MISENOS (Μισηνός)
Compagno e trombettiere di Enea (Verg., Aen., iii, 239; vi, 162); soffiando in una conchiglia marina chiamò a gara Tritone che, sdegnato, lo fece cadere in mare nel golfo di Cuma. I compagni ritrovarono il suo corpo e gli diedero sepoltura. Da lui prese nome il capo Miseno. Strabone (1, 25) lo cita invece tra i compagni di Ulisse.
M. è raffigurato nella Tabula Iliaca, alle spalle di Enea, nell'atto di salire sulla nave, portando in spalla un oggetto imprecisabile, un remo o forse una tromba, a destra in basso nella grande scena della presa di Troia.
Bibl.: Tümpel, in Roscher, II, 2, 1894-97, c. 3026, s. v.; O. Gruppe, Griechische Myth. u. Religionsgeschichte, Monaco 1906, pp. 690, n. 2; 1002, n. 1; 365, n. 5 (come compagno di Enea); pp. 362, 365, n. 5 (come compagno di Ulisse); Schmidt, in Pauly-Wissowa, XV, 1931, c. 2041, s. v.; U. Mancuso, in Mem. Lincei, XIV, 1909, pp. 662 ss., 719, e tav. fuori testo.