Cultura che fiorì fra il 200 a.C. e il 1000 d.C. circa sulla costa N del Perù, nelle valli di Moche, Chicama e Virù; raggiunse la fase di massima complessità nel Periodo classico (900-1100 d.C.), al termine di una serie di processi storici che trasformarono centri isolati in strutture statali centralizzate. Fu caratterizzata dal miglioramento delle tecniche agricole, dallo sviluppo della metallurgia, dal massimo sfruttamento delle risorse idriche. Lavori di tale mole implicano l’esistenza di un forte potere centrale tale da mobilitare squadre di lavoratori e di un’efficiente amministrazione; si può dunque parlare della presenza di un’autorità rispettata e di una burocrazia assai ben organizzata. La produzione artistica di maggior interesse è costituita dalla ceramica: sui vasi M. sono raffigurati sovrani adorni di diademi, circondati da piccoli personaggi curvi sotto il peso di un fardello, secondo un uso che sarà poi proprio dei sovrani Inca; nessun suddito infatti poteva avvicinare il sovrano senza portare un carico sulla schiena, in segno di umiltà e sottomissione. Al di sotto del sovrano, considerato diretto discendente della Divinità Suprema, vi erano gli alti dignitari, seguiti dai funzionari di minore importanza. Alla base della piramide sociale vi era il popolo comune, per lo più contadini, che forniva la manodopera per i grandi lavori agricoli, idrici, architettonici. La religione era centrata sul culto del Sole, della Luna e del Dio-felino, derivato da Chavin. Famosi i cosiddetti vasi-ritratto e i prodotti di oreficeria, tessitura, arte plumaria. L’organizzazione amministrativa e politica e l’arte M. si perpetuò fino all’arrivo degli Spagnoli.