza di tre processi: urbanizzazione, comunicazione, alfabetizzazione. In qualche modo l'industrializzazione ha prodotto o è stata accompagnata da un esodo dalle occupazioni agricole e da un conseguente abbandono delle campagne. Questo tipo di urbanizzazione è prevalente nei paesi occidentali, eccettuata l'America latina dove, come si è ripetutamente ed efficacemente rilevato (G. Germani), la crescita delle città (e quindi l'aumento della popolazione urbana) precede il processo d'industrializzazione, con conseguenze sociali largamente negative. Intesa in senso lato, la comunicazione riguarda sia la creazione di un efficace sistema di trasporti sia la diffusione dei mezzi di comunicazione: giornali, radio e televisione. Naturalmente, questo secondo processo è collegato all'espansione della popolazione in grado di leggere e scrivere. L'aumento del tasso di alfabetismo costituisce un elemento centrale di qualsiasi processo di m. sociale e, a sua volta, è elemento che innesca altri processi.
Secondo alcuni autori, in particolare K. W. Deutsch, per quanto le commistioni fra i vari processi possano essere molto diversificate, esistono soglie oltrepassate le quali i vari processi sociali, economici e culturali avranno effetti politici. Vale a dire che, rotti i legami tradizionali, con una terra, un'occupazione, un insieme di simboli, gli individui possono considerarsi ''mobilitati'', sono cioè disponibili a nuove forme d'integrazione sociale. Se questa integrazione avverrà o meno, dipende però dalla capacità della sfera politica di assorbire e incanalare questi processi. In particolare, dipende dalla strutturazione della sfera politica in termini di accoglimento delle domande di partecipazione e d'influenza politica che una popolazione mobilitata inevitabilmente indirizzerà ai detentori del potere politico.
Le teorizzazioni in materia di m. politica (o di sviluppo politico) hanno ripercorso in parte la prospettiva della teoria degli stadi e, con qualche non marginale diversità, quella delle ''strade'' di sviluppo. Ma alcune influenti analisi hanno problematizzato il fenomeno facendo riferimento a crisi da superare e a problemi da risolvere.
Per ciò che attiene alla teoria degli stadi, l'opera più nota è quella del politologo K. Organski. Sicuramente influenzato da Rostow, Organski individua quattro stadi dello sviluppo politico: la politica dell'unificazione primitiva; la politica dell'industrializzazione; la politica del benessere nazionale; la politica dell'abbondanza. A ogni stadio, si possono valutare i contributi che i governi sono in grado di fornire per il passaggio allo stadio successivo. È interessante rilevare come Organski sostenga che, nel secondo stadio, tre tipi di regimi (borghese, fascista e stalinista) sono in grado di mobilitare le risorse necessarie all'industrializzazione. Quasi nello stesso periodo venne pubblicato uno degli studi più significativi della letteratura sulla m. politica, Social origins of dictatorship and democracy di B. Moore (1966), in cui l'autore individuava tre strade per la modernità socio-politica: la strada democratico-borghese; la strada autoritaria, con le sue varianti fascista e nazista; la strada comunista, con le sue varianti stalinista e maoista. Il problema cui Moore intese fornire una risposta era quello delle modalità di trasferimento di ricchezza e di potere dalle campagne alle città. La sua spiegazione, quindi, consiste non tanto nell'individuazione di stadi di sviluppo quanto piuttosto di strade che, in qualche modo, possono costituire un modello per i paesi che debbono ancora affrontare e risolvere quei fondamentali problemi.
È proprio in riferimento ai problemi che un gruppo di studiosi, lavorando in più o meno stretta collaborazione, giunse a formulare una spiegazione dei processi di m. politica in termini di crisi, di svolte, di ostacoli da superare (Binder e altri 1971). Per quanto la terminologia vari, sono almeno quattro le crisi principali: la costruzione dello stato, la costruzione della nazione, la partecipazione e la distribuzione. Tutti i sistemi politici debbono, prima o poi, affrontare queste quattro crisi. Alcuni di loro hanno il tempo per risolvere ciascuna crisi separatamente, altri non possono evitarne l'accumulo. In qualche caso, la sequenza stessa delle crisi è posta in questione, per es. nel caso in cui la costruzione della nazione, vale a dire la creazione di un'identità culturale unificante, avviene simultaneamente alla richiesta di canali di accesso e d'influenza per la partecipazione politica. Oppure, nel caso in cui le domande di partecipazione non hanno contenuto solo politico, ma già forti contenuti economici (cioè quando allo stato si chiede una distribuzione di risorse che può essere incompatibile con le esigenze dell'accumulazione e dell'industrializzazione).
