mobisode
s. m. Gestione delle puntate di una serie televisiva che possono essere viste mediante dispositivi mobili, come telefoni cellulari e tablet.
• Per ora, «the next big thing», come dicono gli esperti («la prossima grande novità») è quella della televisione: ci si immagina di produrre e trasmettere soprattutto telenovelas e telefilm (sono i mobisodes: episodi per il mobile, da pochi minuti, come un gag comica). (Carlotta Mismetti Capua, Repubblica, 2 aprile 2007, Affari & Finanza, p. 51) • Quale sarà mai lo specifico di una tv miniaturizzata? Il contenuto snack, breve, per allietare i tempi di attesa (in fila al supermercato o in posta, per ammazzare il tempo)? Oppure la possibilità di consumare contenuti extra, parassitari rispetto alla tv tradizionale (gli americani hanno inventato i «mobisodes», episodi delle serie tv in versione mobile)? Ai tempi della scarsità eravamo affetti da misoneismo, da un’avversione per le cose nuove (la tv è la morte del cinema, la tv è la morte del libro!). Adesso soffriamo del contrario, di neofilia. (Aldo Grasso, Corriere della sera, 3 giugno 2008, p. 11) • il pubblico delle serie tv è attivo perché capace di muoversi tra diverse piattaforme tecnologiche: non si accontenta di seguire le puntate della serie principale in tv, ma consulta i siti internet (ufficiali o realizzati da altri fan), riceve puntate extra sul telefonino (i mobisodes, neologismo che fonde mobile e episode, coniato da un manager della rete Fox) e commenta gli sviluppi della trama su forum e blog. (Luca Patrignani, Sole 24 Ore, 20 marzo 2009, Nòva24, p. 11).
- Espressione inglese composta dall’agg. mobi(le) ‘mobile’ e dal s. (epi)sode ‘puntata, episodio’.
- Già attestato nel Corriere della sera del 18 novembre 2005, p. 35, Spettacoli (Giancarlo Radice).