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MISSIONI

Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)
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MISSIONI


Le missioni cristiane (XXIII, p. 443; App II, 11, p. 333). - Negli ultimi decennî, e soprattutto dopo la seconda guerra mondiale, nelle m. di tutte le confessioni cristiane si è andata accentuando la tendenza al passaggio dalla forma missionaria dell'organizzazione ecclesiastica a quella di chiese locali con gerarchia e clero autoctoni. Il processo si è sviluppato evidentemente in corrispondenza con il movimento di rinascita nazionale o di liberazione dalla condizione di colonia di molti paesi d'Asia e d'Africa tanto più che la rapida trasformazione delle strutture politiche e sociali in questi paesi poneva le missioni - spesso oggetto di diffidenza o addirittura di avversione da parte dei gruppi e dei movimenti nazionalisti e progressisti locali - di fronte a una nuova situazione, nella quale veniva meno l'appoggio dell'amministrazione coloniale. D'altronde proprio il colonialismo era una pericolosa occasione a dimenticare che la m. ha per sua intrinseca natura un carattere transitorio.

Quanto alle m. cattoliche, già le encicliche Maximum illud di Benedetto XV (1919) e Rerum Ecclesiae di Pio XI (1926) avevano riconfermato che le chiese nate dalla m. dovevano essere portate a condizione di maturità fino a reggersi con clero autoctono. Pio XII con le sue encicliche Summi pontificatus (1939) e Evangelii praecones (1951) aveva rimesso autorevolmente in primo piano questa fondamentale direttiva. Giovanni XXIII, in una delle prime encicliche del suo pontificato (Princeps pastorum, 28 nov. 1959), relativa appunto al problema missionario, ha ricordato che il fine ultimo del lavoro missionario è di "costituire in modo stabile la Chiesa presso gli altri popoli e di affidarla a una gerarchia propria scelta tra i cristiani del luogo". Così negli ultimi decennî nelle missioni cattoliche il numero dei vescovi asiatici e africani è andato rapidamente crescendo: nel 1926 c'erano in Asia 11 vescovi di stirpe asiatica; nel 1935 venne consacrato il primo vescovo africano; intanto il numero dei vescovi in Asia era salito a 35; nel 1959 in Asia (ma non più considerando la Cina) i vescovi asiatici erano 68 e in Africa i vescovi africani 25. Ormai poi è divenuto quasi normale vedere sia in Asia che in Africa un prete locale succedere a un europeo a capo dei vicariati e delle diocesi. Il clero nativo è passato da 919 membri nel 1918 a 5553 nel 1957 per l'Asia, e in Africa da 90 membri a 1181. La Santa Sede ha anche proceduto alla costituzione della gerarchia ordinaria: nel 1950 nel Camerun britannico, nella Costa d'Oro, nella Nigeria, nel Pakistan, nella Sierra Leone; nel 1951 nel Basutoland e nello Swaziland; nel 1952 a Formosa; nel 1953 in Birmania, in Malesia, nella Rhodesia del sud, nella Somalia Francese, nell'Africa Equatoriale Francese, nell'Africa Occidentale Francese, nel Camerun Francese, nel Madagascar, nel Marocco.

In questo quadro di emancipazione e di autonomia dei paesi già coloniali e già di m. si è fatto nuovamente urgente il problema dell'adattamento della Chiesa alle culture dei popoli evangelizzati. Importante sotto questo riguardo è il movimento di rinnovamento liturgico nei paesi di m., per cui si è arrivati all'uso delle lingue parlate nel rituale e anche in alcune parti della messa cantata, all'utilizzazione delle melodie indigene per la musica sacra, all'adattamento di certe cerimonie agli antichi usi locali.

Va ricordato che in questi ultimi anni si è andato sviluppando in campo cattolico un vasto movimento per la partecipazione dei laici alle m. con un vero e proprio arruolamento di essi al servizio della Chiesa in favore delle giovani cristianità afroasiatiche. In Italia i varî movimenti sorti a questo scopo, pur mantenendo la propria autonomia, fanno capo a un Segretariato di cooperazione missionaria con sede a Milano.

Vedi anche
cristianesimo La religione rivelata da Gesù Cristo, che è in pari tempo fondatore del cristianesimo e oggetto di adorazione. Alcuni caratteri del cristianesimo (religione divinamente rivelata, dogmatica, missionaria, universalistica, soteriologica ed escatologica) permettono di raggrupparlo sotto l’aspetto tipologico ... vescovo Nel cristianesimo primitivo e in molte Chiese cristiane non cattoliche, il capo di una comunità di fedeli, in posizione più elevata rispetto agli altri ordini del ministero ecclesiastico. Nella Chiesa cattolica, prelato che, sotto l’autorità del romano pontefice, ha il governo ordinario di una diocesi, ... Pio XI papa Ambrogio Damiano Achille Ratti (Desio 1857 - Città del Vaticano 1939). Dopo aver studiato a Desio, quindi nei seminari diocesani di Milano e nel Seminario lombardo di Roma, dove fu ordinato prete il 20 dic.1879, si laureò in teologia, in diritto canonico e in filosofia. Prof. per cinque anni di sacra ... Pio XII papa Eugenio Pacelli (Roma 1876 - Castel Gandolfo 1958). Fu nunzio apostolico (dal 1920) a Berlino, segretario di Stato e collaboratore di Pio XI. Eletto papa (1939) alla morte di questi, si pronunciò più volte contro la minaccia di una guerra. Iniziato il conflitto, condannò l'invasione russo-tedesca della ...
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Vocabolario
missióne²
missione2 missióne2 s. f. [dal lat. missio -onis, der. di mittĕre «mandare», part. pass. missus]. – 1. a. Il mandare o l’essere mandato a esercitare un ufficio, a compiere un incarico particolare, per lo più di una certa importanza: andare...
governo di missione
governo di missione loc. s.le m. Governo investito del raggiungimento di un obiettivo dichiarato. ◆ «Nei prossimi giorni metterò in movimento un governo di missione, che avrà come unico compito quello di rispondere alle vostre preoccupazioni»,...
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