MODALITÀ
Nella sillogistica aristotelica una speciale trattazione era dedicata alle varietà che intervenivano nelle forme deduttive quando il nesso che univa il soggetto al predicato non era più la semplice asserzione di uno stato di fatto (secondo la formula "S è P") ma quella di una realtà necessaria, di un ἀναγκαῖον ("S è necessariamente P"), o di una realtà soltanto possibile, di un ενδεχόμενον ("S può essere P"). Kant, riproponendosi dal suo nuovo punto di vista, ben diverso da quello aristotelico, il problema della costituzione d'una tavola delle categorie, riassunse tuttavia in esse le vecchie forme aristoteliche dei giudizî; e così in una delle categorie principali, quella della modalità, comprese le tre categorie subordinate della realtà, della necessità e della possibilità. Queste infatti, dal punto di vista della funzione esercitata nella conoscenza, assumevano l'aspetto dei valori di assertorietà, apoditticità e problematicità del giudizio, e corrispondevano quindi, sotto le nuove denominazioni, ai tre termini dell'antica distinzione aristotelica.
Bibl.: E. Kant, Critica della ragion pura, trad. G. Gentile e G. Lombardo-Radice, I, 2ª ed., Bari 1924, p. 105 segg.; A. Trendelenburg, Logische Untersuchungen, II, Berlino 1840, p. 187 segg. Per il carattere intrinsecamente contraddittorio della dottrina delle distinzioni modali in seno alla sillogistica aristotelica, cfr. G. Calogero, I fondamenti della logica aristotelica, Firenze 1927, p. 248 segg. V. inoltre logica; sillogistica.