Nonostante la consapevolezza della complessità di questi processi, non pochi studiosi finirono per accettare una prospettiva alquanto ottimistica relativamente alla possibilità di creare strutture politiche in grado di dare risposte positive ai problemi economici e sociali. Vale a dire che, con qualche ritardo, distorsione o inconveniente, i sistemi politici avrebbero superato le crisi e risolto i problemi della m., salvo poi fare i conti con quelli della modernità (o della maturità). È merito precipuo di S. Huntington aver formulato una prospettiva in grado di collegare insieme organicamente i processi di m. socio-economica, di partecipazione politica e di sviluppo politico (da lui definito piuttosto istituzionalizzazione delle procedure e delle strutture politiche), in modo da prevedere anche gli esiti negativi di tale collegamento: la decadenza politica.
L'istituzionalizzazione politica può avvenire a ogni livello di sviluppo, a ogni stadio, purché il rapporto fra m. socio-economica e partecipazione politica dia luogo a una situazione in cui le strutture e le procedure politiche godano di adattabilità, coesione, autonomia e complessità. Di tanto crescono i processi di m. socio-economica, di tanto aumentano le domande di partecipazione politica, di altrettanto debbono aumentare l'adattabilità, la coesione, l'autonomia e la complessità delle strutture e delle procedure politiche. Se, invece, alcune strutture e alcune procedure s'irrigidiscono, si disgregano, perdono autonomia e diventano semplici (vale a dire rimangono in grado di svolgere un solo compito), l'effetto dei processi di m. e di partecipazione consisterà nella decadenza politica (e a questa, inevitabilmente, seguiranno fenomeni di crisi economica e sociale e di smobilitazione, spontanea o forzata).
Centrata a lungo sui paesi emergenti, ma poi riorientata verso i paesi dell'area occidentale e del mondo comunista, l'analisi dei processi di m. ha consentito una più accurata comprensione delle dinamiche storiche, economiche, sociali e politiche. Con minor ottimismo e maggior conoscenza di causa, gli strumenti da essa elaborati sono utilizzati dalle varie discipline interessate a questi complessi mutamenti e hanno contribuito a vivificarle.
Bibl.: W. W. Rostow, The stages of economic growth, Cambridge 1960 (trad. it., Gli stadi dello sviluppo economico, Torino 1962); K. W. Deutsch, Social mobilization and political development, in American Political Science Review, 55 (settembre 1961), pp. 493-514; R. Bendix, Nation-building and citizenship, New York 1964 (trad. it., Stato nazionale e integrazione di classe. Europa occidentale, Giappone, Russia, India, Bari 1969); A. F. K. Organski, The stages of political development, ivi 1965 (trad. it., Le forme dello sviluppo politico, Bari 1970); C. E. Black, The dynamics of modernization, ivi 1966 (trad. it., La dinamica della modernizzazione, Milano 1971); B. Moore jr., Social origins of dictatorship and democracy, Boston 1966 (trad. it., Le origini sociali della dittatura e della democrazia. Proprietari e contadini nella formazione del mondo moderno, Torino 1969); D. E. Apter, Some conceptual approaches to the study of modernization, Englewood Cliffs 1968; S. P. Huntington, Political order in changing societies, New Haven 1968 (trad. it., Ordinamento politico e mutamento sociale, Milano 1975); G. A. Almond, Political development, Boston 1970; G. Pasquino, Modernizzazione e sviluppo politico, Bologna 1970; L. Binder e altri, Crises and sequences in political development, Princeton 1971; G. Germani, La sociologia della modernizzazione. L'esperienza dell'America Latina, Bari 1971; Understanding political development, a cura di M. Weiner e S. P. Huntington, Boston 1987.