MODERATIO
Personificazione della moderazione nella vita politica, cioè direzione ponderata, corrispondente alla σωϕροσύνη greca, che è una qualità richiesta già da Platone in un sovrano, apprezzata da tutti quando viene da esso applicata, giacché la si attende dagli stessi dèi, considerati i moderatores del mondo. Lo stesso popolo romano si considera il moderator gentium, tanto più dunque il princeps, il rappresentante di questo popolo e, nella sua qualità di Pontifex Maximus, rappresentante della divinità. Già la M. di Cesare veniva celebrata accanto alla sua Clementia. Numerose testimonianze tramandano la M. di Augusto; molti fatti rivelano quella di Tiberio, per esempio la rinuncia al titolo di pater patriae, la ripugnanza dimostrata verso ogni lode adulatoria, che egli respingeva ricordando "la transitorietà di tutte le cose terrene" e verso l'appellativo di dominus. Non poté impedire però la consacrazione nella Curia di uno scudo nel cui centro si trovava il suo busto, con l'iscrizione "moderationi sc.", la sua immagine conservatasi sulla moneta è da considerarsi una riproduzione.
Bibl.: J. Eckhel, Doctrina numorum veterum, Vienna 1792-98, VI, p. 187; G. Wissowa, Religion u. Kult, 2 ed., Monaco 1912, p. 355, 7; M. Grant, Roman Imperial Money, Baltimora 1933, p. 150.