MIRMECIDE (Μυρμηκίδης, Myrmecĭdes)
Toreuta greco, nativo probabilmente di Mileto, ma vissuto ad Atene. Lavorò in avorio e in bronzo. Incerta è l'età in cui visse. Benché nessuna opera sua ci sia pervenuta o in altro modo conosciuta, alcuni particolari tramandatici dai testi antichi ci permettono di afferrare il carattere di una parte almeno dei suoi lavori. Esso consisteva in un'estrema minuzia. Infatti in alcune formiche di sua mano non sarebbe stato possibile distinguere a occhio nudo le singole membra; una sua nave sarebbe stata tanto piccola, da poterla coprire con un'ape; e una quadriga, con tutto l'auriga, addirittura con una mosca.
Insieme con Callicrate, suo collega, avrebbe gareggiato a scrivere versi di Omero su semi di sesamo. Naturalmente epoche con mentalità artistica diversa condannarono questa minuzia come frutto di pura abilità tecnica: tuttavia essa può aver corrisposto a un ideale estetico della perfezione e della chiarezza come quello che ispirò i miniaturisti del nostro Trecento e Quattrocento e i ceramografi attici della seconda metà del sec. VI. Può, perciò, darsi che a questo stesso periodo appartenga M.
Bibl.: W. Müller, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXV, Lipsia 1931, p. 310.