Missilistica
Il missile continua a rappresentare un sistema d'arma particolarmente efficace, in virtù dei continui progressi dell'elettronica, dell'intelligenza artificiale, dei sistemi di propulsione e della detonica. Nel settore civile, l'impiego di missili vettori per la messa in orbita di satelliti artificiali o navette spaziali rimane l'unica soluzione percorribile e lo sviluppo tecnologico permette di migliorarne progressivamente la portata e l'affidabilità.
Missili per impieghi civili
I vettori missilistici, a volte ottenuti dalla smilitarizzazione di sistemi bellici, sono lo strumento utilizzato per la messa in orbita dei satelliti artificiali, o degli altri carichi paganti che devono uscire dall'atmosfera. In funzione del tipo di satellite da lanciare, i vettori spaziali sono oggi convenzionalmente divisi fra medi e pesanti. I vettori più potenti, come l'Ariane 5, possono lanciare anche più satelliti contemporaneamente, abbattendo i costi complessivi.
Mentre il mercato internazionale dei lanci spaziali è dominato dai vettori europei, statunitensi e russi, molti altri Paesi stanno sviluppando autonome capacità di lancio, sia per avere un accesso garantito allo spazio, sia perché talvolta lo sviluppo di un vettore civile può nascondere un programma per missili balistici militari, seguendo un processo di proliferazione missilistica. Sono anche iniziati esperimenti di lancio di vettori spaziali da piattaforme aeree: grossi velivoli raggiungono quote elevate dell'atmosfera e rilasciano un missile capace di proseguire la traiettoria in verticale, fino alla messa in orbita del proprio carico. Una simile soluzione presenta costi molto più bassi, ma non è per ora applicabile al lancio dei carichi di maggior peso.
Missili per impieghi militari
I missili balistici, ovvero i sistemi che seguono per almeno una parte della propria traiettoria le leggi della balistica, costituiscono i vettori ideali per il trasporto di testate belliche dall'elevatissimo potere distruttivo, quali le testate atomiche, biobatteriologiche o chimiche. I missili balistici possono avere una gittata di migliaia di chilometri, raggiungendo quindi tutti i continenti; sono in questo caso detti missili balistici intercontinentali (ICBM, InterContinental Ballistic Missiles) secondo la sigla che viene usata a livello internazionale
Esistono anche missili a raggio intermedio, IRBM (Intermediate Range Ballistic Missiles), a medio raggio, MRBM (Medium Range Ballistic Missiles) e a corto raggio, gli SRBM (Short Range Ballistic Missiles). Questi sistemi sono particolarmente diffusi tra le potenze militari regionali, e sono in via di acquisizione da parte di numerosi Stati, in un processo detto di proliferazione missilistica. Per contro, le superpotenze adottano quasi esclusivamente dei missili a gittata intercontinentale, talvolta basati su sottomarini. In tale ultimo caso, questi missili vengono denominati SLBM (Submarine-Launched Ballistic Missiles).
I più potenti ICBM e SLBM possono essere dotati di testate multiple; in tal modo, ogni singolo vettore può attaccare più bersagli, separati anche di centinaia di chilometri.
Il processo di disarmo nucleare, avviato concretamente dopo la fine della guerra fredda, ha indotto a una riduzione negli arsenali missilistici delle grandi potenze. Stati Uniti, Russia, Regno Unito e Francia stanno pertanto rallentando il ritmo di sostituzione dei sistemi obsoleti con armi di nuova generazione, al fine di stabilizzarsi su arsenali numericamente più ridotti. La Cina, per contro, mantiene attivo un programma di modernizzazione volto a colmare il divario con le altre grandi potenze.
Nel contesto regionale (concernente Stati della stessa area geopolitica), la proliferazione di missili a medio raggio si associa ai rischi di diffusione di armi di distruzione di massa. È relativamente facile adattare testate chimiche ai vettori balistici a corto e medio raggio; le testate nucleari e quelle biobatteriologiche presentano invece complicazioni più importanti, che potrebbero comunque essere superate anche da Paesi emergenti, mediante l'acquisizione di tecnologia sviluppata altrove.
