modernita
Complesso delle caratteristiche, della struttura e dei processi della società moderna. Quando, con questo termine, si fa riferimento al percorso temporale e strutturale grazie al quale le società ‘moderne’ hanno acquisito le loro caratteristiche, ossia quelle del mondo occidentale industrializzato, allora il significato del concetto viene a coincidere con quello di ‘modernizzazione’. Quando invece il concetto di m. viene riferito al complesso delle modalità o delle qualità dell’esperienza sociale moderna, il suo significato viene a coincidere con quello di ‘modernismo’ estetico. Un terzo, più recente significato del concetto di m. è quello di ‘progetto storico’ proposto da Habermas, che ne fissa l’inizio con l’Illuminismo e con l’autonomia della ragione, illustrandone lo sviluppo storico (visto in larga misura in termini di sviluppo di sistemi e sottosistemi dell’agire razionale orientato allo scopo). Per quanto riguarda ciò che Habermas definisce m. estetica, la sua analisi si incentra sul mutamento della coscienza del tempo. Il nuovo, il futuro, il presente e il passato sono le quattro dimensioni fondamentali evidenziate da Habermas a questo proposito. Il moderno costituisce un’espressione di contemporaneità, una manifestazione di ciò che è nuovo (sebbene si tratti di una novità destinata a essere distrutta). La m. implica anche la trasformazione della coscienza del tempo, specialmente nell’ambito delle avanguardie artistiche che si avventurano in universi ignoti orientandosi verso un futuro non ancora realizzato. Tuttavia, la sopravvalutazione di ciò che è fugace, contingente ed effimero, e l’esaltazione del suo carattere dinamico sono anche espressione del desiderio di un presente coerente e integro. Questo anelito segreto a un presente armonioso coincide con una opposizione astratta alla storia e di conseguenza favorisce un presente non più ancorato al passato. La connessione tra m. e Illuminismo istituita da Habermas ha suscitato discussioni e polemiche. In partic., Lyotard ha affermato che Habermas si limita a creare un altro ‘grand récit’ storico, che però è stato reso obsoleto dalla impetuosa proliferazione dei giochi linguistici e dall’erosione di ogni forma di pensiero fondante. Questo è diventato uno dei temi centrali del dibattito tra i teorici della m. e i teorici del postmoderno. Le stesse caratteristiche che alcuni pensatori avevano considerato distintive della m. – il ruolo privilegiato delle sfere della circolazione, dello scambio e del consumo, il passaggio dalla differenziazione alla indifferenziazione (soprattutto nella sfera culturale), il problematizzarsi del rapporto tra significante e significato, il prevalere dell’immagine sulla parola (e la proliferazione di immagini), il passaggio a sistemi autoreferenziali (giochi linguistici, ma anche la sfera della circolazione delle merci), la fine della storia e della società e la centralità della sfera estetica – sono considerate anche dimensioni chiave della condizione postmoderna.