Vedi MITILENE dell'anno: 1963 - 1973 - 1995
MITILENE (Lazpa in testi ittiti, Λέσβος, Ἴσσα, Πελαοτγία, Μυτιλήνα, Μυτιλήνη, Μιτυλήνη, Himerte, Lasia, Aegira, Aethiope, Macaria; v. vol. V, p. 122 e s 1970, p. 498)
La leggenda faceva eponimo dell'isola l'eroe tessalo Lesbos, sposo di Methymna, figlia del re Makar; Omero (II., XXIV, 544) ne sottolinea i legami con l'Anatolia nord-occidentale dicendola «sede di Makar», tributario di Priamo. In età preistorica, infatti, Lesbo rientra nell'orizzonte culturale troiano, come dimostrano i rinvenimenti della prima e della media Età del Bronzo dovuti agli scavi della Scuola Britannica di Atene a Thermì e del Servizio Archeologico Greco a Kourtìr. Non corrispondono alla tradizione letteraria, che fa pensare a una notevole presenza micenea nell'isola, i rinvenimenti della tarda Età del Bronzo che si limitano ancora a pochissimi esemplari di ceramica di produzione locale provenienti da Thermì e da Kourtìr. Le tombe individuate a Makara, con molta probabilità violate nella maggior parte, non sono state ancora esplorate.
Alla fine del II millennio a.C. l'isola era divisa tra sei pòleis: Mytilene, Methymna, Antissa, Eressos, Pyrrha e Arisba. Di queste la più grande e più potente era Mytilene, a cui la tradizione assegnava come fondatore Oreste, figlio di Agamennone o uno dei suoi discendenti.
Mytilene. - I rinvenimenti archeologici confermano che nel X sec. a.C. v'era un insediamento nella prossima Nisì («Isoletta»), ben fortificata e collegata alla terraferma mediante ponti. Le testimonianze più antiche del culto di Apollo Malòeis sono state rinvenute sulla terraferma, fuori della città e vicino al porto omonimo: si tratta di resti di un edificio absidato e di un deposito di vasi in cavità naturali che si datano al X sec. a.C., dunque alle fasi più antiche della città.
Al VII e VI sec. a.C. risale il Santuario di Cibele a Nisì, vicino al braccio di mare (èuripos).
Tra il VII e il VI sec. si svolsero a Mytilene aspri conflitti tra tiranni (uno dei quali, Myrsilos, apparteneva, come indica il nome, a un gènos di origine anatolica) ed esponenti della nobiltà mitilenea, tra i quali Pittaco, di origine trace, divenuto aisymnètes (sovrano assoluto per elezione e per un periodo definito), e il poeta Alceo, che per un certo tempo dovette rifugiarsi nel «santuario comune» dei Lesbii, evidentemente il centro sacrale di una lega delle pòleis dell'isola, dedicato a Hera Eolia «madre di tutto», a Zeus «protettore dei supplici» e a Dioniso «mangiatore di carne cruda» (Alc., frg. 129 LP). Il coinvolgimento di Saffo nei contrasti civili è indice della posizione raggiunta dalla donna nella società mitilenea.
La posizione geografica dell'isola all'ingresso del golfo di Adramyttiòn e in particolare quella di Mytilene nella parte orientale, favorì presto l'insediamento di Mitilenei sull'opposta zona anatolica, lo sfruttamento dei ricchi terreni e la creazione di città «soggette», tra cui Sigeo all'ingresso dell'Ellesponto, lungamente contesa ad Atene e da questa occupata nel VI secolo. Mytilene partecipò anche alla fondazione del Panhellènion a Naukratis nel Delta egiziano.
Essa inoltre prese parte attiva alla rivolta ionica nel 499 a.C., e successivamente, seguendo la sorte delle città greche dell'Egeo orientale, fu sottomessa al potere persiano. Dopo la fine delle guerre persiane Mytilene insieme alle altre città lesbie aderì alla lega ateniese.