Parallelamente alla proliferazione dei missili balistici, si assiste oggi anche alla diffusione dei missili da crociera, detti Cruises, ovvero quei sistemi che raggiungono il bersaglio dopo un volo simile a quello degli aerei, sfruttando la portanza offerta da apposite appendici aerodinamiche. I Cruises possono risultare di più semplice ed economica produzione rispetto ai missili balistici, e possono adottare sistemi di navigazione quali i ricevitori GPS, comunemente utilizzati nell'aviazione commerciale. Propulsi da razzi o turbofan di bassa potenza, i missili da crociera normalmente hanno una velocità inferiore a quella del suono, ma possono sfuggire alla rilevazione dei radar di difesa grazie a traiettorie di volo estremamente basse. Altri sistemi sono invece dotati di velocità supersoniche, in modo da ridurre i tempi di reazione a disposizione delle difese.
I Cruises possono essere diretti sul bersaglio dai soli sistemi di navigazione, di tipo inerziale o GPS, oppure ricorrere a sensori di guida terminale basati su radar o apparati ottici e termici. I sistemi più sofisticati sono anche dotati della capacità di riconoscimento autonomo del bersaglio, in modo da far dirigere il missile contro l'obiettivo designato, o addirittura su un preciso punto di impatto, anche in assenza di dati precisi circa le coordinate del bersaglio.
La testata dei missili da crociera è normalmente costituita da esplosivo ad alto potenziale, talvolta inserito in un involucro corazzato per permettere la penetrazione all'interno di bersagli protetti. I Cruises, infatti, possono essere destinati all'attacco di postazioni rinforzate, quali i bunker di comando, oppure di navi che sono dotate di protezioni attive e passive.
Non si esclude la possibilità che i missili da crociera diverranno, nel prossimo futuro, i sistemi più impiegati per l'utilizzo di armi di distruzione di massa, in virtù del loro costo più ridotto e della relativa semplicità costruttiva.
Fra i missili da crociera, si possono identificare diverse categorie, in base alla modalità di lancio e al tipo di utilizzo. I missili da crociera aviolanciati, detti ALCM (Air Launched Cruise Missiles), sono nati quali sistemi d'attacco a testata nucleare, per estendere il raggio d'azione dei bombardieri strategici e ridurne la vulnerabilità alla reazione avversaria. I Cruises infatti permettono all'aereo attaccante di rimanere fuori dalla portata dell'offesa nemica; questi sistemi sono pertanto detti stand-off.
A partire dagli anni Novanta del 20° sec., molti ALCM sono stati convertiti in sistemi d'attacco non nucleare, per la distruzione di grossi bersagli fissi quali bunker o postazioni militari altamente difese.
Dopo Stati Uniti e, a suo tempo, Unione Sovietica, anche altri Paesi molto sviluppati hanno iniziato a dotarsi di Cruises aviolanciati, in genere di dimensioni inferiori ma dotati di estrema precisione. Questi missili sono infatti i più sofisticati sistemi di attacco di precisione a oggi disponibili. I missili da crociera possono essere lanciati anche da piattaforme navali o subacquee, sia per l'attacco di obiettivi posti sulla terraferma, sia per l'attacco di naviglio di superficie. Nel primo caso, i missili sono praticamente identici ai sistemi aviolanciati, ma dispongono anche di un motore a razzo per il lancio, detto booster.
I missili antinave sono dei Cruises specificamente equipaggiati con sensori di ricerca, in genere del tipo radar, idonei a individuare i bersagli navali nemici. Le versioni più moderne sono in grado di sorvolare tratti di territorio prima di tornare sul mare e attaccare le navi, oppure di distinguere bersagli navali posti in prossimità della linea di costa, grazie a sensori multispettrali e capacità di elaborazione dei dati potenziata.
I missili aria-aria rappresentano l'arma principale dei moderni velivoli da combattimento. Convenzionalmente si dividono in due grandi famiglie, a seconda che siano destinati all'ingaggio su corta distanza oppure 'oltre l'orizzonte'.
I primi sono caratterizzati da una manovrabilità estremamente elevata, in modo da superare ogni manovra evasiva del bersaglio. Guidati da sensori termici o ottici, i missili aria-aria a corto raggio possono essere trasportati anche da velivoli da combattimento non particolarmente sofisticati, giacché è il pilota a dover individuare il bersaglio e assegnarlo al sistema di guida del missile.
