MNEMOSINE (Μνημοσύνη, Mnemosȳne)
Personificazione mitologica della memoria. Appare per la prima volta nella Teogonia esiodea (915-917) come madre, da Zeus, delle nove muse, e figlia di Urano e di Gea. Gli epiteti di καλλίκομος, λιπαράμπυξ, χρυσόπεπλος, βαϑυπλόκαμος, ecc., sono tutti rivolti a qualificarne le doti fisiche, di bella e amabile compagna di Zeus. Nel culto, come già nella mitografia, ella è strettamente associata alle muse sue figliuole. In Atene era onorata da libazioni di acqua o latte e miele senza vino (νηϕάλια ἱερά). A Livadia, sede del celebrato oracolo di Trofonio, si facevano bere coloro che venivano a consultarlo prima all'acqua del Lete, e poi a quella di Mnemosine, perché dapprima dimenticassero ogni pensiero estraneo, e poi conservassero memoria di quel che quivi vedevano e udivano. Scarse sono le tracce di rappresentazioni figurate della dea; la più nota, d'identificazione accertata per via epigrafica, è una statua del Museo Vaticano, che rappresenta la dea avvolta nel peplo in atto concentrato e pensoso. Un'erma dedicata a Mnemosine proviene dall'Elicona.
Bibl.: P. Weiszsäcker, in Roscher, Lexikon d. griech. u. röm. Mythologie, II, ii, 3076-3080.