MISSIONI
Le missioni cristiane (XXIII, p. 443). Le missioni cattoliche. - Nonostante la guerra, l'organizzazione delle missioni cattoliche è proseguita con un ritmo quale non era mai stato registrato nel passato. Sono state istituite le Delegazioni apostoliche dell'Arcipelago Indonesiano e dell'Africa francese. La Delegazione apostolica della Cina è stata elevata a Internunziatura. In Cina è stata eretta nel 1946 la gerarchia cattolica secondo il diritto comune e a Pechino risiede un arcivescovo cinese (Tommaso Tien Ken-hsin, cardinale dal 18 febbraio 1946).
Le missioni, in continuo aumento, sono salite nel 1948 a 566, delle quali 64 affidate al clero nativo; i cattolici, da 18 milioni nel 1933 a 30 milioni, nonostante i massacri e le dispersioni causate dalla guerra. I maggiori progressi si sono realizzati nell'Africa. Si sono moltiplicati i collegi, le scuole, gli ospedali e si è perfezionata l'organizzazione dei seminarî, che hanno raggiunto la cifra di 285 minori, 187 maggiori, 20 regionali, con un totale di circa 13 mila alunni.
A coronamento di questa grandiosa organizzazione è sorto nel 1948 a Roma, mercé lo zelo della Pontificia opera di San Pietro apostolo, il collegio di San Pietro, destinato a ricevere i giovani sacerdoti delle missioni, mandati a Roma dai loro vescovi per una più alta formazione spirituale ed intellettuale: esso integra così il Pontificio Collegio Urbano (v. XXIX, p. 876). Anche le opere di cooperazione missionaria (Unione missionaria del clero, Propagazione della fede, Opera di San Pietro apostolo, Opera della Santa infanzia) segnano ogni anno importanti progressi.
Nell'Estremo Oriente, la propagazione della fede aveva subìto gravi difficoltà e dolorosi arresti per la disputa dei riti malabarici e cinesi (v. XXI, p. 978). La Santa Sede riprese in esame i gravi problemi e, considerando che il laicismo dei tempi presenti aveva svestito del significato religioso molti dei riti proibiti riducendoli a forme di un cerimoniale puramente civile, permise gli onori a Confucio e ai morti in Cina (Istruzioni di Propaganda del 28 maggio 1935 e dell'8 dicembre 1939), ammise gli onori ai templi degli eroi del Giappone (Istruzione del 26 maggio 1936) e tollerò che i cristiani indiani, in date contingenze e con la salvaguardia di alcune cautele, potessero prestare la loro opera materiale in occasione di particolari festività (Istruzione del S. Uffizio del 25 luglio 1947).
Prevale ormai nel metodo di propaganda apostolica un più largo spirito di adattamento, secondo i principî affermati da Pio XII nella Enciclica Summi Pontificatus (1939): "La Chiesa di Cristo, fedelissima depositaria della divina educatrice saggezza, non può pensare né pensa d'intaccare o disistimare le caratteristiche particolari, che ciascun popolo con gelosa pietà e comprensibile fierezza custodisce e considera qual prezioso patrimonio.... Tutto ciò che in tali usi e costumi non è indissolubilmente legato con errori religiosi troverà sempre benevolo esame e, quando riesca possibile, verrà tutelato e promosso".
Si è proseguito a cristianizzare l'arte indigena con risultati inaspettati e artisticamente pregevoli, specialmente nella Cina, nel Giappone, nell'Indocina, nell'India e nell'Indonesia.
La guerra e l'occupazione giapponese inflissero gravi distruzioni alle opere missionarie (chiese, residenze, scuole, seminarî, ospedali, dispensarî, ecc.); inoltre ne furono paralizzate e disorganizzate le missioni, cattoliche e protestanti, con gli internamenti e le deportazioni di molti missionarî e con l'arresto del proselitismo: oltre 200 missionarî (fra cui 6 vescovi) e suore, furono vittime della guerra.
I cristiani diedero prova di mirabile fedeltà. Terminata la guerra, l'attività missionaria ha ripreso a svolgersi con rinnovato vigore, grazie agli aiuti forniti dalle Pontificie opere della Propagazione della fede e di San Pietro apostolo per il clero indigeno, nonché dai cristiani nativi e da oblazioni private sollecitate dai missionarî.
