MISSIONE (XXIII, p. 442; App. II, 11, p. 333; III, 11, p. 137)
Gli ultimi decenni di attività missionaria cattolica mostrano anzitutto una crisi, dovuta - oltre che alle ripercussioni della crisi generale di fede e di vocazioni avvertita in seno a tutte le Chiese - anche ad altri fattori più specifici: fattori dottrinali, in rapporto alla messa in discussione del concetto stesso di m., in rapporto al problema della salvezza e della Chiesa, valutazione nuova delle religioni non cristiane, ecc.; fattori socio-politici, in rapporto a nuove situazioni politiche, all'ascesa del Terzo Mondo, alla critica dell'eurocentrismo, a forme di governo ostili alla Chiesa cattolica; fattori psicologici, per l'impreparazione della vecchia generazione di missionari di fronte a queste rapidissime innovazioni.
Le autorità della Chiesa hanno prontamente reagito a questa crisi. Sul piano teorico, ribadendo la necessità della prima evangelizzazione ai non cristiani come caratteristica essenziale della Chiesa stessa, in obbedienza al mandato di Cristo (decreto conciliare sulle m.; Sinodo dei vescovi 1974; esortazione apostolica di Paolo VI Evangelii nuntiandi, 8 dicembre 1975); ribadendo in Concilio la necessità di appartenere alla Chiesa, motivando il senso da dare alla libertà religiosa e ai rapporti coi non cristiani (cost. Lumen gentium; dich. Dignitatis humanae; dich. Nostra aetate); risvegliando la coscienza missionaria del clero e del laicato (decreti Christus Dominus, Presbyterorum ordinis, Apostolicam actuositatem); dando nuovo impulso allo sviluppo delle Chiese locali (erezione della gerarchia ecclesiastica ordinaria; crescente importanza del clero autoctono, a cui vengono affidate sempre maggiori responsabilità e di cui gl'istituti missionari sono esortati a farsi sinceri collaboratori; istituzione delle Conferenze episcopali nazionali e internazionali; presenza di vescovi missionari nel collegio cardinalizio e nella Curia romana, ecc.); promovendo la disinteressata collaborazione fra le antiche e le nuove cristianità (impulso alle Pontificie opere missionarie; invio di clero diocesano nelle m.; gemellaggi fra diocesi e parrocchie; missionari laici, ecc.); incoraggiando l'inculturazione, cioè l'espressione del cristianesimo genuino attraverso le categorie mentali proprie delle diverse culture (nella liturgia, negli studi teologici, nella catechesi, nella formazione ecclesiastica, nella legislazione canonica, ecc.); rimovendo, coi contatti ecumenici, lo scandalo della divisione fra gli stessi cristiani; mostrando in tutti i modi la stima della Chiesa per ogni popolo, la sua non estraneità da essi, il desiderio di non essere da meno degli altri nel cooperare al loro progresso in tutti i campi (viaggi di Paolo VI in Africa nel 1969, in Asia, Australia, Oceania nel 1970; rapporti diplomatici con la Santa Sede, ecc.).
Sviluppo attuale delle missioni. - È significato da alcuni dati riguardanti per lo più il 1976. Nelle m. dipendenti dalla Sacra Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli (nuova denominazione dell'antico dicastero de Propaganda fide) si contavano 861 circoscrizioni ecclesiastiche, e cioè: 127 archidiocesi, 597 diocesi, 3 abbazie nullius, 65 vicariati apostolici, 66 prefetture apostoliche, 1 m. sui iuris, 2 amministrazioni apostoliche, per la maggior parte rette da vescovi autoctoni. Attualmente nei territori dipendenti da questa Congregazione ci sono 21 cardinali. Tali circoscrizioni erano così ripartite: 349 in Africa, 80 nelle Americhe, 379 in Asia, 19 in Europa, 34 in Oceania. In questi paesi l'episcopato è organizzato in 5 Conferenze episcopali internazionali e 48 nazionali (su 97 che se ne contano in tutta la Chiesa). I seminari erano 496 (397 minori e 99 maggiori) con 44.072 alunni, di cui 8652 nei corsi filosofico e teologico.