I missili a medio e lungo raggio, detti BVR (Beyond Visual Range), sono invece dotati di un radar che consente una guida autonoma fino all'impatto sul bersaglio. In tal caso il pilota dell'aereo attaccante designa il bersaglio con il proprio radar, trasmette le coordinate al missile che, così programmato, si dirige verso l'obiettivo. Nella fase finale del volo, il missile attiva il proprio sensore completando così l'intercettazione.
Lo sviluppo tecnologico ha reso in parte superata la distinzione fra missili a corto e lungo raggio. I primi sono ormai assolutamente in grado di superare i 15 km di gittata utile, mentre i secondi possiedono ora eccellenti doti di manovrabilità, tali da consentire loro di essere impiegati anche contro bersagli altamente manovrieri. Il vero discrimine è piuttosto nella sofisticazione del sistema di guida, e conseguentemente nei costi. Un moderno missile aria-aria a medio raggio può costare diverse centinaia di migliaia di euro.
Fra i missili aria-suolo si distinguono quelli destinati a colpire bersagli fissi, come alcuni degli ALCM già descritti, e quelli di impiego tattico, destinati a ingaggiare bersagli mobili, sul campo di battaglia. È possibile infatti colpire dal cielo i carri armati avversari, oppure gli altri mezzi da combattimento, grazie al ricorso a missili di dimensione relativamente ridotta, dotati di sensori ottici o termici che vengono agganciati al bersaglio e guidano il missile fino all'impatto, anche in presenza di manovre evasive dell'attaccato. I più moderni e sofisticati missili aria-suolo di impiego tattico utilizzano sensori multispettrali, oppure radar a microonde in grado di riconoscere autonomamente il tipo di bersaglio, in modo da attaccare prioritariamente quelli di maggior valore. Anche in questo caso il costo rappresenta il limite principale all'adozione di questi sistemi, giacché il missile può risultare più costoso dello stesso bersaglio che deve distruggere.
Anche i missili antiradar sono estremamente costosi, dovendo utilizzare sensori in grado di intercettare e riconoscere le emissioni dei radar nemici e guidare il missile sul bersaglio. Giacché ai radar terrestri sono spesso associati sistemi antiaerei, le missioni di attacco ai radar nemici si trasformano facilmente in veri e propri duelli fra aerei attaccanti, dotati di missili anti-radar, e postazioni antiaeree a terra.
Nel combattimento terrestre, i missili controcarro rappresentano uno degli strumenti principali a disposizione delle unità di fanteria per ingaggiare i mezzi nemici. Tali missili possono essere guidati da un filo, da un fascio direttore laser, oppure possedere un sensore elettroottico che, una volta agganciato al bersaglio, guida il missile fino all'impatto. Una combinazione fra diversi sistemi di guida è preferita quando si vuole mantenere la possibilità di correggere il volo del missile, mediante l'azione dell'uomo. Si adotta allora un cavo di collegamento con una fibra ottica che trasmette le immagini riprese dal missile durante il suo volo, e consente all'operatore di scegliere il bersaglio, evitando di colpire obiettivi errati, in modo da ridurre i cosiddetti danni collaterali.
Oltre alla tradizionale testata a carica cava, per impieghi anticarro, i missili di questo tipo possono oggi essere dotati anche di testate antibunker, oppure di testate termobariche che esplodendo sopra l'obiettivo sottraggono l'ossigeno dall'atmosfera, idonee a sopprimere le squadre della fanteria nemica appostate all'interno degli edifici.
I missili superficie-aria sono fra i sistemi di difesa aerea primari, e possono ingaggiare, a seconda delle versioni, bersagli a corta o lunga distanza. I missili superficie-aria più avanzati sono poi in grado di intercettare anche i missili nemici, sia di tipo Cruise che di tipo balistico. Per questi ultimi, tuttavia, sono necessari sistemi antimissile dedicati, quindi radar capaci di seguire bersagli molto veloci e con profili di volo particolari, missili altrettanto veloci e con testate belliche ottimizzate allo scopo, nonché apparati di calcolo per la gestione delle informazioni in tempi rapidissimi.