modello mentale
Rappresentazione mentale simbolica di un concetto o di una realtà e delle relazioni funzionali reciproche dei suoi componenti. Un m. m. di un concetto o di un dominio di conoscenza consiste in una rete di elementi e di connessioni fra loro che guidano inconsapevolmente il ragionamento e l’acquisizione di nuovi dati su quel dominio. Il costrutto di m. m. è stato elaborato originariamente dallo psicologo inglese Philip Johnson- Laird alla fine del 20° sec. per descrivere i risultati delle sue ricerce sperimentali sul linguaggio e il ragionamento umani, con lo scopo di dimostrare il ruolo rilevante dell’informazione semantica e della logica mentale nell’organizzazione del linguaggio e nella costruzione della conoscenza. Johnson- Laird distingue tre tipi di costrutti cognitivi: immagini, m. m. e rappresentazioni proposizionali. Le immagini e i m. m. sono costrutti di livello superiore, che pur essendo esprimibili anche in forma proposizionale, permettono all’attività cognitiva di non lavorare con codici di livello inferiore, come appunto le rappresentazioni proposizionali di tipo linguistico. I m. m. non hanno una struttura sintattica scelta in modo arbitrario, come le rappresentazioni proposizionali che derivano dalla specifica lingua parlata dall’individuo, poiché la struttura del modello deve essere il più possibile analoga a quella del corrispondente stato di cose nel mondo. Essi quindi sono analogici, perché possono catturare configurazioni spaziali del mondo rappresentato e mantenere le relazioni topologiche esistenti tra gli elementi; sono determinati, perché ciascuno di essi rappresenta un particolare stato dell’oggetto che definisce; infine, sono concreti, perché rappresentano entità specifiche (come fatti o oggetti reali, i concetti teorici di una disciplina, ecc.). La teoria dei m. m. si è sviluppata fino ad affrontare temi come quelli della coscienza, dell’autocoscienza (➔ coscienza e autocoscienza) e del libero arbitrio (➔ mente, filosofia della).