Tra gli avvenimenti più importanti della guerra del Peloponneso è da porsi la «defezione dei Mitilenei» del 428 a.C., come fu chiamato il tentativo delle città lesbie e di quelle eoliche della costa dell'Asia Minore di fare di Mytilene un centro amministrativo, commerciale, economico e militare indipendente dalla lega ateniese. Data la limitata estensione dell'«Isoletta» che non consentiva una strutturazione della città idonea al nuovo ordine delle cose, i mitilenei edificarono una gran parte della «terraferma» e ampliarono il porto commerciale. Dopo la repressione da parte degli Ateniesi e l'imposizione di sanzioni,
Mytilene fu di nuovo limitata entro i suoi vecchi confini, cioè all'«Isoletta». I fertili campi furono spartiti tra cleruchi ateniesi che non vi restarono però per molto. Ben presto i campi furono presi a fitto dai vecchi coltivatori per la somma di due mine. Dopo l'assedio della città da parte dello spartano Callicratide nel 406 a.C., con il prevalere degli oligarchici, la cleruchia ateniese fu abolita. Nel primo decennio del IV sec. a.C. Mytilene e le altre città lesbie riuscirono a liberarsi dai Lacedemoni e dopo il 377 a.C. fecero parte della seconda lega ateniese; intorno alla metà del secolo, nonostante la reazione della popolazione, prevalsero ancora una volta gli oligarchici.
Dell'epoca della defezione oggi sono visibili il molo del porto settentrionale commerciale o Malòeis e parti delle mura di difesa della città ampliata, sulle quali furono alzate quelle del IV sec. a.C. Caratteristica è la ceramica grigia (bucchero) di eccezionale qualità, di età arcaica e classica, di produzione locale nella tradizione dei vasi dell'Età del Bronzo. Benché fino a oggi gli scavi non abbiano portato alla luce i centri di produzione di questi vasi, è certo che essi vanno ricercati entro il territorio di Mytilene, se non addirittura nella città stessa, dove sono stati individuati laboratori di ricca produzione ceramica di età ellenistica e romana.
Nel 338 a.C. Mytilene prese parte insieme alle altre città dell'isola alla fondazione della lega ellenica antipersiana con a capo Filippo II di Macedonia, nel 333 a.C. subì l'attacco della flotta persiana e l'assedio di Memnone di Rodi; dopo la vittoria i Persiani imposero come tiranni persone a loro favorevoli. Nel 332 a.C. Alessandro Magno, dopo aver liberato le isole, si occupò in modo particolare di Mytilene e regolò le questioni istituzionali con un decreto affinché le fazioni politiche avversarie coesistessero pacificamente. Dopo la battaglia di Isso nel 301 a.C. Mytilene insieme alle altre città lesbie si associò alla spedizione trace di Lisimaco. Dal 280 a.C. fino alla fine del III sec. a.C. fu sotto l'influenza dei Tolemei, con un piccolo intervallo di sovranità siriana intorno alla metà del secolo, imposta da Antioco II. Agli inizî del II sec. a.C. Mytilene e le altre città lesbie vissero in un clima di indipendenza, rafforzato nel 196 a.C. dalla proclamazione di Flaminino.
Le testimonianze archeologiche confermano in quest'epoca l'espansione della città sulla terraferma. Sembra che in questa parte si fossero stabiliti i cittadini più facoltosi, dal momento che gli scavi hanno portato alla luce lussuose ville con splendidi mosaici di età ellenistica e romana. Vicino alla cima della collina di Haghia Kyriakì, in una conformazione naturale del terreno, ai limiti NO della città, fu costruito il teatro, in marmo grigio di Moria, con una capienza di circa 10.000 spettatori: Pompeo ne copiò l'impianto nel suo teatro a Roma.
Con il catastrofico terremoto del 231 a.C. l'antica Pyrrha venne distrutta e decadde. Nel 167 a.C., durante la guerra macedone, Antissa fu distrutta dai Romani e il suo territorio fu annesso a Methymna. Arisba già nel V sec. a.C. si era unita con Pyrrha; Eressos restò sotto l'influenza di Mytilene. Dalla metà del II sec. a.C. a Lesbo restavano, dunque, solo due pòleis, Mytilene e Methymna, e quest'ultima era ormai la più potente.
