mixofilia
s. f. Il favore per l’amalgama, la mescolanza tra culture, modi di pensare e di essere diversi.
• Risponde Zygmunt [Bauman]: «La globalizzazione delle città ha due aspetti. Quello negativo è che sono spesso abitate dalla paura. Pensiamo alla paura degli immigrati, che vengono presentati come un fenomeno nuovo anche se nuovo non è. Il lato positivo è che le città globali sono dei grandi laboratori dove si sperimentano nuovi stili di vita. Da qui due atteggiamenti: la mixofobia, la paura di mescolarsi con la diversità, e la mixofilia, che è la capacità di godere delle differenze. Gli architetti dovrebbero promuovere progetti in grado di alimentare la mixofilia». (Paola Natalicchio, Unità, 4 dicembre 2008, p. 41, Culture) • la stessa condizione di mescolanza con gli stranieri provoca anche un altro atteggiamento. Ci sono due reazioni contraddittorie al fenomeno, entrambe osservabili nelle città contemporanee. La seconda è la mixofilia, la gioia di essere in un ambiente diverso e stimolante. Hannah Arendt fu probabilmente la prima pensatrice moderna che ripensando a Gotthold Ephraim Lessing, uno dei pionieri dell’Illuminismo tedesco, vide in lui una delle figure più lungimiranti fra i filosofi della prima modernità. Secondo Lessing non bisogna limitarsi ad accettare il fatto che la differenza sia destinata a perdurare ma bisogna effettivamente apprezzarla, riconoscere che in essa c’è un potenziale creativo senza precedenti. Il fatto di mettere insieme esperienze, ricordi, visioni del mondo molto diverse può portare a una prosperità di sviluppo culturale. (Zygmunt Bauman, Repubblica, 16 novembre 2009, p. 37, Cultura) • Sta accadendo che un sistema culturale che ha fatto nell’ultimo ventennio della donna un mero oggetto da concupire, mostra la sua concreta pericolosità. Questo spiega perché, a fronte di una stagnazione degli affitti, molte giovani coppie di baresi preferiscano spostarsi altrove, in provincia, dove una rete ospitale di solidarietà cementa la comunità a differenza della violenza inospitale del capoluogo. In quella provincia dove la mixofilia ‒ l’amore per il mix culturale ‒ sta piano piano ridefinendo il quadro della convivenza civile. (Leo Palmisano, Repubblica, 19 settembre 2010, Bari, p. XIII).
- Adattato dall’ingl. mixophilia, a sua volta derivato dal v. tr. (to) mix ‘mescolare, mischiare, miscelare’ e dal suffisso -philia ‘tendenza a’.
- Già attestato nell’Unità del 5 febbraio 1999, p. 21, Cultura Società Scienza Spettacoli (Bruno Gravagnuolo).