Ma la propaganda dell'idea cristiana si trova oggi resa più difficile dal risveglio del sentimento nazionalistico prodotto dalla guerra. Il comunismo, esaltando ed esasperando questo sentimento, colpì in pieno le missioni, estere e indigene, denunciando la religione cristiana come un mezzo di asservimento allo straniero. I danni sono enormi sia dal lato spirituale, sia da quello materiale, pur essendo numerosi gli esempî di fortezza cristiana dei sacerdoti e dei fedeli. Le mutazioni politiche avvenute nell'India nella Birmania e a Ceylon non hanno avuto, finora, notevoli ripercussioni nel campo missionario. Invece col ritorno del Negus in Etiopia furono espulsi i missionarî italiani.
Le missioni protestanti. - I protestanti, specialmente le principali sette o denominazioni (anglicani, luterani, presbiteriani, metodisti, battisti, esercito della salvezza) e le principali associazioni missionarie (bibliche, filantropiche, di giovani, d'insegnamento, ecc.), sono sparsi per tutto il mondo, ma particolarmente in quei paesi dell'Africa e dell'Oceania dove si stabilirono prima delle missioni cattoliche. Però nel quadro generale delle missioni essi sono numericamente inferiori ai cattolici.
Il metodo di proselitismo dei protestanti si differenzia in parte da quello dei cattolici, perché essi, forniti di larghi mezzi, sviluppano la propaganda mercé la distribuzione di Bibbie, le università, le scuole, le opere filantropiche e sociali, reclutando i loro adepti specialmente tra gli studenti e nelle classi della borghesia; godono per questo di una notevole influenza nel campo culturale e politico.
Durante la seconda Guerra mondiale la paralisi dell'attività nello Estremo Oriente fu voluta compensare intensificando la propaganda protestante nell'America Latina.
Secondo statistiche che debbono essere accettate con molta cautela, i convertiti protestanti, detti "comunicanti", in tutte le missioni protestanti, nel 1925 erano 3.565.443, e nel 1938 6.945.726; il numero di missionarî era rispettivamente di 19.384 e di 27.577; di quest'ultimi poi, nell'India se ne contavano 5112 e nella Cina 5747, procedenti dall'America del Nord. Giova però ricordare il gran numero di "sette" o "denominazioni" in cui sono divisi i protestanti, specie negli Stati Uniti, e l'ulteriore frantumarsi di esse in alcuni paesi di missione, come nell'Africa del Sud. Allo scopo di incoraggiare la cooperazione e di agevolare l'opera dei missionarî, sono sorte più di mille altre società interdenominazionali e ausiliatrici delle missioni, unite con il lento vincolo dell'IMC o "International Missionary Council", cui si è unito il World Council of Churches (Consiglio mondiale delle chiese).
Bibl.: Per le missioni cattoliche: Le Missioni cattoliche (a cura dell'Agentia Fides), Roma 1946; Atlante delle Missioni cattoliche dipendenti dalla S.C. "De Propaganda Fide", ivi 1947; V. Bartoccetti, Ius constitutionale missionum, Torino 1947; J. E. Champagne, Manuel d'Action Missionaire, Ottawa 1947; C. Costantini, Aspetti del problema missionario, Roma 1935; id., L'Arte cristiana nelle missioni, Vaticano 1940; id., Coi missionari in Cina, voll. 2, Roma 1946; id., Va e annunzia il regno di Dio, voll. 2, Brescia 1943; M. Gérin, Le Gouvernement des Missions, Quebec 1944; Le Missoni cattoliche e la cultura dell'Oriente, Roma 1943; S. Paventi, La Chiesa missionaria, ivi 1948; A. Perbal, Lo Studio delle Missioni, ivi 1946; Pio M. de Mondreganes, Manual de Misionologia, 2ª ed., Madrid 1947; Rommerskirchen-Dindinger, Bibliografia missionaria, Roma 1934-1947, fasc. 10; R. Saviano, Le Missioni cattoliche nell astoria e nel diritto, Napoli 1945; Streit-Dindinger, Bibliotheca Missionum, VIII: Missionsliteratur der Philippinen, 1800-1909, Aquisgrana 1937; X: Missionsliteratur Japans und Koreas 1800-1900, ivi 1938; XI: Missionsliteratur Indochinas 1800-1909, ivi 1939; V. C. Vanzin, Il fermento del regno (Cooperazione missionaria), Roma 1946.
Per le missioni protestanti: J. I. Parker, Dirctory of World Missions, New York e Londra 1938; id., Interpretative Statistical Survey of the World Mission of the Christian Church, ivi 1938; Fr. X. Curran, Major Trends in American Church History, New York 1946; The Christian Handbook of South Africa, 1938; The Nadras Series, voll. 7, New York e Londra 1939; International Review of Missions, con rassegne periodiche nel fascicolo di gennaio di ogni anno.