Nell'88 a.C., all'inizio della guerra mitridatica, Mytilene optò per lo schieramento antiromano, con conseguenze catastrofiche per la città che fu punita con gravi sanzioni.
Queste vicende sono confermate dallo strato di distruzione, databile a questo periodo, presente in tutta la città e dalla razzia dei santuari di Demetra e Kore sull'acropoli, di Afrodite sulle pendici della collina in località Nisì e di Apollo Malòeis vicino al porto omonimo.
Nel 66 a.C. con l'intervento di Pompeo, Mytilene acquisì lo statuto di città alleata; la simpatia dei suoi cittadini verso Pompeo ne determinò l'atteggiamento ostile verso Cesare.
Nel 45 a.C. fu comunque rinnovata la vecchia alleanza e vennero conservati gli antichi privilegi. Mytilene rese particolari onori al proprio concittadino Potamon, il retore che partecipò alle trattative con Roma, con la fondazione del Potamonèion, un imponente monumento di marmo grigio di Moria, sui cui lati erano iscritti gli atti ufficiali di Roma e di Mytilene relativi alla sua mediazione. Gran parte delle epigrafi si trova nel museo archeologico della città, insieme col trono del sacerdote proveniente dal teatro.
Dopo la firma del trattato con Augusto nel 24 a.C. Mytilene divenne ancora una volta centro delle lettere e delle arti, come testimoniano le fonti letterarie. I recenti scavi hanno dimostrato che a Mytilene anche nel I sec. a.C. ci fu una grande fioritura economica e artistica che continuò fino al IV sec. d.C. I mosaici di un'arte eccezionale, le botteghe di produzione ceramica di raffinata qualità, come quella a rilievo invetriata, mostrano l'alto livello di vita di questo periodo. Mytilene e le altre città lesbie persero la loro autonomia quando Vespasiano (69-79 d.C.) ripristinò la Grecia come provincia romana. Sotto Diocleziano Lesbo fece parte della Provincia delle Isole.
Le necropoli della città erano tutte sulla terraferma; quelle arcaiche sono state individuate vicino alla sponda dell'eùripos, e quelle di età classica fuori delle mura settentrionali della città ampliata e lungo la via lastricata che portava a Methymna. Interessante è la coesistenza degli splendidi vasi attici con quelli grigi di produzione locale. Le necropoli ellenistiche e romane sono state messe in luce fuori delle mura meridionali e lungo la via lastricata che portava verso l'area coltivata.
Una vasta necropoli con inumazioni multiple, a enchytrismòs, sepolture libere e bassi ipogei con copertura a volta, si trova lungo la via su citata e la spiaggia, e si data al I sec. d.C.
Necropoli isolate, di superficie limitata, poste a grande distanza dalla città, con tombe ricche di corredi, sono riferibili agli abitanti della chòra. Monumenti importanti per la storia dell'architettura e la topografia si trovano fuori della città di Mytilene.
Altri siti. - È da notare che nella Lesbo del periodo geometrico, oltre al Santuario di Apollo Malòeis a Mytilene, dove sono stati rinvenuti resti dell'edificio di forma circolare, anche ad Antissa è stato trovato un edificio ovoidale, identificato con il Santuario di Dioniso; un'altra costruzione dello stesso tipo si trova a Pyrrha ed è interpretata come palazzo. A Methymna è stato individuato un complesso di edifici a forma circolare che datano dall'VIII fino alla fine del VI sec. a.C.
I templi eolici di Klopedì, con i meravigliosi capitelli, sono stati identificati con il Santuario di Apollo Malòeis. Altri edifici di stile eolico a Eressos e a Mytilene non sono stati finora individuati, nonostante la presenza di elementi architettonici e capitelli sparsi.
Il tempio pseudoperiptero di Mesa, identificato con il centro religioso dei Lesbii, è presumibilmente quello in cui trovò rifugio Alceo.
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