Gl'istituti religiosi maschili dediti esclusivamente all'azione missionaria erano 23 con 17.346 soggetti; altri 50, di finalità non esclusivamente missionaria, contavano nelle missioni 34.170 soggetti; vi si aggiungano 31 istituti di suore con 35.103 religiose. La vita religiosa indigena era altrettanto fiorente con 277 istituti di diritto diocesano (56 maschili e 221 femminili), di cui 130 in Africa, 126 in Asia, 1 in Europa, 4 nelle Americhe, 17 in Australia e Oceania; parecchi di essi inviano già soggetti in altri paesi. Si nota pure un risveglio di attività missionaria da parte delle Chiese cattoliche orientali, specialmente in India. S'incrementano iniziative per la formazione del personale missionario anche laico; è recentissima a Roma la creazione di un Centro internazionale d'animazione missionaria, dell'Istituto superiore di ricerche missionarie e dell'Istituto di catechesi missionaria.
All'inizio del 1976 la Santa Sede era ufficialmente rappresentata, con scambio di diplomatici, in 58 paesi di m. e in altri 18 aventi qualche m. nel loro territorio. La stampa missionaria mondiale conta 11 agenzie d'informazione e 286 testate di periodici, 69 dei quali pubblicati in Italia (47 in italiano, 22 in altre lingue). La presenza del laicato missionario, specialmente in opere ausiliarie, è assicurata, in dimensione sempre maggiore, da 42 istituzioni, delle quali 28 italiane.
L'Italia e le missioni. - La collaborazione missionaria del nostro paese è notevole. Dei 23 istituti maschili e dei 31 femminili esclusivamente dediti alle m., rispettivamente 5 e 4 sono italiani, senza contare i nostri missionari in altre famiglie religiose. Per promuovere la cooperazione missionaria esistono un'apposita Commissione episcopale, un Consiglio missionario nazionale (1967), Centri missionari in numerose diocesi, più di 50 delle quali hanno stretto diversi tipi di gemellaggio con diocesi missionarie, una Consulta per gli studenti dei paesi di m. nelle università italiane, 5 Centri di studi missionari, 28 organismi (in gran parte confederati) per la formazione di volontari laici per assistenza tecnica, medica, sociale, ecc. Nel 1974 le offerte trasmesse alle sole Pontificie opere missionarie ammontarono a 11.800.000 dollari, collocando l'Italia al terzo posto dopo gli Stati Uniti e la Rep. Fed. di Germania. Alla stessa data, 112 sacerdoti diocesani italiani lavoravano in 22 paesi di m. e 335 laici in 33 paesi del mondo missionario.
Bibl.: Il problema missionario oggi: Autori vari, Nuovi orizzonti del dialogo missionario, Brescia 1967; W. Gardini, Bilancio e crisi dell'azione missionaria dopo il Concilio, Parma 1967; J. Schutte, Il destino delle missioni, Brescia 1969; P. Gheddo, Processo alle missioni, Milano 1971; W. Buhlmann, La Terza Chiesa alle porte, Alba 1974; J. Masson, La missione continua, Bologna 1975.
Orientamenti della gerarchia: J. Masson, Decreto sull'attività missionaria della Chiesa, Torino 1966; Le missioni alla luce del Concilio, Milano 1967; La Sacra Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli nel decennio del decreto "Ad gentes", Roma 1975.
Alcuni aspetti della missione: Le missioni e le religioni non cristiane, Milano 1965; L'incontro cristiano con le culture, ivi 1966; Le missioni e l'unità dei cristiani, ivi 1970; Evangelizzazione o sviluppo?, ivi 1972; Evangelizzazione e cultura, Roma 1975.
Storia e informazione: Sacrae Congregtionis de Propaganda Fide memoria rerum (350 anni a servizio delle missioni, 1622-1972), voll. 3, Roma-Friburgo 1972; Compendio di storia della Sacra Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli o "de Propaganda Fide", 1622-1972, Roma 1974; Guida delle missioni cattoliche, ivi 1975; S.C. per l'evangelizzazione dei popoli, Annuario 1976, ivi 1977.